
Dopo ogni elezione ci si chiede spesso sul perché di astensione in aumento, di un crescente disinteresse e disaffezione per la politica. Crediamo che la risposta si trovi anche e soprattutto nella modalità di trattare i problemi del partito unico del cemento e degli affari che da oltre vent’anni guida lo sviluppo dei nostri territori. Non c’è la volontà di offrire soluzioni a problemi, ma di fare avanspettacolo senza senso del ridicolo per provare a cavalcare la rabbia e la frustrazione che sono giustamente presenti nella nostra società a causa di una crisi che sembra non avere fine.
Si additano capri espiatori e si rimanda ad un’età dell’oro che non è mai esistita, soluzioni semplici e comunicazione aggressiva per guadagnare consenso spicciolo e mantenere il potere con l’unico obiettivo di far fare affari agli amici e agli amici degli amici: cemento, privatizzazioni e bugie.
E così ieri abbiamo assistito al ridicolo dell’ex sindaco Vignali, a spasso in mimetica lungo via Palermo per denunciare la pericolosità del quartiere e ricordare i bei tempi della sua giunta. La paura di Vignali non è una novità, ce la ricordiamo anche quando usciva dalle porte laterali del municipio nel 2011, quando i cittadini ne chiedevano le dimissioni, preambolo della fine indecorosa di una delle peggiori amministrazioni che questa città abbia mai avuto. Non parliamo solo del malaffare scoperchiato dalle inchieste del periodo, ma soprattutto dalle sue politiche.
Il degrado del quartiere di oggi è frutto proprio di quelle politiche che hanno visto il proliferare di supermercati e centri commerciali che hanno ucciso il commercio e desertificato le strade. Quel modello che ha provocato una crisi abitativa drammatica nonostante una colata di cemento senza precedenti. Quel “modo di vivere”, per citare un tragico slogan del nostro consigliere in mimetica, che ha visto tagli e privatizzazioni ai servizi sociali, perché la società premia chi ha successo e chi sta male in fondo se lo merita, perché come direbbero gli americani, è un looser, e la spesa sociale è uno spreco.
Già gli americani, e proprio scimiottare Trump è l’unica cosa che rimane a una classe politica senza più senso del ridicolo a cui rimangono solo i soldi degli amici che fina
E magari domenica e lunedi cerchiamo di votare chi con fatica, onestà e senza i finanziamenti dei signori del cemento, prova a dare un’alternativa al futuro di guerra interna ed esterna che ci aspetta come la lista Emilia-Romagna per la pace l’ambiente e il lavoro.
La sicurezza nei quartieri difficili non è un’operazione cosmetica di restyling urbano e speculazione (vi dice qualcosa STU Pasubio?), ma una politica di redistribuzione della ricchezza per affrontare i problemi di chi il quartiere lo vive davvero e arranca. Case popolari, servizi sociali, politiche di sostegno ai piccoli commercianti, stop alla grande distribuzione commerciale e tassazione di centri commerciali e palazzinari, perché è ora di far pagare chi finora si è arricchito sulla pelle della città.
Ufficio Stampa Potere al Popolo