“Disumano risparmiare sulla sicurezza sul lavoro”

SMA MODENA
lombatti_mar24

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(non più in homepage)
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10/09/2010
h.17.00

Ancora una volta ci troviamo a commentare amaramente l’ennesimo grave infortunio sul lavoro che ieri ha lasciato senza gambe (nella migliore delle ipotesi, visto che la prognosi dei sanitari rimane riservata) un dipendente trentenne di una cooperativa che operava in appalto all’interno dell’Eridania di San Quirico.
Questa cooperativa era riuscita a sostituire quella che da diversi anni collaborava con l’azienda saccarifera grazie alla disponibilità a praticare un ribasso dei costi del 40%, sinonimo evidentemente di peggiori condizioni di lavoro e di minori garanzie per la sicurezza.
Ora, se da un lato si attende che gli inquirenti chiariscano la reale dinamica dell’incidente, dall’altro non ci si può esimere da una riflessione più generale sulla preoccupante deriva che, a partire dall’approccio culturale e sociale, sembra sempre più dilagante nel nostro Paese sulla questione della salubrità e sicurezza dei luoghi di lavoro.
Possibile che, in nome della competitività e del maggior profitto si possa pensare di derogare a tutte le conquiste che nel secolo scorso hanno contribuito a dare dignità e sostenibilità al lavoro e ai lavoratori? Possibile che sempre più aziende, con la compiacenza come in questo caso di pseudo-cooperative, facciano della ricattabilità dei lavoratori lo strumento per incrementare i margini di guadagno abbattendo anche i costi destinati alla sicurezza? Rafforzati, peraltro, nella loro perversa politica di risparmi sulla pelle delle persone, da un ministro dell’Economia che dichiara che l’applicazione della legge 626 è troppo onerosa per il nostro Paese e sostanzialmente va ripensata.
Ma siamo sicuri che allentare i controlli e i dispositivi per la sicurezza sia più economico per la collettività? Il caso del lavoratore dell’Eridania farebbe pensare il contrario. Si tratta infatti di un uomo giovane, di 30 anni, con una moglie e due figli piccoli; un uomo che non potrà più lavorare, e che non potrà più facilmente mantenere la propria famiglia. Chi se ne farà carico se non – giustamente – la collettività? È chiaro che il costo sociale di una così miope visione dovrà essere sostenuto dai cittadini, i quali davanti a casi come questo si fermeranno forse a riflettere sulla sensatezza di affermazioni come quelle del ministro Tremonti. Per indignarsi e protestare, affinché non si compia uno scellerato ritorno al passato.

Patrizia Maestri
segretaria generale Cgil Parma

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10/09/2010
h.17.00

Il Gruppo del PD esprime alla Persona vittima del tragico infortunio la propria solidarietà profonda e sincera.
L’episodio ripropone il drammatico problema degli infortuni sul lavoro e delle misure di sicurezza e di prevenzione nei luoghi di lavoro: un problema rispetto al quale non è dato di “abbassare la guardia”, meno che meno in un momento nel quale il quadro consolidato dei diritti e dei doveri dei Lavoratori dipendenti è messo in discussione nella prospettiva della globalizzazione del mercato e delle esigenze di produttività del c.d. sistema Italia.
Quale che sia lo sbocco di questa discussione, infatti, la sicurezza del lavoro, è, per così dire, un requisito irrinunciabile, ed il relativo sistema di regole e di dotazioni non può che venire rafforzato e non indebolito.

Gruppo PD

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10/09/2010
h.17.20

Ieri mattina un giovane facchino in servizio all’Eridania ha avuto un gravissimo infortunio sul lavoro, perdendo una gamba e rischiando l’amputazione dell’altra. Innanzitutto voglio testimoniare la mia solidarietà alla vittima.
È angosciante pensare che questi lavoratori sono chiamati a rischiare la vita per pochi euro all’ora, sono condizioni di sfruttamento che siamo abituati a pensare in altre parti dell’Italia e del mondo e che invece si trovano anche nella nostra “civile” food valley.
Avremmo chiesto proprio nel consiglio provinciale fissato per la settimana prossima una forte iniziativa degli enti locali per tutelare le condizioni di lavoro e di sicurezza nelle industrie del nostro territorio. È difficile infatti immaginare che la cooperativa che ha preso il lavoro con un ribasso del 40% rispetto all’anno scorso possa aver preparato i dipendenti con un’adeguata formazione, e si è visto che in alcuni impianti ogni errore si paga con menomazioni permanenti. Di questo erano preoccupati, di una corsa folle verso lo sfruttamento dei lavoratori e non sulla qualità (che trova riscontro ad esempio nelle posizioni di Marchionne) anche i tanti facchini provenienti da San Secondo della cooperativa che storicamente operava in questo impianto e che si sono visti togliere l’appalto con un ricatto intollerabile dell’azienda basato solo sulla riduzione dei costi a scapito, a scapito della sicurezza e della formazione, e del diritto dei lavoratori di un dignitoso compenso per il proprio lavoro.
E’ necessario ora un forte impegno degli enti locali che sono stati finora vicini all’Eridania per ottenere dal governo i contributi promessi per la produzione, ma che oggi devono pretendere dalla proprietà il rispetto della dignità e della sicurezza di tutti i lavoratori.

Roberto Bernardini
Capogruppo PdCI Provincia di Parma