Aquila reale, nidificazioni record nell’Appennino

SMA MODENA
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22/05/2010
h.15.40

“Una notizia veramente eccezionale”, parola di Pietro Poli, uno dei 5600 fan del Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano che ieri mattina potevano apprendere in anteprima la bella notizia rilanciata dal profilo Facebook dell’ente che unisce Emilia e Toscana.
E’ accaduto, infatti, che quattro su cinque coppie di Aquila reale stabilmente residenti all’interno dell’Area Protetta nel Parco hanno deposto uova che, in queste ore, stanno schiudendo.
“Potrebbe sembrare un fatto normale, ma invece per le aquile non lo è affatto. Perché, questi rapaci non nidificano ‘obbligatoriamente’ ogni anno e molti sono i fattori che, spesso, provocano annate anche susseguenti in cui alcune coppie non si riproducono” spiega Mario Pedrelli, della Lega italiana per la protezione uccelli (Lipu) di Parma responsabile del progetto, sostenuto dal Parco, “Aquila Reale” che si concluderà entro il 2010 e prevede il monitoraggio e la salvaguardia di questi esemplari.
Siamo nelle valli dei cavalieri, però, dove i briganti di un tempo insegnavano a trasgredire le regole… E non è casuale di quanto sia crescente il numero di persone che si dedica soggiornare negli agriturismi del territorio magari per passare dalle ciaspolate invernali al birdwatching, la passione dell’osservazione degli uccelli in natura.
Il segreto per questa nidificazione record? “Nidificare con ‘frequenza’ e senza titubanze è certamente indice di qualità dell’ambiente, oltre che la grande disponibilità trofica necessaria per l’allevamento dei giovani e la totale assenza di disturbo diretto: tali indicatori sono strettamente legati alla presenza di un’area protetta di assoluto valore come il Parco Nazionale”. Poi c’è un’altra particolarità “questa nidificazione è avvenuta in un areale relativamente stretto per ospitare ben cinque coppie: in Appennino questi animali rari stanno bene”.
Non è finita. “A differenza dello scorso anno stiamo scoprendo che in regione più del 90% di tutte le coppie presenti stanno nidificando”.
Raddoppierà la popolazione?
“Affatto. Occorrerà attendere l’allevamento del giovane che durerà almeno tre mesi. E a un anno d’età i giovani saranno scacciati dai genitori dal territorio. E’ questo il momento più critico: vagheranno per l’Appennino (ma non per centinaia di chilometri), impareranno a sopravvivere e solo al 4° o 5° anno potranno riprodursi con un compagno o una compagna, sempre che trovino un territorio da occupare che faccia al caso loro..”.
“Finalmente nel nostro Parco questo eccezionale rapace sta trovando il giusto apprezzamento” spiega Giuseppe Vignali, direttore del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e ricorda la presentazione dello Studio preliminare dell’Aquila reale, finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, svoltosi la scorsa estate a Castelnovo Monti. “Siamo consapevoli – conclude – che queste presenze offrono opportunità in chiave di indicatori ambientali, ma pure di promozione del territorio”.