
“Sono cadute le preclusioni tecniche sugli usi plurimi per la cassa di espansione sul Baganza e per la realizzazione della diga di Armorano. La Regione Emilia-Romagna intende muoversi nelle direzioni suggerite dai tecnici o vuole porre ancora veti ambientalisti?”. I consiglieri regionali della Lega Emiliano Occhi e Fabio Rainieri, vicepresidente dell’Assemblea legislativa, vogliono fare chiarezza sulle notizie emerse nel corso dell’incontro tenutosi lo scorso 29 giugno a Felino nel corso del quale Gianluca Zanichelli, direttore facente funzioni di Aipo, insieme agli altri relatori, avrebbe evidenziato che sta avanzando la possibilità di una soluzione tecnica che consentirebbe gli usi plurimi alla Cassa di espansione che si sta costruendo a Casale di Felino ed avrebbe aperto anche alla realizzazione la diga sul Baganza.
“L’Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo) è controllata dalle Regioni bagnate dal grande fiume, tra le quali l’Emilia-Romagna. Ci hanno dunque sorpreso le dichiarazioni dell’ingegner Zanichelli visto che la vicepresidente della Regione Irene Priolo ha sempre sostenuto che la diga di Armorano non fosse nei piani della Regione” hanno sottolineato i leghisti, annunciando la presentazione di un’interrogazione nei prossimi giorni.
† La messa di mezzanotte (di Marcello Frigeri)
“Chiederemo alla Regione nuove delucidazioni sui progetti per il torrente Baganza. Si riscontrano problemi nella realizzazione della cassa di espansione? La soluzione di farla funzionare non solo per il contenimento delle piene ma anche come per l’irrigazione dei campi in caso di siccità, che la stessa Priolo da tempo annuncia da tempo si sta studiando, sarebbe quella di poterla mantener piena a metà in regime ordinario. La Giunta regionale vi vuole investire o farà finta di niente? E ancora, la diga di Armorano è effettivamente realizzabile e intende ascoltare l’opinione dei tecnici e degli accademici? Vogliamo vederci chiaro perché potrebbe anche essere che la Regione, dopo il disastro del mese di maggio, abbia invertito la rotta e compreso l’importanza degli invasi, dopo decenni di veti ideologici ambientalisti” hanno concluso Occhi e Rainieri.