«Basta con il “comunismo piadina e lambrusco”»

Steam18_05

14/03/2010
h.20.00

New Sensation“, la politica vista dai ventenni e dai trentenni.
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Intervista a Massimiliano Bonu, coordinatore cittadino del PDL di Parma e dirigente nazionale di Giovane Italia.

Max, ma cosa sta succedendo dentro il PDL nazionale, con gente che va a mangire dei panini invece di consegnare le liste, con i decreti salvaliste inapplicabili… visto dal tuo osservatorio di ex esponente di AN (e quindi proveniente da un partito organizzato), il PDL è davvero un partito di dilettanti allo sbaraglio come l’ha definito Bossi?
No. Il PDL è il più grande partito d’Italia, nato da due esperienze diverse ma ugualmente importanti ma che, come è normale, ha bisogno di un po’ di tempo per assestarsi. Guardiamo, ad esempio, il Partito Democratico, che non si è ancora sistemato dopo una travagliata traversata nel deserto che prosegue ormai da più di 15 anni, attraverso svariati cambi di nome ma non di sostanza, né di deludenti risultati; un partito dove l’anima più cattolica e moderata sta fuggendo a gambe levate, in particolare dopo l’elezione del neo segretario Bersani, fulgido esempio di quel partito invasivo fatto di funzionari e dirigenti, ma lontano dalla gente.
Bisogna però fare una seria riflessione ed autocritica su quello che è successo a Roma e Milano per la presentazione delle liste, dove indubbiamente vi sarà stato, per così dire, un “eccesso di zelo”, di qualche magistrato ma dove, al contempo, sono state commesse delle leggerezze del tutto inaccettabili che finiscono per danneggiare tutta una classe dirigente del partito che invece ha sempre svolto il proprio ruolo con competenza, responsabilità ed attenzione.

Sono gli effetti della teoria del “partito leggero”…
Il “partito leggero” è una chimera più adatta ad associazioni e movimenti d’opinione che durino una stagione. Per chi, come me, ha per anni militato in un partito “vero”, non si può trascendere dalla necessità di avere una struttura forte, solida, organizzata, responsabilizzata e che possa essere uno strumento competitivo per i nostri militanti ed eletti e non una fucina di “contentini” per i bisognosi di turno.
La politica dei prossimi anni dovrà necessariamente fare i conti con una nuova fase nella quale le istituzioni “partito” dovranno necessariamente innovarsi attraverso una meritocrazia più evidente, una moralizzazione necessaria e la necessità di tornare a delle strutture più professionalizzate, chiare ed efficienti. Sono convinto che in tutta Italia si stia facendo avanti una classe dirigente di giovani politici ed amministratori che è maturata con valori differenti rispetto a quella dei propri predecessori, e che ha saputo darsi regole e strutture che a qualcuno possono sembrare un po’ antiquate ma che in realtà possono rappresentare il futuro.

Tra Fini e Berlusconi un pò di scintille non mancano mai. Qui a Parma a che punto è l’integrazione tra ex di AN e ex di Forza Italia?
Dividiamo in due la questione. Per quanto riguarda il rapporto tra i due leader e cofondatori del PDL, ritengo siano assolutamente legittime e normali delle differenze di pensiero necessarie in un partito di queste dimensioni e se alle volte i giornali esagerano nel riportare tensioni, in realtà molto meno pronunciate, noto sempre più spesso che l’oggetto del contendere tra Berlusconi e Fini sia riferito alla democrazia interna e struttura del partito. Ben venga che si discuta di questo!
Forse qualcuno non è mai contento, una volta il PDL è troppo monolitico ed appiattito sul leader, la volta successiva il PDL è il partito delle liti ed una polveriera con fronde da ogni lato; non è così, il PDL è il più grande partito d’Italia, che governa il Paese e che è composto da centinaia di migliaia di militanti e milioni di elettori. Se le fibrillazioni interne esistono è un dato di vitalità poiché, a differenza di quel che pensano i soliti menagramo, siamo un partito nel quale la stragrande maggioranza delle persone sa usare bene la propria testa e dove non avvertiamo nessun bisogno di quella presunzione culturale di superiorità morale tipica di una sinistra livorosa e stucchevole, dove oggi albergano i veri centri del potere. E’ questa la sinistra conservatrice di Di Pietro e dei popolini viola, dove al mattino ci si riempie la bocca di Costituzione e legalità mentre la sera si attacca in maniera inaccettabile il Presidente della Repubblica.
Per quanto riguarda invece l’integrazione fra le due maggiori componenti del partito nella nostra città, direi che il lavoro è in fase avanzata, grazie anche all’incessante lavoro del Coordinatore e del Vice Coordinatore provinciale. Abbiamo iniziato a raccogliere e a far confrontare i più di cento eletti che il partito esprime sul nostro territorio, sindaci, assessori, consiglieri provinciali, comunali e di quartiere, dalla Bassa alla Montagna passando per la Città e tutta la fascia pedemontana. E’ un grande lavoro che coinvolge tutti, dai componenti del Coordinamento Provinciale ai singoli militanti passando per i Coordinatori e Vice Coordinatori comunali.
E’ ovvio che per fare questo lavoro c’è bisogno della volontà di costruire insieme per il bene del partito e non per la propria visibilità e interessi personali.

Quale candidato sostieni in questi regionali?
Non è un mistero per nessuno che, a titolo esclusivamente personale, io sostenga l’amico candidato Luigi Giuseppe Villani in quanto ritengo che rappresenti al meglio il partito, che infatti è in grandissima parte impegnato a sostenerlo.
C’è fortemente bisogno, nel nostro territorio, di un combattente che sappia lavorare per tenere lontano da Parma l’artiglio di quella sinistra Bologna-centrica che rappresenta l’Emilia-Romagna di Errani e Del Bono, della cooperativa Argenta e dei buchi milionari nelle ASL.
Ma c’è anche bisogno di un rappresentante in Regione (con una giunta che speriamo presieduta da Anna Maria Bernini) che sappia essere vera sintesi tra le tante anime che compongono questo partito, l’anima moderata e cattolica, l’anima laica e socialista, e la mia, quella di una destra che sappia essere identitaria, democratica, europea e innovatrice.

Come hai intenzione di interpretare il ruolo di coordinatore cittadino del PDL? Quali iniziative hai in mente?
Insieme all’amico e Vice Coordinatore cittadino Claudio Mantovani e al responsabile dei consiglieri di quartiere Giampiero Marinari ci siamo già messi in moto al fine di diventare il prima possibile operativi nel creare un coordinamento cittadino in grado di poter gestire un partito che a Parma sta per prendere la rincorsa per tornare a vincere le elezioni comunali fra qualche anno. Per continuare a governare, sempre meglio e nell’interesse dei cittadini, questa città è necessario strutturarsi, individuando precise funzioni e responsabilità, diventando un supporto ai nostri rappresentanti in giunta e in Consiglio Comunale, mettendoci al contempo al servizio dei nostri Presidenti e consiglieri di quartiere.
Il PDL nel nostro capoluogo di provincia esprime di gran lunga la truppa più numerosa di eletti, dobbiamo cominciare, pancia a terra, ad amalgamare questo consistente gruppo di persone ai quali vanno ad aggiungersi le centinaia di militanti e simpatizzanti.
Per affiancarci a questo ambizioso obiettivo è necessario puntare in alto, facendo sì di veicolare il più possibile l’ottimo lavoro dei nostri assessori e delegati, l’incessante battaglia dei nostri consiglieri comunali e la costante ed encomiabile dedizione di chi vive profondamente i quartieri come consigliere. Un percorso che deve coinvolgere tutti coloro che hanno voglia di far parte di una squadra vincente, che vivono il PDL con orgoglio e che lasciano da parte scaramucce e beghe personali.
L’ambizione è anche quella di ramificarsi operativamente sul territorio, creando nuovi punti di contatto coi cittadini e coi simpatizzanti per sottrarre, ancor di più, il controllo del territorio alle sinistre.

Quale giudizio dai dell’amministrazione di Vignali? Cosa ti convince e cosa ti convince di meno?
L’amministrazione Vignali è una delle amministrazioni più moderne e innovative d’Italia, perfetto ritratto di un ottimo sindaco che gode in città di un ampio consenso. Sono sempre più frequenti gli amministratori che si recano nella nostra città per studiare le avanzate politiche che essa esprime in particolare nei servizi alla persona, nella viabilità e ambiente, e nell’attenzione alle disabilità.
Come sempre tutto è migliorabile e perfettibile, l’impegno mio è quello di poter essere, oltre che supporter, anche pungolo e cinghia di trasmissione dei problemi dei cittadini affinché l’amministrazione migliori ancor di più lo standard della qualità di vita in questa città.

Secondo te come finiranno le elezioni regionali a livello nazionale? Il vento spira ancora a favore del centrodestra oppure, non dico che ha iniziato a tirare per il centrosinistra, questa spinta si sta esaurendo?
Tanti sono i sondaggi di questi giorni che parlano di un testa a testa in un gran numero di regioni e sono convinto che l’alto livello delle candidature da noi espresse in quelle regioni possa permetterci di vincerne un buon numero. Alcune esperienze passate ci hanno dimostrato come nessuna battaglia sia persa in partenza, quindi non escluderei qualche sorpresa in regioni date già per perse da qualcuno.
Buon esempio, può esserne, l’Emilia-Romagna, dove di fronte al grigio funzionario di partito Errani successore a sua volta del grigissimo funzionario di partito Bersani, ottimi esempi di quel “comunismo piadina e lambrusco” di cui possiamo ben godere anche nella nostra provincia con il presidente Bernazzoli, i cittadini potrebbero scegliere una donna del territorio, con una grande capacità comunicativa ed una profonda competenza come Anna Maria Bernini.
Non so dirti Direttore se questa corsa si concluderà con un esito positivo o negativo per noi, ma ti posso assicurare che noi, unica città capoluogo dell’Emilia-Romagna governata dal centro destra, questa corsa la corriamo con la massima convinzione. Vedo già tanti gufacci appollaiarsi sugli alberi nella convinzione che il vento stia cambiando e che il centro destra cominci a perdere colpi. Non so come, ma ho la nitida sensazione che questi volatili possano continuare ancora per un bel pezzo a mandar giù solo della bile.

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