“Alle comunali di Parma nessun accordo col PD”

SMA MODENA
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01/08/2010

Intervista a Ferdinando De Marco, ingegnere, membro del Comitato Politico Federale di Rifondazione Comunista di Parma.

Accordo Pomigliano – produzione della Fiat in Serbia: cosa sta succedendo nel mondo dei diritti dei lavoratori?
Succede che ci troviamo nel bel mezzo di una delle più profonde crisi del capitalismo, che non è una crisi finanziaria come vogliono farci credere ma una crisi di sovrapproduzione, cioè la capacità produttiva in questa fase è nettamente superiore a quello che si riesce a vendere. Il che comporta la chiusura di interi comparti produttivi e quindi licenziamenti e disoccupazione.
Allo stesso tempo i padroni, per poter continuare a massimizzare i loro profitti, devono abbattere il costo del lavoro delocalizzando nei Paesi in cui le condizioni di sfruttamento dei lavoratori e di sostegno statale sono per loro favorevoli. Utilizzando poi il ricatto della delocalizzazione cercano di raggiungere il loro vero obiettivo: lo smantellamento dei diritti dei lavoratori nel loro Paese.

Qualche esempio concreto?
Temini Imerese e Pomigliano, per l’appunto, ma prima ancora Melfi sono casi estremamente esplicativi ma si possono fare esempi anche a Parma: Sidel ed Spx solo per citare le più importanti.
La Fiat è solo la testa d’ariete, l’apripista di un feroce e violento attacco che i capitalisti italiani, con la collaborazione dei sindacati gialli Cisl e Uil, stanno sferrando ai lavoratori con l’obiettivo di farci tornare a condizioni di lavoro ottocentesche e non sono disposti a tollerare il dissenso come dimostrano i licenziamenti di quattro delegati Fiom e Cobas alla Fiat di Melfi,Termoli e Mirafiori, veri e propri licenziamenti politici.
A Pomigliano Marchionne non si è accontentato delle firme di Fim, Uilm, Fismic e Ugl, voleva la resa della Fiom; ha così puntato sul referendum con l’obiettivo del 90% dei “Sì”. Voleva vincere per KO, annichilire la Fiom e ridurre alla condizione di schiavi i lavoratori prima di portare la Panda a Pomigliano. Ma gli è andata male. La classe operaia di Pomigliano ha resistito e non si è piegata.

Sei favorevole alla nazionalizzazione della Fiat? Quali benefici porterebbe un massiccio ingresso dello Stato nell’economia reale?
Nel caso della Fiat parlare di azienda privata suona quasi ridicolo. Dal ‘77 ad oggi ha ricevuto 238mila miliardi di lire dallo Stato per 6 milioni di ore di cassa integrazione. A questi soldi andrebbero aggiunti gli sgravi fiscali, la svendita dell’Alfa Romeo, la costruzione dello stabilimento di Melfi ecc.. Io credo che si debba rivendicare la nazionalizzazione senza indennizzo e sotto il controllo operaio non solo per la Fiat ma per tutte le aziende che chiudono o delocalizzano. Questa è l’unica via per la salvaguardia dei posti di lavoro.
La produzione delle aziende nazionalizzate dovrebbe poi essere indirizzata verso il soddisfacimento dei bisogni della popolazione: le aziende automobilistiche verso la produzione di mezzi pubblici ed auto ecologiche, quelle farmaceutiche verso la produzione di medicinali di prima necessità gratuiti, quelle edili verso la costruzione di ospedali, case popolari, scuole ecc.
L’esperienza argentina delle fabbriche occupate ed autogestite, anche se non nazionalizzate, ha dimostrato come i lavoratori sono indispensabili ai padroni per realizzare il loro profitto ma che è falso il contrario. L’esempio più rappresentativo è quello della Zanon, fabbrica di ceramiche che, dopo il suo fallimento nel corso della grave crisi economica argentina del novembre 2001, ha riaperto grazie alla lotta dei suoi operai che ora controllano la produzione tramite i consigli di fabbrica e delegati di reparto eletti dai lavoratori e revocabili in qualsiasi momento. In questi anni la Zanon, rispetto alla gestione padronale, ha aumentato sia la forza lavoro, da 300 a 450 operai, sia la produzione mensile, da 300.000 a 380.000 metri quadrati di ceramica, e l’ha fatto nel pieno di una crisi economica epocale e senza le sovvenzioni statali da 300.000 pesos che il precedente proprietario riceveva ogni mese.

Federazione della Sinistra (ovvero federazione di PRC con PDCI e altri movimenti): sì o no, e a quali condizioni politiche e organizzative?
Oggi da parte di tanti compagni arriva la richiesta di unità; non credo di essere insensibile a tale richiesta sostenendo che per essere uniti non abbiamo bisogno di nuovi contenitori o scorciatoie organizzative che non sciolgono i nodi politici, come ad esempio quello delle alleanze, che è stato sempre la causa delle continue scissioni che si sono ripetute in questi anni.
Io credo che la vera unità la si costruisca, ad esempio, organizzando un intervento comune a sostegno dei lavoratori delle aziende in crisi, a sostegno dei No Tav, contro gli inceneritori ecc.. L’unità che porta risultati è quella che si costruisce dal basso, non quella imposta dai gruppi dirigenti.
Rifondazione Comunista dovrebbe lavorare alla costruzione di un vero partito di classe e questo non può che nascere nel pieno del conflitto sociale e rompendo quelle logiche governiste e istituzionali che sono le vere responsabili della crisi della sinistra.

In questi anni non ti è mai sorto il dubbio che il PRC abbia commesso un errore ad uscire dall’amministrazione provinciale?
No mai, anzi, credo che l’errore sia stato entrare in quella coalizione.
La nostra presenza in maggioranza non ha modificato di una virgola la politica filo-industriale della giunta Bernazzoli, anzi ha reso il partito complice di quelle politiche senza che fosse mai sollevata alcuna obiezione da parte dei nostri ex assessori. Una giunta che non ha fatto nulla per la stabilizzazione dei precari della Provincia, che è stata il più grande sponsor per la costruzione dell’inceneritore, che in un periodo di crisi come questo ha sostenuto le imprese incurante di tanti lavoratori che perdevano il posto di lavoro.
Una giunta colpevole, tanto quanto l’amministrazione comunale ed a braccetto con essa, della grande devastazione e consumo del territorio parmigiano a vantaggio solo dei grandi costruttori. E’ di questi giorni la notizia che Parma è la terza città italiana dopo Roma e Venezia come aumento di cementificazione, ad esempio concedendo ettari di terreno agricolo alla Parmacotto, avallando la costruzione di quattro nuovi mega centri commerciali e concedendo alla Norda, azienda d’imbottigliamento d’acqua, il permesso di triplicare la propria capacità produttiva passando da 30 a 90 milioni di litri l’anno, attraverso lo sfruttamento delle risorse idriche del territorio.
Essere parte di una maggioranza che porta avanti politiche opposte alle idee che noi difendiamo ha come effetto la perdita di credibilità di tutto il partito.

Quali sarebbero le maggiori differenze nell’amministrazione della città di Parma se al governo ci fossero i comunisti e non Vignali?
Vignali è il sindaco voluto dagli industriali di Parma e come tale ne salvaguardia gli interessi e porta avanti politiche che ne favoriscano i profitti.
In continuità con le precedenti amministrazioni che hanno reso “Parma città cantiere”, questa amministrazione altro non fa che portare avanti progetti di grandi opere tanto inutili per la cittadinanza quanto utili per gli interessi dei soliti palazzinari. Basta pensare al progetto della metro, per fortuna abbandonato, dell’Ospedale vecchio, della Ghiaia, dell’Efsa, della stazione e per ultimo del WCC che è un concentrato della politica di questa amministrazione: devastazione del territorio, speculazione edilizia ed esternalizzazione dei servizi, magari verso delle cooperative, magari anche le solite.
Un’amministrazione che ha reso “Parma città vetrina”, che ha privatizzato anche le panchine, che ha riempito la città di fioriere, ma che si è completamente disinteressata dei problemi reali della povera gente. Nulla è stato fatto per risolvere il problema abitativo che sta diventando sempre più un’emergenza. Con l’incedere della crisi sempre più lavoratori sono licenziati o in cassa integrazione e prima conseguenza è l’aumento degli sfratti per morosità, nonostante questo questa amministrazione non ha investito un euro per il rilancio di un Piano di edilizia pubblica.
Ogni anno poi aumentano i bambini che rimangono fuori da asili nido e scuole materne ma le risposte messe in campo da questa giunta sono davvero inadeguate e sono sempre uno strumento per il travaso di soldi pubblici a privati o cooperative che hanno oramai in mano la gestione dei servizi educativi dell’infanzia in questa città.
Oggi tanti cittadini immigrati lavorano sul territorio parmigiano prendendosi cura dei nostri anziani o facendo lavori estremamente faticosi, spesso sottopagati, e con molti meno diritti a causa della legge xenofoba Bossi-Fini. Questa amministrazione, invece di adoperarsi per l’integrazione di questi lavoratori, ha portato avanti solo delle campagne razziste in nome della sicurezza, fatte per dimostrare che si può essere leghisti anche senza la Lega, che partendo dalla repressione dei venditori ambulanti sono sfociate poi nel pestaggio di Emmanuel Bonsu.
Ora si dicono scettici sull’inceneritore, ma guarda caso questo avviene dopo le esternazioni contrariate di Chiesi e Barilla, che si dicono contrari per tutelare i loro profitti non perché hanno a cuore la salute dei cittadini. Noi pensiamo che l’inceneritore non va costruito perché è solo uno strumento per arricchire pochi a danno della salute di tutti. Quindi, se ad amministrare questa città fossero i comunisti, la differenza sarebbe nell’utilizzo delle risorse a bilancio del Comune e le fonti di prelievo di tali risorse.

Le elezioni comunali di Parma 2012: al momento mi pare che l’impostazione prevalente nel partito della Rifondazione comunista sia quella di correre da soli… o sbaglio? Qual è la tua opinione a riguardo?
Al momento non saprei dirti quale è l’orientamento prevalente nel partito sulle alleanze del 2012; ancora non si è aperto alcun dibattito sulla questione ma di sicuro ci saranno posizioni variegate.
La mia opinione sulla questione delle alleanze vale per le comunali di Parma come per qualsiasi altro luogo o livello istituzionale, è una posizione di carattere strategico. La mia contrarietà a qualsiasi accordo col centrosinistra nasce da un’analisi della natura borghese del PD. Al contrario dei quello che pensi tu Andrea (clicca qui), non credo che l’incapacità del PD di fare opposizione, sia a livello nazionale sia a livello locale, sia una questione di uomini o di scarsa qualità della loro classe dirigente. Io credo che il PD sia nato allo scopo di creare un partito di riferimento affidabile per la borghesia italiana e che quindi non riesca ad opporsi politicamente alle scelte di questo governo o di questa amministrazione perché fondamentalmente ne condivide il fine.

Veltroni dice che è finito il tempo del conflitto capitale-lavoro (come dimostra Pomigliano)…
Sì, e quando dice che bisogna essere equidistanti tra lavoro ed impresa, sta semplicemente dicendo noi non siamo più dalla parte dei lavoratori (sempre che lo siano mai stati realmente).
Questo risulta abbastanza esplicito anche osservando chi sono i sostenitori del progetto PD o chi è stato eletto tra le loro fila. Alcuni per tutti: De Benedetti, Della Valle, Calearo, Colaninno, Merloni, Soru, Illy, Ichino ecc.. praticamente il fulcro del capitalismo italiano ed i maggiori studiosi dello smantellamento dei diritti dei lavoratori. Non mi pare si possano rilevare differenze sostanziali nelle scelte politiche tra i due poli di centrodestra e centrosinistra. Possono cambiare le virgole ma la sostanza è la stessa.
Non certo in politica estera dove entrambi gli schieramenti sono a sostegno della linea guerrafondaia del governo degli Stati Uniti, o ancor meno in temi ambientali in quanto entrambi favorevoli alla costruzione di inceneritori, alla TAV, alla cementificazione sregolata. Sempre meno in tema d’immigrazione, anzi in questo caso fanno a gara a chi porta avanti con più efficacia la caccia all’immigrato da esibire come trofeo in nome della sicurezza dei cittadini.
Il nostro compito oggi è lavorare alla costruzione di un nuovo polo di sinistra antagonista alle destre e al Pd, non perchè non ci debba interessare governare, ma perchè è necessario farlo nell’interesse dei nostri referenti sociali e questo non è avvenuto e non avverrà alleandosi con il Pd. 

                                                                                         Andrea Marsiletti