“Ce n’è per tutti”

SMA MODENA
lombatti_mar24

25/11/2009

Gianluca, un giovane uomo travolto dal dolore e dalle miserie del mondo, sale in cima al Colosseo con uno zaino pieno di poesie mai pubblicate. Ai piedi del monumento si raccolgono i primi soccorsi e i primi curiosi che provano a interpretare gesti e intenzioni del ragazzo.
Eludendo controlli e vigili del fuoco, la nonna di Gianluca raggiunge il nipote in cima al Colosseo, curando il suo malessere esistenziale con la parmigiana e le storie di un passato remoto. Intanto gli amici di Gianluca, informati dell’accaduto, si organizzano per raggiungerlo e per provare a convincerlo a tornare “coi piedi per terra”.
Da una casa di cura per signore e lunghe degenze si avviano Eva e Isa, infermiere chiacchierone e incompatibili, dall’Eur e dall’ennesima dimostrazione di un aspirapolvere aspiratutto (signore comprese) arrivano Paolo e Bruno, rappresentanti irrapresentabili di un’azienda e di loro stessi, da una strada trafficata avanzano a fatica Claudia e Daniele, attrice ninfomane lei, innamorato incompreso lui. Perdendosi e confondendosi raggiungeranno la meta e la consapevolezza.
Dopo un esordio bordeline e a tutto Gas, Luciano Melchionna, autore e regista teatrale, raddoppia e mette in scena una messe di personaggi in cerca di un poeta in bilico sulla vita e sul Colosseo. Trasposizione di una pièce di Luca De Bei, Ce n’è per tutti accosta un piano umoristico e vitale, ai limiti dello straniamento, a uno sguardo affettuosamente benevolo ma lucido sulle ragioni di un diffuso male di vivere.
Deciso ad emanciparsi dall’estetica (classica) del palcoscenico da cui proviene, Melchionna dimostra una volta di più una surreale immaginazione, procedendo per accumuli ed ellissi, frenesie e pause, alla ricerca di un interessante e originale disequilibrio narrativo.
Se qualche difetto è evidente, non si può non riconoscere al regista un’inventiva fuori dal comune e un affetto non moralistico nei confronti dei suoi personaggi, che coinvolge e commuove. Alla guida di un’umanità sull’orlo dell’abisso e di una crisi di nervi c’è un giovane poeta che guarda al mondo da un’altra e più alta prospettiva.
Il Gianluca di Lorenzo Balducci, protagonista del precedente film di Melchionna e irresistibile librettista libertino nell’ Io, Don Giovanni di Carlos Saura, è il lirico personaggio di un mondo e un film tristemente ottimista e inesorabilmente vivo.
Il film coglie bene la condizione di smarrimento di uomini e donne che si schiantano con il proprio passato, evocandone i fantasmi (la nonna di Gianluca), che guardano al futuro (con sospetto) e che provano (forse) a vivere il presente.
Punto di forza della commedia drammatica di Melchionna è pure la generosità delle performance attoriali, inserite dentro una Roma desaturata che si lascia prendere dalla malinconia, precipita in asprezza (la scena amara di un quasi stupro) o si stempera nella musica melodrammatica di Gluck o negli onirici “miraggi” di Momo.
Ce n’è per tutti produce il senso e l’urgenza di un’interrogazione aperta sulle cose che accadono, un giudizio che si sospende carico di una minaccia (la morte di un poeta), di speranza o di cosciente solitudine. Solo la forma è più leggera, un divertissment esistenziale alla maniera di un’indagine.

(Si ringrazia Mymovies.it per la collaborazione)
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