Azione Parma scrive a Bonaccini: “Caro presidente, sulle scuola…”

Azione Parma aveva scritto al Presidente Bonaccini in merito alla riapertura delle scuole in presenza.

Ieri il Tar ha sospeso l’ordinanza di sospensione delle attività in presenza firmata da Bonaccini (leggi).

Caro Presidente,

la Scuola è un servizio fondamentale e lo rimane anche durante questa pandemia.

Lei stesso ha “sempre posto la scuola tra le priorità”.

Ed infatti avevamo appreso con molto piacere la notizia, aggiornata fino allo scorso 6 gennaio, secondo cui Ella confermava che l’Emilia-Romagna era pronta a tornare in classe il prossimo 7 gennaio: “ci sono quindi tutte le condizioni affinché il 75% delle studentesse e degli studenti delle scuole superiori emiliano-romagnole possano tornare a fare lezione in presenza”.

È accaduto, tuttavia, che dopo solo due giorni la Sua Giunta decideva di tornare sui propri passi e tenere le scuole superiori chiuse almeno fino al 25 gennaio: sinceramente, questa decisione non la comprendiamo.

Osserviamo infatti che:
– quando le scuole hanno chiuso, a novembre, il CTS rappresentava che quelle non erano luogo di diffusione del virus;
– l’Istituto Superiore di Sanità afferma che le scuole hanno contribuito alla diffusione del virus per il 2% dei casi totali di contagiati;
– uno studio tedesco mostra che né le chiusure estive ne’ le chiusure autunnali hanno avuto alcun effetto significativo sul contenimento della diffusione del covid-19.

Sono i trasporti il problema? No di certo, visto che potete ringraziare – con giustificata e da noi condivisa soddisfazione – lo “straordinario lavoro di squadra insieme a Prefetture e Ufficio scolastico regionale, agli enti locali e alle aziende di trasporto pubblico locale, nonché con le organizzazioni sindacali”.

Di contro i nostri ragazzi stanno subendo delle gravi ripercussioni per la assenza forzata di socializzazione, circostanza che appare drammaticamente sottovalutata.

Dicono gli esperti che le restrizioni delle relazioni sociali stanno avendo una ricaduta negativa grave, generando ansia, depressione, con un importante aumento di instabilità emotiva, irritabilità e cambiamenti del tono dell’umore (vedi il Rapporto di Telefono Azzurro).

Per tacere dell’aumento di uso delle sostanze stupefacenti dall’inizio della pandemia tra gli adolescenti, proprio grazie al malessere che la carenza di contatti sociali ha creato, come confermato dallo stesso Ministero della Salute.

È con spirito collaborativo, Presidente, che Le chiediamo di valutare nuovamente la posizione della Sua amministrazione e considerare l’opportunità di una immediata riapertura delle scuole superiori anche solo al 50%.

Ciò anche sulla base di un ulteriore spunto di riflessione proveniente dalla pronuncia, diffusa ieri, del TAR Lombardia che ha annullato l’analogo provvedimento di proroga della DAD in quella Regione.

I giudici hanno rilevato come il provvedimento, “per contenere gli assembramenti adotta misure incidenti sulla didattica in presenza, rispetto alla quale non evidenzia alcun peculiare pericolo di diffusione epidemiologica”.

In sostanza, si afferma, il pericolo che l’ordinanza vuole fronteggiare non è legato alla didattica in presenza in sé e per sé considerata, ma al rischio di assembramenti correlati agli spostamenti degli studenti; emerge così l’irragionevolezza della misura disposta, che, a fronte  di un rischio solo ipotetico di formazione di assembramenti, anziché intervenire su siffatto ipotizzato fenomeno, vieta radicalmente la didattica in presenza per le scuole di secondo grado, didattica che l’ordinanza neppure indica come causa in sé di un possibile contagio.

La vicenda si applica alla Lombardia ma si adatta perfettamente alla Regione da Lei governata.

Con stima.

Coordinamento Parma in Azione
Matteo Ferroni
Gianfranco Brusaporci

perlavalbaganza