
03/06/2010
Una spada magica ha bisogno di essere al servizio di un prode guerriero e il ragionier Ugo Fantozzi è abbastanza epico per questo compito… altro che Re Artù! Difetta lievemente solo nella memoria.
Superfantozzi, film italiano diretto da Neri Parenti nel 1986, è il quinto capitolo della serie di film sul ragionier Ugo Fantozzi.
Quinto della serie, Superfantozzi conta tra gli attori principali Liù Bosisio, che torna temporaneamente nel personaggio di Pina; dal successivo film della serie restituirà definitivamente il ruolo a Milena Vukotic. Il film sancisce la definitiva metamorfosi della pellicola “fantozziana” da veicolo di humor nero che poteva servire anche per riflessioni sociali alla semplice raccolta di “barzellette sceneggiate”, totalmente scollegate le une dalle altre. Il formato epico-storico, del resto, era smaccatamente ispirato a La pazza storia del mondo di Mel Brooks, uscito poco tempo prima.
Fantozzi diventa un personaggio che si autoriproduce senza sosta, dal paradiso dell’Eden fino ai tempi futuri, in una sorta di metempsicosi che genera (quasi) sempre gli stessi risultati. Tormentone del film è la presenza in quasi tutti gli episodi di un oggetto: un manubrio da sollevamento pesi, fatto di pietra e con l’asta di legno (che sarà indicato con P).
Il personaggio fantozziano è sempre sopraffatto in tutte le epoche da ogni sorta di umiliazioni: costretto a subire ordini da altri, certamente più belli e prestanti, ma non certo meno mediocri di lui. Celebre è la frase con cui Dio scaccia Fantozzi e Pina dall’Eden: “Dovrete lavorare con sudore nella fronte e anche per loro”, riferendosi ai primi due esemplari di uomo e donna creati prima dei secondi e venuti peggio di quest’ultimi.
Clicca qui per vedere gli altri video di Trash Daily