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07/05/2010
h.14.20
Caro Sindaco,
sono stato informato della Tua presa di posizione sulla CGIL di Parma. Non nascondo la mia sorpresa. Ci accusi di politicizzazione attaccandoci per meri calcoli politici. Vedi, Ti hanno informato in modo parziale e interessato. Se una parte del congresso ha contestato i segretari di CISL e UIL ha sbagliato. Ma noi siamo una organizzazione seria. Quando sbagliamo sappiamo chiedere scusa e rimediare. Infatti il giorno dopo i segretari hanno portato il loro contributo con l’accoglienza che è dovuta nei confronti di chi rappresenta milioni di lavoratori. Che il Sindaco di una grande e bella città come la nostra prenda spunto da un fatto, seppur increscioso, per alimentare la divisione tra le forze sindacali lo ritengo profondamente sbagliato. Poco rispettoso per il dramma che tanti cittadini di Parma, per colpa della crisi, stanno vivendo. Questi hanno bisogno dell’unità delle organizzazioni sindacali e della solidarietà e dell’impegno di tutti. Anche delle Istituzioni.
Questa crisi che sta disgraziatamente modificando in modo drammatico la condizione di tanti cittadini di Parma, lavoratori e non solo, ci ha visti in prima linea fin da subito. Abbiamo sempre cercato di trovare soluzioni condivise, sollecitando l’apertura di tavoli istituzionali, in molti casi determinanti, e sottoscrivendo accordi con tutti i soggetti disposti a dialogare, anche con il Comune di Parma, quando non ha rifuggito il confronto.
Ora, la tempistica di questo attacco mi suscita non poche perplessità e mi chiedo, caro Sindaco, cosa ci sia sotto. Ci accusi di irrigidirci nella difesa dei “pochi” tutelati, quando da mesi e anni chiediamo di mettere un argine alla precarietà e di ragionare su un modello di welfare che offra maggiori garanzie e opportunità di accesso ai nuovi poveri e ai nostri lavoratori e pensionati in difficoltà. Il Comune risponde con esternalizzazioni e privatizzazioni, e con la svendita di beni pubblici allo scopo di fare cassa. Infine: individuando un capro espiatorio – la CGIL – per non dover ammettere di essere in carenza di strumenti, politici prima ancora che economici e organizzativi, per far fronte ad una situazione tutt’altro che rosea.
Credo che l’inconsistenza di queste accuse sia evidente ai più, e questo mi basta.
Per il resto, continueremo a fare il nostro lavoro, e ad impegnarci per dare sostanza al nostro mandato, che solo in questo territorio ha la forza di oltre 75mila iscritti. Non poco per un sindacato “all’angolo”.
Paolo Bertoletti
Segretario generale Cgil Parma
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07/05/2010
h.17.10
Stupefatto e amareggiato: è questo lo stato d’animo di Sauro Salati, segretario generale della Funzione Pubblica Cgil di Parma, dopo l’uscita del sindaco Vignali che, criticando la Cgil, ha auspicato che quest’ultima “voglia uscire dall’angolo e contribuisca concretamente a migliorare la qualità del lavoro dei nostri dipendenti e del servizio che vogliamo garantire ai nostri concittadini”.
“Affermazioni strumentali e infondate”, le definisce Salati, che aggiunge: “Il sindaco di Parma forse dimentica di aver sottoscritto, con la nostra organizzazione sindacale, che neanche troppo velatamente taccia di anacronismo dimenticando che sia livello nazionale che locale costituisce il soggetto di rappresentanza dei lavoratori numericamente più significativo, un contratto triennale dei dipendenti comunali apprezzato e condiviso dalla stessa giunta. Non solo: il suo assessore al Personale non perde occasione di elogiare l’efficienza e l’efficacia del personale stesso nell’erogazione dei diversi servizi”.
“Alle esigenze dei cittadini – precisa infatti Salati – i dipendenti del Comune di Parma hanno sempre risposto garantendo servizi di evidente e riconosciuta qualità, basti guardare ai servizi per l’infanzia”.
“Forse il sindaco pensa che i “pochi tutelati” debbano aumentare in virtù di esternalizzazioni di servizi in cui i contratti garantiscano meno diritti e minori costi per l’Amministrazione. Se è questo che chiede alla Cgil, evidentemente ha frainteso il senso del nostro mandato.
“Il Comune di Parma – conclude il segretario dell’FP Cgil provinciale – farebbe meglio a non prorogare i costosi e non sempre utili contratti dei dirigenti ex 110 (cosa peraltro vietata dalla legge 150 voluta dal ministro della Funzione Pubblica, l’amico Brunetta), magari preoccuparsi dello sfalcio dell’erba nelle scuole comunali per l’infanzia, così da permettere ai bambini di giocare all’aperto”.