Civiltà per Parma e l’ambiente

SMA MODENA

05/03/2010
h.13.20

Uscire dalla logica dell’ambiente come settore a sé stante, per applicare una rigorosa logica di sostenibilità ambientale a tutti gli ambiti di attività del pubblico. E farlo nel lungo periodo, decidendo adesso come dovrà essere la Parma del 2020.
Questi sono gli obiettivi del Libro Bianco del Comune di Parma, al centro dell’incontro “Civiltà e Ambiente”, organizzato giovedì 4 marzo per il ciclo “I Giovedì di Civiltà”. Dopo l’introduzione di Claudio Bigliardi, coordinatore di Civiltà per Parma, sono intervenuti Cristina Sassi, assessore alle Politiche per la tutela dell’Ambiente del Comune di Parma, Gianfranco Beltrami, medico dello Sport, e Lorenzo Bono, ricercatore di Ambiente Italia.
Numeroso e diversificato il pubblico in sala, composto anche da persone che si avvicinavano per la prima volta al movimento: sono state più di venti le iscrizioni raccolte durante la serata , moderata dal giornalista della Gazzetta di Parma Francesco Bandini.

AMBIENTE, UNA RIVOLUZIONE CULTURALE
«Abbiamo cominciato a parlare di ambiente – ha affermato Bigliardi introducendo la serata – già negli incontri dedicati all’urbanistica, con l’assessore Manfredi, e alle politiche per la salute, con Fabrizio Pallini. Continueremo a farlo, dopo questa serata, il 25 marzo, quando ospite dei Giovedì sarà Giorgio Aiello, assessore ai Lavori Pubblici: la qualità della vita e il benessere dei cittadini, infatti, non possono che passare dal modo in cui costruiamo e “abitiamo” la città del futuro». «Cristina Sassi – ha poi aggiunto Bigliardi – è per noi la dimostrazione dei risultati a cui può condurre l’impegno civico. È una persona che proviene dalla società civile e che sta affrontando un compito difficile, delicatissimo, con un impegno e una dedizione grandissima».
«Al centro delle definizioni che il dizionario italiano fornisce per il termine “ambiente” – spiega l’assessore Sassi – troviamo sempre il concetto di equilibrio tra un contesto e un soggetto che lo abita: ecco, a mio parere la nostra riflessione deve cominciare dalla comprensione di quanto ogni gesto della nostra vita quotidiana incide su questo equilibrio, che nella realtà è continuamente infranto.
La cultura ambientale si può instillare, può diventare DNA, come è successo in altri luoghi anche vicini a noi, come il Trentino. Per fortuna a Parma non partiamo da zero, questo lavoro di sensibilizzazione è stato avviato negli anni Novanta: c’è però ancora molta strada da compiere, basta pensare che ogni anno, ognuno di noi, produce 589 chili di rifiuti».
«L’uomo – afferma il professor Beltrami – ora come ora è una razza in via d’estinzione: viviamo con uno sconsiderato consumismo, di cui prima o poi pagheremo le conseguenze. Anzi, le stiamo già pagando con la nostra salute: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la sedentarietà fa 2 milioni di morti ogni anno. È indispensabile avviare una rivoluzione culturale: dobbiamo superare una certa frammentazione delle intelligenze e trovare un filo conduttore tra ambiente, società, interessi economici».
«Il salto di qualità a cui siamo chiamati – afferma Bono – è, paradossalmente, smettere di parlare “di ambiente”. Se parliamo “di ambiente” di per sé ci chiudiamo, creiamo un piccolo mondo sordo e impermeabile alle esigenze e ai problemi della realtà. Bisogna occuparsi di urbanistica, lavori pubblici, viabilità, politiche abitative…e declinare, attraverso questi ambiti, una logica di sostenibilità ambientale. Manca inoltre, molto spesso, una visione di lungo periodo, che invece è necessaria: dobbiamo decidere ora come vogliamo essere nei prossimi dieci, venti anni».

IL LIBRO BIANCO
Ed è esattamente questo l’intento del Libro Bianco – Parma 2020: il nuovo strumento, elaborato dal Comune di Parma in collaborazione con l’Istituto di Ricerca “Ambiente Italia”, verrà presentato ufficialmente nel corso della conferenza interministeriale su ambiente e salute, in programma a Parma dal 10 al 12 marzo.
«Attraverso il Libro bianco – spiega Cristina Sassi – iniziamo ad impostare le politiche ambientali secondo due linee guida: prima, ragionare sul lungo periodo; seconda, considerare l’ambiente non come un settore a sé stante, ma come il filo conduttore da ricercare nel lavoro di tutta l’amministrazione comunale, di tutti gli assessorati.
Stabiliamo nero su bianco che chiederemo attenzione e garanzie all’urbanistica, alla mobilità, ai lavori pubblici, e alle politiche per la salute e le attività motorie. Per arrivare a questo siamo partiti da un principio ispiratore firmato Leonardo Da Vinci: abbiamo considerato la città come un organismo vivente.
Per mantenerla sana ed efficiente dobbiamo combattere sia contro la sua bulimia – in termini ad esempio di produzione di rifiuti, di consumo del suolo, di spreco di acqua o di energia – sia contro la sua anoressia: non possiamo ad esempio permetterci di perdere “treni” strategici per la nostra crescita economica».
«Il primo sforzo nell’impostare il Libro Bianco – conferma Bono – è stato chiarire che non è “il libro dell’assessore all’ambiente”, non solo. Tutti i settori del Comune sono stati coinvolti nella sua stesura e tutti i settori dovranno costantemente sentirsi suoi “attivi” applicatori. Abbiamo poi cercato di fissare degli obiettivi concreti, misurabili. Un esempio: l’Unione Europea ha promesso di garantire, entro il 2020, il 20% di energie rinnovabili, il 20 % di risparmio energetico in più, il 20% di emissioni in meno?
Ci impegniamo – seguendo le linee-guida del Patto dei Sindaci – a perseguire questi obiettivi nel nostro piccolo, ben consapevoli che si tratta di un impegno imponente. Per onorarlo agire sul patrimonio pubblico non è assolutamente sufficiente, va avviata una rivoluzione degli stili di vita della città. Difficile, ma non impossibile: a Copenaghen una persona su tre utilizza la bicicletta per i propri spostamenti quotidiani; ora si sono impegnati a raggiungere il 50%.
Qui a Parma, dove la cultura ciclabile ha basi già solide, perché non insistere sulla valenza salutare, sociale e anche ambientale delle due ruote? Ragionando con Infomobility, abbiamo puntato a raggungere il 40% degli spostamenti».
«Per impostare questa nuova cultura – ha aggiunto il professor Beltrami – è indispensabile partire dai bambini, dalle scuole, come già a Parma stiamo facendo attraverso una serie di progetti all’avanguardia a livello nazionale sull’attività fisica, l’educazione alimentare e motoria. Sono scettico sulla possibilità che il mondo economico possa “capire” la questione ambientale: il cambiamento deve essere culturale, e deve cominciare dai più piccoli».

PARMA 2020 – COME VOGLIAMO ESSERE
«La Parma 2020 che immagino– prosegue l’assessore Sassi – è una città a basse emissioni, con meno auto sulle strade: nel 2008 erano 108.000 le vetture immatricolate, su 180.000 abitanti! Cominciamo a svincolarci dall’idea di “possesso” dell’auto, che si può anche condividere; incentiviamo chi si sposta con i mezzi pubblici (un esempio banale: in Austria, quando si iscrive a scuola il proprio figlio, la prima cosa che ti spiegano è il numero del bus con cui arrivarci; qui i genitori ci chiedono i permessi…) e promuoviamo sistemi intelligenti di logistica, come i furgoncini verdi di Ecocity.
Immagino, inoltre, una città-giardino, in cui il verde della campagna, come ha promesso l’assessore Manfredi, si stemperi nella città; una Parma in cui la gente fa la spesa dall’agricoltore sotto casa, privilegiando i pomodori nostrani a quelli che arrivano dalla Spagna; e in cui non si ha paura di contraddire la pubblicità e di bere l’acqua del rubinetto… due passi avanti li abbiamo fatti introducendo “l’acqua del Sindaco” nelle scuole della città (sono 6.000 bottiglie in meno) e con il progetto sperimentale nel Quartiere Cittadella (che ci ha consentito di risparmiare 4 litri al secondo e garantire, tramite una nuova tecnologia a raggi UV, qualità e sicurezza dell’acqua) e che presto applicheremo altrove.
Desidero una città in cui si riduce la produzione di rifiuti a partire dal carrello della spesa, ad esempio favorendo il latte e i detersivi “alla spina”, come già sta avvenendo. Immagino, infine, una città con percentuale maggiore di raccolta differenziata: secondo gli obiettivi posti dal sindaco il 65% entro il 2012».
«Parlando di rifiuti – ha aggiunto l’assessore Sassi – non posso non considerare i timori che ancora circondano il progetto del polo ambientale integrato, il cui cantiere è stato avviato a settembre. Vorrei fare la premessa: il termovalorizzatore non è la soluzione di tutti i mali, ma solo una componente del ciclo complessivo di gestione integrata dei rifiuti.
A monte ci sono l’impegno a ridurre la produzione di rifiuti, la raccolta differenziata, il trattamento meccanico biologico per un’ulteriore differenziazione della parte secca da quella umida…la produzione di energia tramite l’incenerimento è solo l’ultimo anello della catena. La situazione di Parma dal punto di vista della gestione del residuo è drammatica: per le caratteristiche geologiche del nostro terreno non passiamo aprire nuovi impianti, e ogni tonnellata che viene passata agli impianti delle città vicine costa ai cittadini 160 euro.
La termovalorizzazione è l’unica scelta possibile e sarà attuata con le più alte garanzie per la sicurezza della salute: la Regione ha già predisposto un sistema di monitoraggio continuo su tutti gli impianti regionali, noi amplieremo questa azione di controllo con ulteriori verifiche, coinvolgendo anche altri soggetti. La situazione sarà costantemente sotto gli occhi dei cittadini, in assoluta trasparenza: il nostro modello è Vienna, dove un pannello luminoso aggiorna all’istante i cittadini sull’attività dell’impianto di smaltimento, che è situato a pochissimi chilometri dal centro».