Claudio Ferrari (Italia Nostra): “La cassa di espansione potrà anche salvare Parma, ma la Bassa resta un problema”

SMA MODENA
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Claudio Ferrari

Gentile direttore,

a proposito della gestione della cassa di espansione sul torrente Parma a Marano, facendo riferimento ad una dichiarazione dell’ing. Gabriele Alifraco, funzionario della Regione, a proposito delle difese idrauliche del territorio, è condivisibile che l’obiettivo primario della cassa di espansione di Marano sul torrente Parma sia la difesa della città. La cassa di espansione assorbe una parte della piena, riducendone temporaneamente la portata in città.

Ma la difesa della città è necessariamente in contrasto con la difesa del territorio a valle ed in particolare della zona più vulnerabile, quella dell’abitato di Colorno?

Il modello dell’asta del torrente Parma, realizzato da HyLab e dal DIA dell’Università di Parma ha messo in evidenza che ai fini della protezione del territorio a valle non è sufficiente garantire il non superamento di un certo livello a Ponte Verdi a Parma, usato come punto di riferimento, sulla base delle piene storiche.

Lo studio dice che ai fini della protezione a valle della città è altrettanto importante conoscere il volume complessivo dell’onda di piena . Nella pena del Novembre 2017 tale volume è stato di 51 milioni di metri cubi, mentre la piena del 13 ottobre 2014, pure molto importante, il volume è stato “solamente” di 31milioni di metri cubi.

Sarebbe stato opportuno dunque, non riaprire la cassa di espansione appena superato il picco di piena in città, ma tenere più a lungo la quantità di acqua accumulata nella cassa per permettere alla piena di ridurre nel frattempo la portata.

E’ ragionevole pensare che i responsabili della manovra della cassa, non avendo a disposizione lo studio effettuato dell’Università di Parma, ritenessero un’operazione priva di rischio la riapertura delle cassa di espansione (peraltro riempita solo a metà) appena passata l’onda di piena in città.

La domanda è: nell’attesa della nuova cassa di espansione del Baganza, sarà possibile nell’immediato avere una modalità operativa, diciamo un protocollo, che consenta di limitare i rischi anche a valle di Parma?

Il presidente della Sezione Pezzani, Italia Nostra Colorno e Bassa Est

Claudio Ferrari