
29/03/2012
h.13.50
La Carta di Parma? Uno dei successi della Lega di cui andiamo giustamente fieri, peccato solo che l’immagine sia stata compromessa dalle vicende giudiziarie della passata amministrazione”.
Usa toni amari Andrea Zorandi, candidato sindaco al Comune di Parma per la Lega nord, parlando del documento fortemente voluto dall’ex ministro degli Interni, Roberto Maroni e di come quell’esempio riuscito di “federalismo dal basso” sia stato vanificato da quanto successo nell’ultima estate in via del Taglio.
“Gli arresti, gli avvisi di garanzia, tutto questo – spiega l’esponente del Carroccio – hanno leso pesantemente, finendo per offuscarlo, uno dei momenti più alti, forse il più alto tra i traguardi che in Italia siano stati raggiunti in materia di federalismo e sicurezza. Parma, in quel momento, era divenuta il centro nevralgico, il cuore pulsante di un comune sentire che spaziava da destra a sinistra: questa città era arrivata a interpretare e divenire espressione della richieste della gente, un laboratorio di idee, il punto di riferimento di un n uovo modo di agire da parte dei sindaci.
Tutto rovinato – prosegue Zorandi – compromesso in modo definitivo e irreparabile con gli arresti che hanno decapitato i vertici della Polizia municipale meno di un anno fa e che è stato il primo momento di un passaggio che di lì a qualche mese avrebbe portato alla caduta della giunta Vignali, che di lì in avanti non ha più saputo riprendersi.
Lo ripeto: l’immagine di questa città e nella fattispecie della sua Carta dei sindaci è stata lesa nel profondo da un’Amministrazione che tra le tante altre cose ha lasciata in eredità pure questo, l’esser stata in grado di dilapidare un patrimonio e una ricchezza di tutti, non solo dei parmigiani”.
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