
14/09/2009
h.16.10
Il grado di civiltà di un paese si qualifica nel proprio sistema giuridico il quale non può prescindere dalla certezza della pena in particolare per i colpevoli di reati contro la persona.
Certezza della pena che si interfaccia direttamente con il sistema penitenziario del quale protagonista indiscussa è sicuramente la Polizia Penitenziaria: un corpo troppe volte colpevolmente ignorato dalle istituzioni e dal sistema politico in generale soprattutto in relazione alle insicure, penalizzanti e afflittive condizioni di lavoro.
Perciò ci troviamo a denunciare oltre all’insostenibile sovraffollamento delle strutture, in particolare per il penitenziario di via Burla a Parma, le carenze d’organico e di dotazioni logistiche oltre che di mezzi sicuri del Corpo di Polizia Penitenziaria.
Ricordando di evitare le ormai note passerelle e stantie promesse d’attenzione e impegno, alle amministrazioni locali e nazionali, ma viceversa di provvedere ad atti concreti per far fronte ad una situazione che diviene di giorno in giorno sempre più insostenibile.
D’altronde condizioni di lavoro dignitose in un quadro di salubrità e sicurezza dovrebbe essere sancito per legge, e la Polizia Penitenziaria non può e non deve fare eccezione.
Emanuele Ascolillo
Dirigente Nazionale de “La Destra”