
Disco verde in Assemblea regionale per il Progetto di Legge che istituisce i Distretti del biologico. Il consigliere Matteo Daffadà nel suo intervento in Aula: «Un lungo iter che ha coinvolto attivamente le comunità locali; una partecipazione che dimostra l’interesse verso queste realtà sempre più significative nell’economia dei territori, dalla pianura alle aree montane e fragili. Il Distretto del Biologico promuove l’alleanza tra agricoltura, operatori economici e istituzioni».
È arrivato a conclusione il percorso di regolamentazione, valorizzazione e promozione dei Distretti del Biologico in Emilia Romagna, adattando al contesto regionale la Legge nazionale di marzo 2022. «Questi distretti sono coalizioni tra agricoltori, trasformatori biologici, cittadini, vari enti locali e, ovviamente, le nostre istituzioni pubbliche. L’Emilia-Romagna è la prima regione in Italia a recepire e applicare il provvedimento nazionale tenendo conto delle specificità e delle esigenze locali – ha detto il consigliere Matteo Daffadà nel suo intervento – il testo iniziale è stato migliorato con l’introduzione di criteri di premialità per chi destina superfici maggiori alle colture biologiche e per le aree svantaggiate e fragili»
† Dialogo tra Maria Maddalena e Andrea Marsiletti sul lungolago di Tiberiade
La nuova legge disciplina il distretto del biologico, un’area geografica specifica dove almeno il 20% della superficie agricola viene coltivata utilizzando metodi biologici. In questo contesto viene premiato e incentivato il lavoro di più aziende che si mettono in rete, creando un circolo virtuoso in cui il successo e la sostenibilità sono promossi attraverso la collaborazione e l’adozione di pratiche agricole responsabili.
«Il testo approvato oggi favorirà e semplificherà la nascita di Distretti biologici in tutto il territorio, in pianura e nelle aree collinari e montane e sosterrà quelle realtà che hanno già avviato in questi anni un percorso costitutivo. Il provvedimento mira a ottimizzare l’intera filiera produttiva e distributiva dei prodotti biologici – continua Daffadà – si vuole, infatti favorire la vendita diretta, gli agriturismi, l’offerta di prodotti biologici nella ristorazione e la promozione del turismo rurale, culturale ed enogastronomico e così rendere più attrattivo l’intero territorio».
La legge sottolinea il riconoscimento strategico delle aree montane, interne o svantaggiate, prevedendo incentivi e priorità per le aziende presenti in queste zone e per i Distretti con oltre il 20% di Superficie Agricola Utilizzata e introduce il criterio della non sovrapponibilità territoriale.
«Crediamo di aver tenuto in giusta considerazione le indicazioni che ci sono giunte dai territori e che abbiamo inserito con nostri emendamenti nell’impianto originale, in modo da massimizzare i benefici e affrontare efficacemente le sfide locali – conclude con soddisfazione Daffadà – oggi consegniamo un lavoro positivo, premiato dal voto unanime di tutta l’Aula. Ora aspettiamo i bandi che conferiranno concretezza e attuazione al provvedimento».