
06/07/2012
h.11.30
A Beppe Grillo piace paragonarsi a Leonida, il re di Sparta la cui leggenda è legata alla strenua resistenza che nel 490 ac oppose sul passo delle Termopili con i suoi 300 opliti spartani, 700 tespiani e 400 tebani all’esercito persiano guidato da re Serse e stimato da Erodoto in cinque milioni di uomini.
Qui a Parma, in quello che dovrebbe essere l’esperimento di applicazione del grillismo dentro le istituzioni, la storia si sta scrivendo in modo opposto, i ruoli si invertono, e i grillini da greci si trasformano in persiani, da vincitori a vinti e così la seconda seduta del Consiglio comunale diventa la seconda guerra persiana.
Ieri la roboante mozione del M5S presentata in Consiglio comunale per le azioni di responsabilità “contro i rapinatori delle casse comunali in difesa dei cittadini rapinati” aveva assunto il significato dello scontro epico tra la nuova e la vecchia politica, tra l’Oriente e l’Occidente, della resa dei conti finale.
I consiglieri del Movimento 5 Stelle, i persiani, siedono nei banchi della maggioranza, sono tantissimi; quelli della minoranza sono pochi e condannati ad un’altra sconfitta; ma l’opposizione ha dalla sua l’esperienza dei navigati politici e, come i guerrieri spartani, fin da piccoli si allenano al combattimento corpo a corpo dentro il Consiglio comunale.
Ai primi roteare delle lance e urli di battaglia, ovvero alla minaccia di Pellacini, Ubaldi e Ghiretti di denunciare in Procura il consigliere comunale del M5S De Lorenzi, presentatore della mozione, per oltraggio alla loro credibilità, i persiani-grillini prendono paura e le loro file iniziano a rompersi. La minoranza, al contrario, acquista coraggio, comincia a crederci e per terrorizzarli urla ancora più forte: “Il vostro giustizialismo fa schifo. Siete degli onanisti della contabilità”. Uno di loro mi dice speranzoso dopo aver guardato negli occhi il nemico: “Sta a vedere che questi coglioni se la fanno sotto e ritirano la mozione”.
L’oracolo di Delfi ci aveva visto giusto: i persiani chiedono l’armistizio ma la minoranza, che sente già l’odore del sangue, non indietreggia e intima loro: “No, questa mozione è inaccettabile. Potete fare una sola cosa: ritirarla”. I persiani sono nel panico, non hanno idee, Serse disconosce la mozione, ne sottoscrive una nuova che per lui è una resa, per gli altri una vittoria.
Fuor di metafora, ieri in Consiglio comunale abbiamo assistito in diretta streaming alla capitolazione dei grillini che si sono rivelati incapaci di difendere le ragioni stesse per le quali sono stati eletti e, anzi, hanno ricercato in ogni modo per debolezza il consenso della vecchia politica, il cui annientamento totale era stato il principale motivo per il quale gli elettori li avevano votati.
Sotto i Portici del Grano gli esponenti del M5S rivolgevano strali di ogni tipo contro Ubaldi, Vignali, Buzzi e la vecchia amministrazione, adesso pensano che votare insieme a loro sia un grande obiettivo politico, che condividere le scelte con Ubaldi, Buzzi e Guarneri dia loro prestigio e autorevolezza istituzionale, senza comprendere che, al contrario, per i tantissimi che li hanno votati contro il Passato, contro la Continuità, contro il Sistema e contro la Casta è un’omologazione che crea un danno d’immagine incredibile.
Prima, incrociando i polsi, invocavano le manette per chi aveva generato il debito, ieri alla fine Lucio De Lorenzi si è cosparso il capo di cenere: “Chiedo scusa se ho offeso qualcuno. Ritiro la mia mozione”. Ad Ubaldi non pare vero sentire quelle parole, coglie la palla al balzo e tira le orecchie a tutto il M5S : “Va bene, avete rimediato, ma ciò serva di lezione per il futuro”. I grillini annuiscono e promettono che la prossima volta studieranno di più.
Andrea Marsiletti