“Confermati i nostri numeri”

SMA MODENA
lombatti_mar24

05/01/2012
h.17.50

Il PdL di Parma affida a Gianluca Broglia, ex assessore al bilancio della giunta Vignali il commento “tecnico” al bilancio di previsione 2012 targato Ciclosi
«Procedendo all’analisi della documentazione inerente la redazione del bilancio preventivo 2012 – spiega Broglia – messa a disposizione dal Comune di Parma, emergono una serie di considerazioni molto importanti da valutare con la massima attenzione per evitare di trarre conclusioni assolutamente non rispondenti al vero».

Entrate e uscite
«Nel triennio 2012-2014 non vengono comprese nella parte corrente entrate straordinarie tra cui oneri di urbanizzazione e plusvalore. Si tratta di un dato molto positivo che evidenzia un bilancio in equilibrio, grazie soprattutto alle operazioni di razionalizzazione effettuate dall’Amministrazione precedente negli ultimi due esercizi in cui sono state progressivamente ridotte le entrate straordinarie (nel consuntivo 2011 si attestano a 5 milioni di euro circa a fronte di somme che in passato si avvicinavano ai 30 milioni): sarebbe a questo punto interessante sapere quali altri comuni in Italia possono permettersi un comportamento altrettanto virtuoso. Per non parlare di un bilancio che prevede tra i suoi accantonamenti circa 15 milioni annui di fondi di riserva per far fronte ad ipotetiche obbligazioni ad oggi non definite o prevedibili, è indice di una solidità in termini di entrate che possiamo definire straordinaria».

L’indebitamento
«L’indebitamento del comune di Parma è pari a 162 milioni di euro (BOC, mutui bancari, Cassa Depositi e Prestiti) a fronte di un patrimonio stimato in oltre un miliardo e 200 milioni: come confermato a più riprese da Il Sole 24 ore e da altri quotidiani, anche nel corso del 2011, il debito pro-capite, di circa 850 euro per abitante, è di molto inferiore a quelle della altre città capoluogo e ridottissimo rispetto al proprio capitale: si tratta di due dati incontrovertibili ed apprezzabili. Per quanto attiene, poi, i debiti del comune verso i fornitori di opere pubbliche (non di certo di servizi che vengono onorati con la massima tempestività) occorre esaminare la tabella redatta dal Commissario per scoprire che debiti verso i fornitori scaduti in realtà ammontano a 5 milioni di euro circa, poichè 20 milioni sono stati ceduti alle banche e altri 15 milioni, andranno a scadere nel corso del 2012. I 96 milioni di debiti verso i fornitori di cui si è parlato nei giorni scorsi, quindi, rappresentano un dato completamente infondato. La maggior parte dei debiti del comune (43 milioni circa) concerne contributi vantati dalle società partecipate regolarmente finanziati nei bilanci 2011 e precedenti, ma che non sono stati ancora erogati per effetto del ben noto problema del patto di stabilità (“Stupidi vincoli”, come sono stati definiti dal sindaco di Torino Piero Fassino) cui tutti gli enti locali si devono confrontare con enormi difficoltà: le dichiarazioni pesanti sul patto di stabilità pronunciate dal Presidente dell’ANCI Graziano del Rio (sindaco di Reggio Emilia) risuonano ovunque».
«La liquidità attuale del comune – continua Broglia – ammonta a circa 70 milioni di euro: è evidente a chiunque che i debiti scaduti nei confronti di fornitori e partecipate (5 e 43 milioni) non sono stati pagati nei tempi adeguati esclusivamente per vincoli legislativi che nulla hanno a che fare con la mancanza di disponibilità finanziaria. Se il commissario nella sua autonomia avesse fatto la scelta, da me non condivisa, di sforare il patto di stabilità come deciso dal Comune di Torino, non ci sarebbe più alcun arretrato nei pagamenti: occorre finirla con il concetto che il comune non paga perché non ha i soldi.
Da ultimo, ma importantissimo, ricordiamo che la precedente Amministrazione ha ottenuto l’assegnazione dei fondi ex-Metro per un importo di circa 75 milioni di euro, i cui benefici andranno a favore della città nel corso del 2012 per portare a conclusione importanti opere pubbliche (PSH, nuova stazione ecc.) senza incorrere questa volta nei rigidi vincoli del patto di stabilità. È di ieri infatti la notizia che sono entrati nelle casse del Comune i primi 15 milioni che permetteranno fin da subito di trasferire ulteriore somme alle società partecipate».

La pressione fiscale
«L’addizionale comunale IRPEF all’0,8% è una misura che la quasi totalità dei comuni ha già adottato o sta adottando in questi giorni: a conferma basta leggere i quotidiani nazionali e quelli locali che costantemente si occupano di questi incrementi. Dire che l’aumento dell’addizionale serve per coprire buchi o pesanti difficoltà del comune di Parma è un’evidente falsità.
L’introduzione della nuova IMU, invece, credo sia evidenza di una decisione presa, in questi giorni, dal Governo Nazionale e non dal Commissario Ciclosi: era già noto a tutti noi come le statistiche nazionali (Il Sole 24 ore ecc.) prevedevano per Parma incrementi di entrate assolutamente eccezionali a seguito dell’introduzione dell’imposta municipale proprio per le caratteristiche intrinseche del nostro patrimonio immobiliare.
Il Commissario stesso conferma, nelle slides messe a disposizione, che le nuove imposte serviranno soprattutto per far fonte ai rilevanti minori trasferimenti statali, alla riduzione dei contributi delle fondazioni bancarie, dei dividendi di società partecipate (IREN soprattutto) anch’esse realtà che devono fare i conti con il difficile momento economico che stiamo attraversando.
Concordiamo con il Commissario che l’aumento delle entrate fiscali consente di migliorare i saldi ai fini del patto di stabilità e, quindi, consente di accelerare i pagamenti nei confronti di fornitori di opere pubbliche e soprattutto delle società partecipate, pagamenti che ahimè, sarebbero stati eseguiti in tempi più lunghi: nulla a che vedere con l’esigenza di coprire debiti fuori bilancio o non finanziati.
Parma, avrebbe potuto permettersi, a differenza delle altre città, un incremento fiscale inferiore a quello previsto in questo bilancio diminuendo, evidentemente, un aggravio che pesa sui contribuenti soprattutto per effetto della tassazione massiccia introdotta dall’attuale governo: speriamo, ma sappiamo già che non sarà così, che nel corso della campagna elettorale già iniziata, non si parli più di una città a rischio dissesto come la nostra opposizione ha sempre cercato di farci credere, ma si parli finalmente di programmi e di progetti per il futuro».

La situazione economica e finanziaria del Comune di Parma
«In conclusione: il bilancio del Comune di Parma è solido e sano e non penalizzerà in alcun modo chi avrà l’onere di amministrare la città in futuro. Ogni altra valutazione non può che essere una preventiva giustificazione che denota una chiara faziosità politica. Lasciamo quindi ai cittadini di valutare affermazioni che davano l’indebitamento complessivo del comune di Parma tra i 600 milioni e il miliardo di euro! Ribadiamo lal nostra accusa di ingiustificato catastrofismo nei confronti di chi per anni ha sostenuto dissesti o debiti fuori bilancio assolutamente inesistenti».

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Bilancio, Dall’Olio: “La passata amministrazione ha portato il Comune al dissesto finanziario”

“I bilanci presentati dal Commissario hanno reso finalmente chiare le cifre che confermano quanto da sempre sostenuto dall’opposizione: la precedente amministrazione, inseguendo insostenibili sogni di grandezza, ha portato il Comune al dissesto finanziario”.
E’ il commento di Nicola Dall’Olio, candidato sindaco alle primarie del centrosinistra, dopo la presentazione ufficiale del bilancio del Comune.
“I 560 milioni di euro di debiti, tra finanziamenti bancari diretti e delle partecipate, insolvenze verso fornitori e oneri di contratto – aggiunge – costeranno al Comune 26 milioni di euro l’anno, solo di rimborso prestiti”.
E con i tagli del Governo il Comune dovrà fare a meno, per il 2012, di 18 milioni di euro di finanziamenti statali.
“Sono misure gravose, anche se probabilmente indispensabili, quelle introdotte dal Commissario”, di cui comunque Dall’Olio apprezza “Lo sforzo di difendere i servizi alla persona e di dotare il Comune di un bilancio che stia in equilibrio senza oneri straordinari”.
Mentre giudica “positiva”, per serietà e chiarezza, la strada intrapresa da Ciclosi, Dall’Olio non fa sconti alla passata amministrazione che “In nome di una spasmodica ricerca del consenso, alimentata da grandi opere a vantaggio di pochi, ha ipotecato il futuro del Comune, lasciando un’eredità pesante: una situazione debitoria che pesa sulle famiglie, già provate dalla crisi, e che riduce a zero la capacità di investimenti, penalizzando la ripresa economica”.
Per questo La prima grande opera che dovrebbe stare a cuore nella “Città di tutti” è un bilancio sostenibile, in pareggio e commisurato alle risorse.
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Bilancio del Comune: bene le priorità ma reinseriamo il Quoziente Parma
L’Udc interviene a seguito della presentazione

A seguito della presentazione del bilancio preventivo del Comune di Parma, interviene la segreteria provinciale dell’Udc.
Apprezziamo lo sforzo compiuto dal commissario Ciclosi e dai suoi collaboratori, che nel prossimo bilancio individua quali priorità garantire i servizi alla persona e pagare al più presto i conti in sospeso nei confronti dei fornitori.
Di questi temi proprio il gruppo consigliare Udc aveva dibattuto nel corso degli ultimi consigli comunali, addirittura facendo approvare un taglio alla spesa per investimenti di 10 milioni di euro nei prossimi tre anni, privilegiando progetti di assoluta valenza sociale quali il Parma Social House.
Allo stesso modo la crisi dei mercati finanziari e le minori entrate statali caldeggiano l’imposizione di entrate certe che la gestione commissariale ha indicato con l’aumento delle aliquote Irpef e con le aliquote Imu.
Bene anche il riassetto delle società partecipate, dove proprio il gruppo consigliare del partito di Casini aveva proposto di accorpare ParmaInfrastrutture ad Stt, oltre a richiedere in ogni sede- Giunta compresa tramite l’Assessore Udc Giuseppe Pellacini – un controllo e una riduzione dell’indebitamento.
Diverso invece il discorso riguardante il Quoziente Parma, momentaneamente sospeso. Pur comprendendo le difficoltà gestionali anche derivanti dall’attesa di criteri e parametri certi da parte del governo con il decreto Salva Italia al sistema dell’ISEE, riteniamo che l’introduzione del quoziente familiare a livello comunale, portato dalla precedente amministrazione sia una conquista premiante per le famiglie ed allo stesso tempo un modello da seguire. Il sostegno di natura economico alle famiglie, è fondamentale per lo sviluppo della società e i risultati fin’ora ottenuti, l’interesse di numerosi altri comuni capoluogo di provincia in Italia, tra cui il comune di Roma, lo dimostrano. Chiediamo pertanto che, anche in riferimento dei sacrifici che i parmigiani si accolleranno con l’aumento delle aliquote Irpef e l’inserimento delle aliquote Imu, sia reintrodotto il Quoziente Parma, con la ragionevole possibilità di modificarne e migliorarne l’applicabilità a fronte di migliori opportunità.

Giuseppe Pellacini – Segretario Provinciale UDC già Assessore Comunale Politiche Abitative
Matteo Agoletti – già Consigliere Comunale-Capogruppo UDC
Stefano Libè – già Consigliere Comunale
Mario Taliani – già Consigliere Comunale.