Cgil sul caso Miloud: “Non accettiamo che a Parma nel 2025 si continui a morire di freddo ed emarginazione”

SMA MODENA

Dopo Ciac e Chiesa di Parma anche la Cigl interviene sulla morte, avvenuta lo scorso 4 gennaio, del 64enne marocchino Miloud Mouloud a causa del freddo in una baracca, in via Martiri delle Foibe.

La Cgil Parma con il suo Dipartimento Politiche migratorie e inclusione esprime il proprio dolore e sdegno per la tragica morte di Miloud Mouloud, lavoratore e padre di famiglia.

“La vicenda, oltre a scuotere le coscienze, pone con forza l’urgenza di affrontare un problema grave e ormai cronico: la mancanza di alloggi adeguati per chi vive e lavora nella nostra città.

Miloud Mouloud, 64 anni, originario della provincia di Beni Mellal in Marocco, viveva a Parma da circa dieci anni e aveva sempre lavorato duramente, sia come bracciante agricolo che come manovale in edilizia. Nonostante il suo impegno, come tanti altri lavoratori stranieri si è trovato escluso dal mercato degli affitti privati per il pregiudizio dei proprietari nei confronti degli stranieri e dall’accesso alle case popolari, sempre più scarse e riservate a criteri di assegnazione che penalizzano le persone sole.

Riteniamo assurdo che, nell’Italia di oggi, lavoratori e famiglie che dispongono di un reddito e sarebbero in grado di pagare un affitto si trovino senza un tetto sopra la testa. Questo accade a causa di pregiudizi radicati e di un mercato abitativo che esclude chi è straniero. Come Cgil Parma, denunciamo da anni questa situazione, segnalando come la mancanza di fondi destinati a politiche abitative efficaci abbia conseguenze drammatiche per molte persone, comprese famiglie con minori, che si trovano costrette a vivere in condizioni precarie e disumane.

È assurdo che in una città come Parma, che si fregia di una lunga tradizione di solidarietà e inclusione, un lavoratore che contribuisce con il proprio sudore alla crescita della comunità non riesca a trovare una casa dignitosa. Purtroppo, in questa situazione, i posti per l’emergenza freddo e nei dormitori sono largamente insufficienti ed escludono molte persone anche tra quelle che vivono stabilmente a Parma.

È fondamentale che il Governo nazionale si assuma la responsabilità di varare politiche abitative concrete, accompagnate da risorse adeguate per i Comuni, che troppo spesso si trovano soli ad affrontare emergenze come queste. Sollecitiamo inoltre un impegno delle istituzioni locali per mettere in campo tutte le soluzioni possibili e garantire una rete di accoglienza più inclusiva e organizzata, per evitare che chi lavora e contribuisce alla comunità debba vivere in baracche o sotto i ponti.

Vogliamo ricordare che Miloud non era uno sconosciuto: era un lavoratore, un padre di famiglia, una persona che ha contribuito a costruire anche fisicamente questa città, come tanti altri invisibili. La sua morte è una ferita per tutta la comunità.

Rivolgiamo un pensiero di vicinanza e cordoglio alla moglie, alla famiglia e alla comunità marocchina e islamica di Parma, colpite da questa tragica perdita. Allo stesso tempo, rinnoviamo il nostro impegno nella lotta per il diritto alla casa, ribadendo che è intollerabile che case vuote rimangano inutilizzate mentre persone come Miloud sono costrette a vivere in baracche.
Invitiamo tutte le istituzioni a prendere atto di questa tragedia e ad agire con urgenza per garantire soluzioni reali e durature.

Non possiamo accettare che nella Parma del 2025 si continui a morire di freddo ed emarginazione”.