“Che fine ha fatto il cantiere sul Recchio?”

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16/09/2010
h.18.30

La Provincia di Parma sta rispettando la tabella di marcia per la consegna dei lavori di rifacimento del ponte sul torrente Recchio sulla strada provinciale 357 di Parma, all’interno dell’abitato del Comune di Noceto?
E in caso negativo, quali sono i motivi dei ritardi?
E poi: intende o meno, comunque, intervenire perché i lavori siano ultimati in tempi congrui?
Se lo chiedono e lo chiedono rispettivamente alla Giunta Regionale e all’Amministrazione provinciale di Parma con due interrogazioni, Luigi Giuseppe Villani, capogruppo PdL in Regione e i consiglieri provinciali azzurri Daniele Reverberi e Gianluca Armellini (nella foto).
La storia è nota, almeno a chi si è trovato ad arrivare a Noceto dalla via Emilia all’altezza di Castelguelfo: a fine luglio è stato aperto il cantiere per il rifacimento del ponte sul torrente Recchio, utilizzando, per deviare il traffico, il vecchio tracciato della strada; dopo la realizzazione dei pali di fondazione negli ultimi giorni di luglio però non si notano da diverse settimane movimenti nel cantiere, per cui i lavori sembrano sostanzialmente fermi; anche tenendo conto che il manufatto è obsoleto, inadeguato ed in precarie condizioni di stabilità per cui i suddetti lavori di manutenzione straordinaria si rivelano assolutamente necessari per risolvere una situazione di difficoltà e pericolosità, il perdurare dell’apertura del cantiere per tempi troppo lunghi ed anzi il suo abbandono per periodi imprecisati, non porta a soluzione dei suddetti problemi ma anzi li aggrava anche perché il percorso della deviazione è talmente angusto da rendere impossibile il transito di 2 mezzi pesanti contemporaneamente.
Da queste motivazioni, e anche in considerazione del fatto che la strada in questione ricopre un ruolo di grande importanza nella viabilità provinciale in quanto si tratta di una strada ad alto scorrimento che collega alcuni tra i più importanti comuni della Provincia di Parma con la Via Emilia e l’Autostrada del Sole, arrivano le due richieste di chiarimento formulate dai consiglieri azzurri ed indirizzate a Bologna ed in piazzale della Pace.