Domiciliarità, una scelta precisa

SMA MODENA

06/04/2009
h.15.00

Un minuto di silenzio: tutti in piedi, in profondo raccoglimento, in omaggio alle vittime del terremoto che ha colpito L’Aquila. È cominciato così questa mattina al Centro Santa Maria ai Servi il seminario “Le sfide della domiciliarità: come i servizi sociali e sanitari possono accompagnare la famiglia e i caregivers nel compito di cura”, un confronto organizzato da Provincia e Ausl per fare il punto sulle problematiche e sulle prospettive dei servizi in materia di sostegno a domicilio dell’anziano e della sua famiglia.
L’iniziativa si colloca a due anni circa dall’istituzione da parte della Regione del Fondo per la non autosufficienza, che ha determinato una svolta significativa nell’assistenza domiciliare cambiando l’impostazione generale e l’approccio agli interventi di sostegno al mantenimento al domicilio degli anziani. Si mira al superamento della logica legata alla sola “prestazione” a favore di una presa in carico complessiva della persona e della famiglia incentrata sulla personalizzazione, integrazione e articolazione degli interventi. A livello provinciale la Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria ha promosso il progetto “Assistenza Domiciliare”, considerandolo prioritario per la realizzazione nel territorio provinciale di una domiciliarità integrata e rispondente appunto non più a una logica prestazionale ma a percorsi individualizzati di vita e di cura della persona.
“Ritengo che per il nostro territorio il fondo istituito dalla Regione sia stato estremamente utile a sviluppare e a qualificare la rete dei servizi. Noi come Provincia abbiamo sempre cercato di fare in modo che l’applicazione delle innovazioni e degli interventi di qualificazione fosse il più possibile omogenea”, ha detto in apertura l’assessore provinciale alle Politiche sociali Tiziana Mozzoni, che ha aggiunto: “La nostra conferenza socio-sanitaria territoriale è stata l’unica a livello regionale a fare una ripartizione del fondo cercando di raggiungere l’obiettivo del riequilibrio che la Regione stessa aveva dato. Siamo l’unico territorio che da tre anni cerca di distribuire risorse per mantenere questo obiettivo. Abbiamo lavorato tanto anche sull’innovazione, come ci aveva chiesto la Regione”.
Il seminario, moderato da Rita Cavazzini dell’Ausl, ha costituito una significativa occasione di riflessione, con la presenza di esperti del settore e con il coinvolgimento-confronto anche di altre esperienze del territorio regionale. Numerosi i relatori che si sono succeduti. Tra gli altri, il presidente della Provincia e della Conferenza socio-sanitaria territoriale Vincenzo Bernazzoli, il direttore generale dell’Ausl Massimo Fabi, il responsabile del Coordinamento prestazioni sociali e sanitarie dell’Ausl Romano Superchi, il docente universitario Sergio Pasquinelli, professore di Analisi delle politiche pubbliche all’Università “Cà Foscari” di Venezia.
“Quello della domiciliarità è un tema dalle implicazioni molto ampie, e che attiene alla stessa visione di sviluppo di una società – ha osservato il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli -. Io credo che in contesti come quelli attuali, fortemente competitivi, riuscire a costruire una programmazione sociale che riservi grande attenzione ai più deboli sia un segno molto forte: portare attenzione alla dignità delle persone, alla loro centralità, è un modo anche per declinare una nostra responsabilità non tradendo la storia e le tradizioni del nostro territorio”.