
05/02/2014
A seguito di una capillare attività di controllo e monitoraggio del territorio disposta dal Comando Provinciale di Parma, intrapresa sin dal mese di ottobre dello scorso anno, veniva individuato, in una frazione del Comune di Parma, un ingente quantitativo di materiale depositato su un sito che presentava tutte le caratteristiche di una discarica abusiva.
Su tale area erano stoccati (clicca qui per guardare la galleria fotografica): oltre 10.000 fusti metallici, molti dei quali, contenenti prodotti alimentari; circa 600 contenitori in plastica, di cui un numero elevato, contenenti prodotti alimentari; diverse migliaia di bancali in stato di completo abbandono e deterioramento; decine di contenitori da litri 1.000, alcuni dei quali pieni di liquidi non meglio identificati; vario materiale di risulta generico e/o proveniente da attività edili.
Inoltre, nell’ambito della medesima attività, all’interno di un capannone prospiciente l’area oggetto dell’intervento, venivano individuati ulteriori quantitativi di sostanze alimentari quasi tutte in cattivo stato di conservazione.
Effettuati i necessari approfondimenti, i finanzieri procedevano al sequestro d’iniziativa – successivamente convalidato dall’A.G. competente – dell’area in oggetto, del materiale sulla stessa stoccato, dei prodotti alimentari rinvenuti all’interno del capannone e alla contestuale segnalazione alla competente Autorità Giudiziaria di due soggetti operanti nel settore della lavorazione e conservazione di frutta e di ortaggi.
Le successive attività investigative sul caso finalizzate ad individuare, con certezza, il momento in cui tali prodotti erano stati depositati nell’area sottoposta a sequestro, portavano ad accertare ulteriori particolari interessanti: dopo esser risaliti alle possibili società da cui gli alimenti presumibilmente erano stati prodotti si riscontrava, però, la frammentarietà dei documenti attinenti gli stessi; inoltre, da un riscontro dei fusti metallici emergeva come a molti di essi erano state sovrapposte etichette di scadenza che non ne consentivano una univoca tracciabilità; ed ancora, in ulteriori casi sui box che contenevano i prodotti alimentari erano apposte scritte cinesi.
Questi ed ulteriori elementi portavano all’esecuzione di una ulteriore perquisizione locale in una società operante sempre nel settore del confezionamento di prodotti alimentari con sede legale in provincia di Cremona e sede operativa in provincia di Parma ove venivano sequestrati documenti che comprovavano ulteriormente i reati accertati.