Disabili, affettività e sessualità: successo del progetto “Afrodite” promosso da Pedemontana Sociale

Cinquanta persone hanno concluso il percorso di Pedemontana sociale e Auroradomus, elaborato e condotto dall’associazione Orizon, che ha coinvolto anche familiari e operatori

L’affettività e la sessualità sono un diritto e una necessità per tutte le persone. Ed è per dare una risposta su questo delicato argomento ai giovani con disabilità in carico a Pedemontana Sociale, che nell’autunno del 2018 l’azienda del welfare e la Cooperativa AuroraDomus hanno dato vita al progetto “Afrodite”, realizzato in collaborazione con gli specialisti dell’Associazione di Promozione Sociale Orizon di Rivoli, in provincia di Torino.

Obiettivo di “Afrodite” era quello di fornire le chiavi di lettura utili ad affrontare questo tema dell’età adulta in un’ottica di pari opportunità e autonomia, attraverso il coinvolgimento delle famiglie, degli operatori e delle assistenti sociali. Obiettivo pienamente centrato, come è stato spiegato venerdì 11 dicembre nel corso di una videoconferenza organizzata per tracciare un bilancio finale del progetto che, sin dal mese in corso, vedrà il proprio naturale sviluppo con l’avvio di uno sportello di consulenza che avrà sede al Centro per le Famiglie distrettuale di Sala Baganza.

Il progetto, iniziato nell’ottobre del 2018 e terminato lo scorso settembre, ha visto la partecipazione di 25 persone tra ragazzi con disabilità e loro familiari, oltre a 25 operatori, ed è stato articolato in sei fasi, come hanno spiegato gli psicologi Mauro Bosio e Silvia Penna di Orizon che lo hanno elaborato. Alla prima fase di co-progettazione, con l’individuazione dei partecipanti e il coinvolgimento dei genitori, è seguita quella della loro conoscenza, attraverso dei colloqui. La terza tappa è stata dedicata alla consulenza, con incontri individuali, mentre il quarto “step” si è concentrato sulla formazione degli educatori e delle assistenti sociali. La quinta fase ha visto l’avvio degli incontri di gruppo e la sesta è stata riservata alla supervisione degli operatori. «È stato un progetto intenso e articolato – hanno sottolineato Bosio e Penna –. Abbiamo condiviso una visione della sessualità come un bisogno di tutti gli esseri umani, attraverso uno sguardo integrato. È stato così costruito un modello narrativo per affrontare il tema: dal bisogno di condividere la vita con un’altra persona all’amore, che porta con sé la sessualità. Modello tradotto con parole semplici ed emozionanti. Abbiamo toccato anche l’argomento dell’assistente sessuale, modello che tuttavia non ci soddisfa perché nasconde delle criticità, perché non si tratta di un incontro con l’altro, di sessualità condivisa e la dimensione affettiva non viene soddisfatta».

L’idea alla base del progetto è stata quella di «aggiungere un nuovo “tassello” ai percorsi che, in questi anni, abbiamo avviato per favorire l’autonomia delle persone con disabilità», ha messo in evidenza Emiliano Pavarani, responsabile dell’Area disabili di Pedemontana Sociale. «La nostra azienda ha sempre cercato nuovi cammini in base all’esigenza della persona e delle sue peculiarità. Questo ci ha portato a realizzare progetti partiti “dal basso”, attraverso l’ascolto delle famiglie, che abbiamo realizzato insieme a loro. Non ci siamo quindi limitati a fornire i servizi ordinari, pur importanti, ma abbiamo voluto avviare percorsi personalizzati che fossero efficaci nel concreto della vita quotidiana. Negli anni sono così nati numerosi progetti, inizialmente sperimentali, che hanno continuato poi ad esistere come risorse permanenti, mettendo a disposizione dei cittadini con disabilità una sorta di “universo parallelo” di possibilità innovative,  integrate con i servizi ordinar e “storici”. Tante persone e tanti partner ci hanno accompagnato e ci accompagnano in questo viaggio, perché siamo convinti che da soli non si possa fare nulla. E la strada percorsa – ha concluso Pavarani – ci ha permesso di ottenere importanti risultati di cui siamo molto soddisfatti». Tra questi partner, c’è anche AuroraDomus, rappresentata dal responsabile del Settore disabili Antonio Pignalosa, che in “Afrodite” si è occupato del percorso di formazione degli operatori e che ha voluto mettere in evidenza come tali progetti siano  «impegnativi e arricchenti dal punto vista operativo ed educativo».

Il direttore di Pedemontana Sociale, Adriano Temporini, ha spiegato come con “Afrodite” «non si siano volute creare un’affettività e una sessuologia speciali, ma un percorso di accompagnamento di queste persone nelle fatiche che, a volte, bisogna affrontare nella realtà dell’handicap e della disabilità. Quindi, come aggiungiamo sempre alla parola “autonomia” il verbo “accompagnata”, all’affettività e alla sessualità umana aggiungeremo “sostenibile”, per sottolineare una metodologia di lavoro che, più che sui deficit, intende puntare sulle risorse».

Al dibattito hanno preso parte anche le assistenti sociali Silvia Maloni e Isidora Romano, che hanno sottolineato come «la condivisione negli anni di momenti informali con i ragazzi, abbia favorito la costruzione di una relazione diversa, più empatica rispetto a quella professionale, che ha facilitato un rapporto più diretto anche con le loro famiglie. I ragazzi hanno dimostrato di essere pronti ad approfondire questo argomento e noi come servizi non possiamo farci sfuggire questa loro apertura». E a rappresentare quei ragazzi e le loro famiglie, sono intervenuti Mariano e i suoi genitori: «Grazie per averci permesso di partecipare a questo percorso meraviglioso, interessante, rassicurante e piacevole. È stato bello confrontarci, ascoltare gli altri e le loro esperienze».

Alla videoconferenza era presente anche la presidente di Pedemontana Sociale e sindaco di Felino Elisa Leoni, che ha voluto ricordare i festeggiamenti per il compleanno dell’associazione Liberi di Volare del 3 dicembre 2019, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità. «Una giornata di emozioni importanti, in cui ascoltando i ragazzi abbiamo capito che le loro paure sono come le nostre. Paura di non poter avere affetti, di restare soli e senza prospettive. Per me è stato un momento commovente e formativo. E da lì è nata l’esigenza di occuparci del tema della sessualità. Ben vengano questi progetti, in cui l’intelligenza emotiva delle persone si fa luce. Ringrazio chi, mettendoci tanta passione e impegno, lo ha reso possibile».

La videoconferenza si è chiusa con gli interventi degli educatori Matteo Bassioni e Jessica Montali, che hanno rimarcato quanto sia stato importante l’approccio multidisciplinare al progetto, in equipe con assistenti sociali e psicologi.

All’incontro online hanno inoltre partecipato gli assessori alle Politiche sociali di Collecchio e Montechiarugolo, rispettivamente Costanza Guerci e Francesca Tonelli, la dottoressa Ivonne Conforti, Responsabile del Servizio di Mentale Ausl Distretto Sud Est, la presidente dell’Associazione Liberi di Volare, Rosaria Dall’Argine, e Andrea Del Bue di Anmic Parma.

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