Faremo ricorso contro IREN

SMA MODENA

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28/08/2010

I Comunisti Italiani, presenti in assemblea Iren in rappresentanza dello 0,007% del capitale sociale, presenteranno ricorso alla Consob, e non solo, per quanto riguarda le deliberazioni assembleari che hanno interessato gli articoli 9 e 25.2 (vii) dello statuto di Iren spa.
Due ordini del giorni alternativi a quelli previsti dal consiglio di amministrazione sono stati regolarmente depositi per iscritto al tavolo di presidenza dopo l’intervento di Donato Vena, che ha chiesto che venissero dati in copia agli azioni presenti prima del voto.
C’è stato il diniego da parte del presidente Bazzano di distribuire copia agli azionista della proposta alternativa (si trattava di fotocopiare e distribuire due fogli A4) e soprattutto non sono state messe in votazione le due modifiche alternative.
La prima riguardava l’art. 9 che conteneva questa formula: “Il capitale sociale della Società deve essere detenuto in maniera rilevante e comunque non inferiore al 51% da enti pubblici locali o da consorzi costituiti ai sensi dell’art. 31 D. Lgs. n. 267/2000 o da consorzi o società di capitali di cui gli enti pubblici locali o i consorzi costituiti ai sensi dell’art. 31 D.Lgs. n. 267/2000 detengano almeno l’80% del capitale sociale”.
Dopo l’approvazione da parte della formula proposta dal consiglio di amministrazione (“Il capitale sociale della Società deve essere detenuto in maniera rilevante e comunque non inferiore al 51% da Soggetti Pubblici”), approvato, non è stato messo ai voti la secondo proposta che nei fatti non modificava ma integrava la prima e quindi poteva anche essere approvato dagli azioni.
In ogni caso con questa scelta i sindaci hanno deciso indirettamente di dare la possibilità a FSU, la società tra i comuni di Torino e Genova che possiede circa il 36% delle azioni Iren, di poter mettere in vendita fino al 49% del suo capitale; prima della modifica, invece, era vincolato a una possibile vendita fino al 20%; questa norma così com’è scritta indebolisce fortemente la percentuale pubblica in Iren, invece di rafforzarla come si vuole fare mettendo il 51%.
Sull’art. 25.2 (vii) proposto dal consiglio di amministrazione è stato bocciato dagli azioni e anche qui non è stato messo ai voti la prosta scritta ed alternativa dei Comunisti Italiani. Anche su questo punto si farà ricorso.

PUNTO 1 – Nomina del Consiglio di Amministrazione
Sulla nomina del consiglio di amministrazione è stato denunciato con forza la scorrettezza del candidato di Parma Villani che inviando i documenti a Iren da pubblicare agli azioni, in mala fede omette nel proprio curriculum che fino a pochi gironi prima era consigliere comunale nel Comune di NOCETO.
E’ stato chiesto a Villani, presente in sala, intervenire in merito all’incompatibilità che avrebbe anche con il Codice di autodisciplina di Iren s.p.a. prevede al punto 1.3 che “Gli amministratori accettano la carica quando ritengono di poter dedicare allo svolgimento diligente dei loro compiti il tempo necessario….”. Ma come potrà dedicarsi allo svolgimento diligente dei compiti da vice presidente della società, considerando che diventerà anche componente di diritto del Comitato Esecutivo (art. 26 dello statuto), se svolge le mansioni di consigliere regionale?
Delle due l’una: o svolgerà una delle due cariche (Vice Presidente /Consilgiere Regionale) “non con dignità e assiduità” ma solo con l’obiettivo di incassare due stipendi; o in assemblea s’impegni verso gli azionisti a dimettersi dalla carica di consigliere regionale dopo la nomina.
Villani ha ritenuto opportuno non intervenire.

PUNTO 2 – Determinazione del compenso annuo da corrispondere ai membri del Consiglio di Amministrazione.
La nostra proposta in assemblea di ridurre del 10% tutti i compensi degli amministratori e dei sindaci è stata accolta parzialmente. I consiglieri di amministrazione percepiranno 23.000 euro all’anno (su questi non c’è stata nessuna riduzione), mentre sulle altre cariche il mandato è stato quello di ridurre un 10% (di cosà? Hanno replicato in tanti in assemblea). Alla fine su questo non c’è stata reale chiarezza. Vedremo gli atti che il consiglio di amministrazione emanerà.
Infine, anche qui, non è stata messa ai voti la proposta dei comunisti italiani che, inoltre, prevedevano anche che:
“Visto, infine, che alcuni amministratori ricoprono più cariche in Iride o nei consigli di amministrazioni delle sottogruppo o nelle società di cui Iride detiene azioni o ricevono bonus/benefit, chiediamo a Chiamparino, Vincenzi e Delrio che in ogni caso il compenso onnicomprensivo a un amministratore Iren, non possa superare i 500.000 euro”.

Donato Vena
Comunisti Italiani – Federazione della Sinistra