
16/03/2013
Ieri i grillini hanno debuttato in Parlamento.
Tutte le telecamere nazionali ed internazionali erano rivolte verso di loro per strappare un’espressione del viso o una dichiarazione, per cogliere le differenze fisionomiche con i politici tradizionali, per accertarsi di quanti portano la cravatta, di quanto sono giovani. Gli hanno fatto i raggi X quasi fossero dei marziani, come si fa ai nuovi compagni di classe al primo giorno di scuola.
E la notizia da prima pagina diventa che i grillini vanno in Parlamento in bicicletta, hanno l’ipad e postano le loro riflessioni su Facebook o Twitter invece di mandare comunicati stampa o fax ai giornali. In realtà gli ufo sono i vecchi politici, sono loro quelli fuori dal mondo, l’eccezione off line, non i grillini che si comportano esattamente come il 100% delle persone normali della loro età che lavorano tutti i giorni e stanno fuori dal Palazzo.
Oggi gli italiani si aspettano dal M5S una rivoluzione eclatante.
Ma questo film non ci sarà. E lo dico io, lo possiamo dire noi, che a Parma abbia già visto questo film in anteprima un anno fa con protagonista l’Amministrazione Pizzarotti. Anche allora ci fu un’attenzione mediatica morbosa nei confronti dei grillini che vide il suo apice nel giorno dell’insediamento del Consiglio Comunale quando a Parma vennero tutte le TV del mondo, CNN compresa. Oggi, eccezion fatta per la protesta dei giorni scorsi dei dipendenti comunali, ai consigli non assiste più nessuno, da mesi non si vede una telecamera. E’ normale che finisse così, perchè, come ha sempre dichiarato Beppe Grillo, i grillini non sono animali da esporre allo zoo ma cittadini come tutti gli altri, “non personaggi” che entrano nelle Istituzioni contro la Casta portando sobrietà e buon senso.
Cammin facendo, passando da movimento virtuale ribelle trainato da Beppe Grillo a forza di governo che agisce in autonomia, il M5S di Parma si è rivelato “più realista del Re”, più responsabile dei responsabili: nessuna stravaganza, nessuna eccentricità, un gruppo consigliare senza sbavature, membri di giunta che nulla hanno di demagogico o provocatorio. In confronto all’assessore al Bilancio Gino Capelli, il famigerato Mario Monti è un imbonitore, uno spendaccione, un venditore di fumo.
Se durante la diretta streaming dei consigli si spegne l’audio, per come si atteggiano i grillini potrebbero essere scambiati per dei consiglieri del Pd e del Pdl. Ci sta. Del resto a Parma, ovvero in periferia, siamo lontani dalla Casta di Roma, e alla fine un Dall’Olio, un Volta, un Pellacini, un Ghiretti sono persone “normali” come loro.
A Roma i grillini non faranno alcuna rivoluzione folkloristica; come a Parma non hanno messo il tritolo sotto l’inceneritore, così a Montecitorio non bruceranno le poltrone del Senato. Non faranno il regalo ai loro avversari di diventare una macchietta o uno spauracchio, come è stata la Lega quando minacciava la secessione, e sappiamo com’è finita. Alla fine troveranno una mediazione, un equilibrio, anche con i riti e le regole delle Istituzioni, financo con il loro grigiore.
Ma se tra cinque anni il M5S dovesse essere scomparso, non per questo avrà necessariamente fallito la sua funzione storica, se avrà imposto alla politica di fare ciò che per decenni non ha mai voluto fare in termini di sobrietà, moralità, normalità.
Perché i grillini vinceranno se faranno una rivoluzione non dell’apparenza ma della “normalità”, sottotraccia, senza clamore. Sarebbe questo un impagabile servizio fatto alla Politica e al nostro Paese.
Tanto a Roma quanto a Parma.
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