
22/08/2012
h.10.40
Mi avevano anticipato che oggi sarebbe uscita sulla Gazzetta di Parma un’intervista al direttore generale di Iren Andrea Viero. Ammetto che mi aspettavo di peggio; prendo atto che Viero non ha smentito nessun numero pubblicato da ParmaDaily in questi giorni (del resto sarebbe stato difficile considerato che abbiamo reso noti documenti ufficiali… a meno che non si mettesse a dichiarare il falso), limitandosi al tentativo di fare un po’ confusione e mischiare le carte.
Al fine della chiarezza e della trasparenza dovuta ai parmigiani credo però opportune alcune considerazioni.
Come pubblicato da ParmaDaily, dopo vent’anni l’utile netto (unità di misura scelta dalla stessa Iren nel Piano Economico e Finanziario) dell’inceneritore crescerà fino al valore clamoroso pari al 25,6% (ricavi 50,1 milioni di euro, utile netto 12,9 milioni di euro – leggi). Non potendo negare questo dato, Viero cambia unità di misura e parla di “rendimento” dell’impianto. Sembra il gioco delle tre carte: quando si rivolge agli azionisti e alle banche Iren utilizza una certa unità di misura per dimostrare che, nonostante i 3 miliardi di euro di debiti accumulati, l’Azienda ha ancora qualche asset redditivo, quando si fa intervistare e parla ai parmigiani minimizza questo utile perché sa che quei soldi sono prelevati dalle tasche dei cittadini.
Nell’intervista Viero cerca di mettere qualche toppa allo scandalo della tariffa fuori mercato dell’inceneritore (168 euro/ton) e di Iren in generale sui rifiuti, partendo dalla premessa, vera, che “la tariffa del forno è il frutto dell’impegno sottoscritto unilateralmente dall’allora Enìa nel 2008, quando si era formalizzato il fatto che, con l’entrata in funzione dell’impianto, sarebbe stata mantenuta la tariffa di smaltimento in vigore all’epoca (ndr: applicata da Iren), che era di 155 euro per tonnellata, indicizzata al 70% dell’indice Istat annuo. E i 168 euro sono il risultato di questo adeguamento”.
Qui casca l’asino. Ammetto che non avevo ancora diffuso la tabella di cui sopra perché sapevo che mi sarebbe tornata buona immaginando che in una sua eventuale replica Viero avrebbe provato a fare il prestigiatore perché così, nel balletto dei numeri, ogni cifra ci poteva stare proprio perché non ce n’erano altre a cui paragonarla.
Orbene, le tariffe di riferimento del mercato (i valori attuali sono sostanzialmente quelli del 2008 rivalutati dell’Istat) certificate dall’organo istituzionalmente preposto a farlo, ovvero “l’Autorità per la vigilanza dei servizi idrici e di gestione dei rifiuti urbani – Regione Emilia Romagna”, il Vangelo in materia, prevedono in Regione un costo medio di smaltimento in discarica pari a 77 euro/ton con un valore massimo di 94,2 euro/ton e un costo medio di incenerimento pari a 100 euro/ton con un massimo di 120 euro/ton (leggi pag 8 documento completo).
Pertanto la tariffa di Iren quando smaltisce in discarica applica un incremento percentuale del +101% rispetto al prezzo medio stabilito e del +67,7% rispetto a quello massimo; quando incenerisce (forno di Ugozzolo) e fa incenerire da altri c’è un incremento percentuale del +55% rispetto al valore medio e del +29,2% rispetto a quello massimo. Impietoso il raffronto con le tariffe minime riscontrabili nelle altre province della Regione: +151,6% per la discarica e +96,7% per l’inceneritore.
Non penso ci sia altro da aggiungere. E, mi creda Viero, è meglio che non vada oltre.
Il finale dell’intervista del direttore generale di Iren è memorabile nella sua autoreferenzialità: “Sono fermamente convinto che l’impianto non sia dannoso per la salute”… come se la credibilità da lui maturata possa costituire una rassicurazione sufficiente per i parmigiani. Ma da dove viene questo Viero? Comincio a pensare che per comprendere appieno le sue analisi economiche, ambientali e salutiste bisognerebbe ingaggiare un ufologo…
Andrea Marsiletti
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