“Catturati tanti latitanti nonostante il Governo”

SMA MODENA
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01/12/2010

ParmaDaily intervista Antonio Ingroia, procuratore antimafia di Palermo.
Antonio Ingroia si forma professionalmente a Palermo, sua città natale, a partire dal 1987, nel pool di Falcone e Borsellino. Quest’ultimo l’aveva espressamente voluto al proprio fianco.
Sostituto procuratore a Palermo dal 1992 con Gian Carlo Caselli, diviene un importante pubblico ministero antimafia, si occupa di noti casi legati alla malavita organizzata, come il caso Contrada, e conduce processi di una certa rilevanza sui rapporti tra la mafia e il mondo della politica e dell’economia.
Una delle indagini che fanno capo a lui riguarda l’attuale senatore del PdL Marcello Dell’Utri, che avrebbe fatto da ponte tra mafia del sud e mondo imprenditoriale del nord, attraverso mafiosi come Salvatore Riina e i fratelli Graviano. Ingroia ottiene una prima condanna per Dell’Utri nel 2004. Durante l’indagine preliminare fu indagato anche Silvio Berlusconi, ma poi la sua posizione fu archiviata.
Nel 2009 è stato nominato procuratore aggiunto della procura distrettuale antimafia di Palermo.

Dott. Ingronia, la presenza della mafia in Italia non è una novità. Com’è cambiata negli ultimi dieci anni?
Negli ultimi dieci anni la Mafia è diventata sempre più Mafia degli affari e Mafia finanziaria. Falcone diceva quasi trent’anni fa che la Mafia era entrata in Borsa; potremmo dire che la Mafia che era entrata in Borsa allora e non è più uscita, anzi, ha messo radici molto profonde.
Ormai non esistono regioni in Italia dove la Mafia sia assente, sia come presenze umane che come presenze finanziarie. Quindi bisogna attrezzarsi per difendersi da una Mafia che, radicata ovunque, anche al nord, non è più la Mafia delle coppole e della lupara ma dei colletti bianchi e dei grossi investimenti finanziari.

Borsellino diceva che “Non basta la magistratura per combattere la Mafia ma occorre una politica antimafia”. Esiste oggi in Italia una politica antimafia?
C’è, ma solo in parte, nel senso che, ciò a cui si riferiva Borsellino era una politica antimafia che avesse una sua strategia, cosa che oggi non c’è. C’è al limite una politica antimafia del momento che cerca di sfruttare anche le finalità propagandistiche della lotta alla Mafia sebbene in realtà non ha mai investito risorse ed energie per eliminare la Mafia ma solo per contenerla.

Sulle recenti catture di superlatitanti mafiosi il Governo si è assunto dei meriti…
Mi viene anche da sorridere, perché il merito va alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura che hanno catturato i latitanti nonostante i tagli e nonostante la legislazione attuale sia una legislazione che indebolisce la Magistratura.
E per fortuna che non sono passate tutte le leggi che si volevano far passare, come la legge sulle intercettazioni che avrebbe letteralmente disarmato Polizia e Magistratura proprio sul fronte della cattura dei latitanti.

Come possono i singoli cittadini contribuire nella lotta alla mafia?
I momenti più felici nella lotta alla Mafia si hanno quando i Magistrati e le Forze dell’Ordine vengono accompagnati da un movimento ampio, di massa, antimafia. I successi e anche i grandi passi legislativi sono stati spesso ottenuti sulla scia delle grandi spinte dal basso. I cittadini possono fare davvero tanto e informandosi scongiurano i luoghi comuni e la disinformazione imperanti. Dopo l’informazione però occorre anche la partecipazione e l’impegno.

Nel suo libro “Storie di mafie e antimafia” scrive del silenzio di Silvio Berlusconi nel processo a carico di Dell’Utri avvalendosi della facoltà di non rispondere quando lo interrogò. Se avesse parlato, quali avrebbero potuto essere le conseguenze?
Bè, avrebbe dato un suo contributo importante; poi, ovviamente, la sua verità andava verificata ma ci sarebbe stato un passo avanti nella ricerca della verità.

A volte in Italia si ha l’impressione che a fare i furbi, gli ipocriti e gli opportunisti convenga. Cosa vuol dire essere cittadini onesti?
Vuol dire innanzitutto andare a dormire sereni alla sera e al risveglio potersi guardare allo specchio a testa alta. Poi è anche vero che i più disonesti oggi sono in carcere.

Cosa pensa della presenza di condannati in Parlamento?
Penso che fino a quando la politica non farà pulizia al proprio interno la nostra democrazia non diventerà mai una democrazia matura.

Come fare questa pulizia?
Con una Politica che anziché essere con la “p” minuscola che cerca impunità e privilegi abbia la “P” maiuscola in modo tale da essere riferimento per i cittadini.

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