L’assassinio di Lincoln

SMA MODENA
lodi1

14/04/2015

ACCADDE OGGI: Il 14 aprile 1865 il presidente Abraham Lincoln rimase vittima di un attentato al teatro Ford di Washington dove si trovava per assistere ad una rappresentazione teatrale di Our American Cousin.
L’attentatore, John Wilkes Booth, riuscì ad avvicinarsi inosservato al palco presidenziale e sparò alle spalle a Lincoln colpendolo alla nuca. Colpì poi con un pugnale un ufficiale dell’esercito che cercava di bloccarlo e si lanciò giù dal palco gridando “Sic semper tyrannis! – “Così sia sempre per i tiranni”, la frase che Bruto avrebbe pronunciato pugnalando Cesare e che era il motto della Virginia. Pur con una gamba rotta a causa della caduta riuscì a dileguarsi a cavallo.
L’attacco era avvenuto solo cinque giorni dopo che il generale confederato Robert E. Lee si era arreso ad Appomattox Court House, ponendo fine alla guerra civile sul fronte virginiano, iniziata esattamente quattro anni prima, il 13 aprile del 1861 con il bombardamento e la caduta di Fort Sumter. Nel mese di aprile del ’65 l’imminente collasso delle truppe della Confederazione, ormai prive di rifornimenti e impossibilitate a riceverli a causa del blocco navale e dell’occupazione Unionista di vari stati sudisti, spinse Booth ad ordire un piano disperato di salvare il Sud. Con l’assassinio di Lincoln e di due dei suoi possibili successori, Booth e un ristretto gruppo di cospiratori speravano di gettare il governo degli Stati Uniti nel caos.
La sera del 14 aprile, Lewis T. Powell fece irruzione nella casa del Segretario di Stato Seward, ferendo gravemente lui e altre tre persone presenti, mentre George A. Atzerodt, che doveva eliminare il vice presidente Johnson, si perse d’animo e desistette.
Lincoln, ferito a morte, fu portato in un’abitazione di fronte al teatro Ford. Alle 7.22 circa del mattino successivo moriva, e raggiungeva il non ricercato primato di essere il primo presidente degli Stati Uniti a venir assassinato. Booth, inseguito dall’esercito e dalla forze di polizia, fu infine messo alle strette in un fienile nei pressi di Bowling Green, in Virginia, ed ivi morì per una ferita – si pensa auto-inflitta – prima che l’edificio crollasse divorato dalle fiamme.
Delle altre otto persone a lui collegate ed imprigionate per cospirazione quattro furono successivamente processate ed impiccate. Lincoln, il sedicesimo presidente degli Stati Uniti fu sepolto il 4 maggio 1865 a Springfield, nell’Illinois.

Alessandro Guardamagna