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27/02/2011
h.12.00
Chi decide dei beni comuni a Parma?
Acqua, raccolta e trattamento dei rifiuti, sono oggi a Parma completamente in mano ad un’unica azienda privata: Iren. Da lunedì scorso l’ultima possibilità di controllo da parte della città sull’operato di Iren è divenuta talmente esigua da risultare di fatto impraticabile. Fino a lunedì scorso il Comune di Parma controllava ancora una piccola quota di azioni di questa azienda. Per questo il sindaco riuscì a nominare il vice presidente: Luigi Giuseppe Villani.
Da lunedì Villani non risponde più solo al sindaco e quindi ai cittadini di Parma, ma a Stt e Parma Infrastrutture, cioè alle banche che finanziano queste società partecipate. Tali banche hanno infatti ricevuto in pegno più di 70 milioni di azioni Iren di proprietà del comune acquisendo in tal modo il diritto di controllo che era dei cittadini.
La recente campagna del Comitato Referendario per l’Acqua Bene Comune ha portato all’attenzione di tutti, anche dei più distratti, il rischio reale che noi cittadini corriamo di vedere trasformati i nostri diritti in merce di scambio. In alcuni comuni italiani l’acqua è già stata privatizzata e chi vi abita sta facendo i conti con alti livelli di arsenico, aumenti incontrollati delle tariffe, mancato riconoscimento del diritto d’accesso a questo prezioso bene.
Anche la salute è un bene comune.
La salute dei cittadini di Parma è pesantemente minacciata dal progetto di costruzione dell’inceneritore di Ugozzolo, industria insalubre di prima classe, progetto privato che Provincia e Comune consegnano nelle mani di un’azienda privata che, come tale, ha un’unica finalità: il profitto. Senza la possibilità di controllo pubblico la salvaguardia dei diritti fondamentali dei cittadini viene meno. Diritto alla salute, diritto di accesso all’acqua. Oggi i cittadini di Parma sono meno tutelati, per veder soddisfatti questi diritti non dovranno più interloquire con gli amministratori che loro stessi hanno eletto (e che potrebbero quindi rimuovere democraticamente alle prossime elezioni) ma con un’azienda della quale nemmeno si conosce con trasparenza la proprietà. E’ infatti di pochi giorni la notizia che il Fondo F2I ha acquistato il 40% di Mediterranea delle Acque, società del Gruppo Iren. Chi è questo nuovo socio di Iren, amministrato da Vito Gamberale? Sappiamo che ha messo nel proprio portafoglio consistenti partecipazioni a società per le infrastrutture (autostrade, aeroporti) e per i servizi integrati (acqua, gas, energia). Sappiamo anche che la proprietà è in parte avvolta nel mistero: 40 “Limited Partners” dei quali nemmeno si conosce il nome.
Cosa succederebbe se per malaugurata sorte Stt dovesse fallire? Dove andrebbero a finire le azioni che assicurano un seppur minimo controllo da parte del comune sulla ex-municipalizzata?
I cittadini di Parma non sapranno più chi sono coloro che decidono dei servizi che assicurano il riconoscimento dei loro diritti e così non potranno più rimandarli a casa se sbagliano. Con buona pace della democrazia.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma – GCR
(nella foto: il cantiere dell’inceneritore di Parma)
Commenta la procedura di infrazione contro l’inceneritore e la diffida ad ATO: clicca qui!
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Approfondimenti:
E’ incredibile! Pure la rete di teleriscaldamento dell’inceneritore sarebbe illegittima!
E vai!… ci mancava pure il ricorso al Tar sull’appalto del sistema elettrico dell’inceneritore…
Diffidato l’ATO: “Illegittimi tutti i contratti sui rifiuti affidati ad Iren senza gara d’appalto!”
La Commissione Europea ha aperto un procedimento di infrazione contro l’inceneritore di Parma
No pasarán!
Nessun indennizzo sarebbe dovuto ad Iren se non si facesse più l’inceneritore
Iren racconta menzogne ai parmigiani: il suo direttore generale sia mandato a casa!
Il pacco
La Provincia ha confezionato un’autorizzazione dell’inceneritore su misura per Iren
Al rogo l’inceneritore. Le ragioni di due esposti
Viero non dice la verità
Perchè l’inceneritore è solo un enorme affare
I costi dell’inceneritore crescono da 132 a 171 milioni… fino a 216 a discrezione di Iren
“Non esiste un Piano Economico e Finanziario dell’inceneritore approvato”