Fiumi sicuri, ecosistemi protetti: la sfida dei Verdi Emilia-Romagna

Ottolini e Londrillo sottolineano l’importanza della vegetazione ripariale per la sicurezza delle sponde e dei territori

di Tatiana Cogo

La gestione dei fiumi passa anche dalla natura. Mentre proseguono gli incontri della Regione Emilia-Romagna sui progetti di ripristino e messa in sicurezza dei bacini fluviali, i Verdi ribadiscono il ruolo insostituibile della vegetazione ripariale e dello spazio fluviale per prevenire dissesti idrogeologici e proteggere le comunità.

«Troppo spesso, a seguito delle alluvioni che hanno colpito la regione, si sono realizzati interventi che indeboliscono invece che rafforzare il sistema fluviale – spiegano i coportavoce Enrico Ottolini e Sara Londrillo –. In nome di una manutenzione “pulizia”, dettata da logiche politiche o da luoghi comuni, sono stati eliminati alberi e vegetazione fondamentale per la stabilità delle sponde».

Secondo i Verdi, gli interventi dovrebbero essere selettivi e mirati: rimuovere solo ciò che ostacola il deflusso, come sedimenti, rifiuti o piante instabili, e preservare la vegetazione sana, il cui ruolo è cruciale. Gli alberi consolidano le sponde, riducono l’erosione e trattengono detriti, funzionando come filtro naturale. «La vegetazione ripariale non è un ostacolo, ma un alleato della sicurezza idraulica», ribadiscono.

I coportavoce evidenziano anche che il problema principale dei fiumi è la mancanza di spazio: «Fiumi adeguatamente dimensionati, come il Reno, hanno sponde ricche di vegetazione senza alcun rischio. La vera sicurezza si ottiene progettando infrastrutture e spazi fluviali nel rispetto degli equilibri naturali».

I Verdi Emilia-Romagna chiedono dunque che i progetti di messa in sicurezza adottino un approccio integrato, con competenza, pianificazione e rispetto degli ecosistemi, sottolineando che solo una gestione ecologicamente responsabile può garantire protezione duratura alle comunità.

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