Alice e Spallanzani in campo contro gli ictus

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29/03/2012

In occasione della settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale (dal 26 marzo al 1° aprile) che quest’anno è dedicata alla prevenzione dell’ictus, l’associazione ALICe Parma Onlus, in collaborazione col Centro Medico Spallanzani, organizza una giornata di divulgazione e sensibilizzazione sul tema: «Meno sale più salute per la prevenzione dell’ictus».
Nella giornata di Sabato 31 marzo, presso il Centro Medico Spallanzani in via Mazzini 3, la dott.ssa Chiara Cavazzini, Biologo Nutrizionista Specialista in Scienza dell’Alimentazione, sarà disponibile per fornire gratuitamente ai cittadini che lo desiderino indicazioni pratiche per la riduzione del consumo di sale: dalla spesa per la famiglia alla lettura delle etichette nutrizionali, per far conoscere quanto le riduzione dell’assunzione di sale da cucina possa ridurre il rischio di ictus.
Durante la settimana, presso il Centro Spallanzani, sarà anche possibile conoscere l’attività di ALICe Onlus e ritirare materiale informativo gratuito sulla prevenzione dell’ictus.
ParmaDaily ha intervistato il Vice-Presidente di ALICe Onlus, Dott. Claudio Tonelli.

Quali sono le finalità della Onlus ALICe?
L’ictus cerebrale in Italia rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie; è la seconda causa di demenza; è la prima causa assoluta di disabilità nell’adulto.
ALICe ONLUS (acronimo di associazione per la lotta all’ictus cerebrale) è una federazione di Associazioni regionali e provinciali di volontariato; sono formate da persone con esiti di ictus, dai loro famigliari, da neurologi e medici esperti nella diagnosi e nel trattamento dell’ictus cerebrale, da medici di famiglia, fisiatri ed infermieri, terapisti della riabilitazione e da volontari. La sezione di Parma è stata fondata nel 2008 ed attualmente ha sede in via Milano 34/A (telefono: 0521 270101; E-Mail: alice.parma@virgilio.it)
Lo scopo comune è quello di migliorare la qualità di vita delle persone colpite da ictus e dei loro famigliari. Gli obiettivi sono i seguenti:
• educazione della popolazione al riconoscimento precoce dei sintomi dell’ictus ed alla sua prevenzione
• il sostegno al paziente ed alla famiglia in relazione ai bisogni assistenziali, sociali e psicologici che la malattia comporta
• svolgere un ruolo di interlocutore presso le Istituzioni, al fine di migliorare l’assistenza e la gestione di questa patologia
• tutelare il diritto dei pazienti ad avere su tutto il territorio nazionale livelli di assistenza dignitosi, uniformi ed omogenei
• sostenere la ricerca scientifica

Sabato 31 si terrà un’iniziativa allo Spallanzani sull’argomento: perché il sale è tanto pericoloso?
L’ipertensione arteriosa è una delle principali cause delle patologie dell’apparato cardiovascolare, quali la cardiopatia ischemica (angina pectoris ed infarto del miocardio) e l’ictus cerebrale, sia nella sua forma ischemica che emorragica.
L’eccessivo introito giornaliero di sale è uno dei principali responsabili dell’insorgenza dell’ipertensione arteriosa e del suo aggravamento nel tempo. Diversi studi (sperimentali, epidemiologici e clinici) hanno dimostrato uno stretto legame tra quantità di sale assunta con la dieta e pressione; inoltre il sale determina un danno d’organo molto importante, sulle arterie, ma soprattutto sul rene e sulla massa ventricolare sinistra del cuore.
Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), ogni giorno l’adulto italiano assume con l’alimentazione in media circa 10 g di sale (corrispondenti a 4 g di sodio). È stato stimato che una diminuzione universale dell’introito di sale di 3-4 g al dì potrebbe portare ad una riduzione del 50% delle persone aventi bisogno di terapia antipertensiva, del 22% dei decessi provocati da ictus e del 16% dei decessi per malattie cardiache coronariche.

Quale l’alimentazione migliore per scongiurare gli ictus?
L’obesità predispone le persone a malattie cardiache ed al diabete, che aumentano il rischio di ictus. Mantenere il proprio peso entro i limiti raccomandati è una prudente misura preventiva. Si deve considerare che la percentuale di grasso del nostro corpo tende ad aumentare con l’età, per cui mantenersi in esercizio aiuta a contenere questo incremento. L’importanza della dieta nella prevenzione dell’ictus trova conferma in una serie di evidenze epidemiologiche, secondo le quali il consumo elevato di pesce, cereali integrali, frutta e verdura ne ridurrebbe il rischio. Uno studio (EPICOR) ha analizzato il rischio di ictus in base all’aderenza a quattro diversi stili dietetici ed ha dimostrato che la variante italiana della dieta mediterranea si è dimostrata la più efficace.

Quali sono i fattori che aumentano la probabilità di attacco ictus?
I fattori di rischio per ictus cerebrale possono essere suddivisi in due grandi categorie: 1) quelli non modificabili e 2) quelli modificabili. I fattori di rischio non modificabili sono l’età (il rischio di ictus aumenta in modo lineare con l’aumentare dell’età, soprattutto dopo i 65 anni), la famigliarità, il genere (prevalenza dei maschi prima dei 65 anni e delle donne dopo gli 80 anni), alcuni fattori genetici.
Fra i fattori di rischio modificabili, cioè che possono essere corretti e sui quali si può e si deve fare prevenzione, i più importanti sono l’ipertensione arteriosa, la fibrillazione atriale (sia acuta che cronica), il diabete mellito, il fumo di sigaretta, l’ipercolesterolemia, presenza di placche a livello delle carotidi, obesità, ridotta attività fisica, l’emicrania, la terapia estro progestinica (pillola anticoncezionale), l’abuso di alcol.

Ci sono dei sintomi preliminari agli ictus che devono mettere in allarme?
Rispetto ad alcuni anni fa, oggigiorno le possibilità di cura dell’ictus sono notevolmente aumentate grazie a due nuove situazioni:a) la disponibilità di un farmaco, l’Alteplase, che permette di sciogliere il trombo recentemente formatosi e che occlude il vaso arterioso (trombolisi); b) strutture dedicate (Stroke Unit) che permettono di migliorare la prognosi dei Pazienti colpiti da ictus. La terapia trombo litica però deve essere effettuata entro un limite temporale dall’esordio dell’ictus ristretto (3-4,5 ore). È pertanto fondamentale riconoscere precocemente i sintomi e provvedere, senza alcun indugio, a chiamare il 118 per essere trasportati il più in fretta possibile in Ospedale, possibilmente in un Centro dedicato.
I sintomi legati all’ictus possono essere diversi e dipendono dalla zona di cervello che è stata danneggiata. Di solito un ictus che colpisce un lato del cervello provoca dei sintomi nella parte opposta del corpo. Questi sintomi, in modo variamente composto, possono essere:
• non riuscire più a muovere (paralisi o plegia) o muovere con minore forza (paresi) un braccio o una gamba o entrambi gli arti di uno stesso lato.
• Accorgersi di avere la bocca storta
• Avvertire disturbi della sensibilità (sentire meno o in modo diverso, formicolii) a livello di un arto o di entrambi gli arti di uno stesso lato
• Non essere in grado di coordinare i movimenti e di stare in equilibrio
• Fare fatica a parlare sia perché non si articolano bene le parole (disartria) sia perché non si riesce a scegliere le parole giuste o perché non si comprende quanto viene detto dalle persone intorno (afasia)
• Non riuscire a vedere bene metà o una parte degli oggetti (emianopsia)
• Essere colpiti da un violento mal di testa, molto diverso da quanto mai percepito.

Andrea Marsiletti

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