
20/08/2009
“Nel Paese dove festini inconfessabili diventano “simpatiche cenette”, non sorprende più di tanto l’ipocrisia con la quale l’annunciata “sanatoria” per i clandestini è diventata la più digeribile emersione dal lavoro irregolare di colf e badanti extracomunitari”. Esprime preoccupazione e perplessità Raffaele Tagliani, responsabile Politiche Immigrazione della Cgil di Parma, che sottolinea con decisione che “di vera e propria sanatoria si tratta e, leggendo nei dettagli il decreto legge di accompagnamento, di sanatoria generalizzata”.
“Intendiamoci – aggiunge Tagliani – che una sanatoria fosse ormai improcrastinabile è dato certo, ma che l’unico target individuato sia quello delle famiglie con le proprie badanti è una palese ingiustizia, oltre che una mistificazione”.
Il decreto prevede che il datore di lavoro/famiglia, nel momento della richiesta di regolarizzazione, denunci di avere alle proprie dipendenze il clandestino, ovviamente in nero, a partire, come minimo, dal 1° aprile 2009. Una vera e propria autocertificazione, con scarsissime possibilità di verificarne la veridicità.
“Ora, l’unica domanda da porsi – precisa Tagliani – è quanti manovali, braccianti, operai, eccetera diventeranno improvvisamente colf o badanti per potersi aggiudicare così un permesso che li trasformi da invisibili in “persone” socialmente riconosciute”.
“La richiesta di regolarizzazione – spiega ancora Raffaele Tagliani – si potrà presentare a partire dal 1° settembre. La compilazione e l’invio del modulo on line sono completamente gratuiti. Non sono previste graduatorie a tempo né quote d’ingresso per accedere al beneficio, a differenza del precedente decreto flussi di nefasta memoria. Inoltre, il decreto ha suddiviso in due tipologie i possibili beneficiari del provvedimento: colf per le quali la famiglia richiedente dovrà dimostrare di avere un reddito minimo di 20 mila euro o 25 mila se in famiglia ci sono più persone che percepiscono reddito; oppure badanti per le quali occorrerà allegare una certificazione medica attestante le limitazioni dell’autosufficienza della persona assistita e l’eventuale necessità (se richiesta) di due badanti”.
La dichiarazione di emersione costerà 500 euro per ogni lavoratore da regolarizzare. Inoltre, successivamente alla regolarizzazione, nel momento stesso dell’assunzione il datore di lavoro/famiglia dovrà pagare anche i contributi evasi a partire, come minimo, dal 1° aprile scorso. “Insomma – conclude Tagliani – per lo Stato non si potrà parlare, per ovvi motivi elettorali, di “sanatoria” ma, dato che pecunia non olet, alle casse del Paese questa sanatoria certamente conviene. Poco importa, poi, se i soldi che entreranno per l’ennesima volta proverranno da quelle categorie di persone – clandestini e pensionati – che più avrebbero bisogno di avere invece che dare. A tutto ciò si aggiunga un ulteriore pericolo, non proprio peregrino: il rischio di speculazione da parte di chi, in virtù di questa indicibile sanatoria, sarà autorizzato ad offrire servizi di compilazione delle domande a prezzi non proprio popolari”.