
10/02/2010
h.16.30
Il 10 febbraio è il ” Giorno de Ricordo” per commemorare i martiri italiani massacrati nelle foibe.
Le foibe non sono solo voragini rocciose, a forma di imbuto rovesciato, che possono raggiungere anche i 200 metri di profondità, ma rappresentano anche delle inguaribili ferite nella memoria e nella coscienza di molti italiani.
In quei luoghi dall’8 settembre del 1943 e fino a tutto il 1946, in Istria, a Trieste e in Venezia Giulia, i partigiani delle formazioni iugoslave di Tito, usavano le foibe per eliminare, gettandoveli dentro gli italiani non comunisti , militari o civili che fossero.
Ben di rado l’eliminazione fisica e il conseguente ” infoibamento” avveniva mediante fucilazione.
Comunemente, prima di essere gettati nelle fosse, gli uomini e le donne, rastrellati e strappati dalle loro case e condannati senza processo alcuno, erano torturati.
Alcuni furono addirittura gettati vivi nei crepacci.
Il numero delle persone sterminate non è mai stato accertato.
Nelle foibe furono scaraventati civili d’ogni credo e colore politico, colpevoli esclusivamente d’essere italiani.
Ma per questi crimini nessuno ha mai pagato!
Nei libri di storia a scuola raramente si tratta questo argomento, poiché rappresenta un aspetto scandaloso e sconcertante per gli allora amici di Tito.
In Italia per oltre cinquant’anni si è volutamente e vergognosamente taciuto su questi fatti.
Si è taciuto sulle migliaia di persone che scomparirono da quei luoghi, deportati nei campi di concentramento della allora Jugoslavia.
In mezzo secolo pochi coraggiosi hanno osato andare controcorrente cercando documenti, testimonianze e prove di quell’orrendo sterminio antiitaliano.
Purtroppo i sopravvissuti ed i parenti delle vittime aspettano ancora giustizia.
Mario Bertoli
Segretario provinciale La Destra