
È inutile girarci intorno. La giornata chiusa ieri sera ha mandato un segnale inequivocabile: l’Inter allunga sul Milan, sua diretta inseguitrice mentre la Juve si attesta a un ipotetico meno 7.
A tredici giornate dalla fine del torneo il margine si allarga. A questo punto o l’Inter butta via il tesoretto, o lo scudetto prenderà la strada delle Milano neroazzurra. La pazza Inter dovrebbe impazzire definitivamente per dilapidare il patrimonio che ha messo da parte mentre le inseguitrici sono ancora alla ricerca della quadratura del cerchio. Conte ha un anno e mezzo di vantaggio sulle immediate inseguitrici, ha una squadra che ha una ossatura solida. I centrali difensivi si conoscono a memoria, così come i centrocampisti che hanno visto l’esplosione di Barella e l’inserimento in pianta stabile di Eriksen.
Certo la partita di ieri ha dimostrato anche i limiti dei neroazzurri che fanno girare la palla lenta e questo diventa un difetto quando le squadre di fronte si chiudono in un calcio d’antan. E ci mancava poco che il Torino non andasse in vantaggio su una punizione deviata da Lyanko solo sul palo con porta spalancata.
Per sbrogliare le matasse ingarbugliate esistono i campioni e in attacco l’Inter può mostrare la coppia più assortita del torneo: Toro Martinez e Lukaku. Una macchina, quella neroazzurra milanese, che non sembra avere difetti se restiamo nel recinto di casa nostra e non volessimo fare una valutazione europea dove siamo aggrappati al sogno Atalanta, la neroazzurra di provincia, che non dovrebbe essere l’ancora di salvataggio del nostro calcio.
A proposito di attacco la Juve ha il capocannoniere del torneo, CR7, che ha segnato l’ennesimo multi-goal nella stessa partita graziato dall’arbitro, si era sullo 0 a 1, e il suo partner Morata non hanno mai trovato la giusta intesa. Ieri Ronaldo accentrava su di sé ogni attacco mentre Morata era sempre indeciso, come uno sherpa qualsiasi, tra il passaggio al compagno o mettersi in proprio.
La Juve ha capitalizzato la rabbia dalla eliminazione dal torneo che l’ha vista storicamente soffrire le pene dell’inferno, e CR7 ha dato una risposta ai suoi detrattori dopo l’opaca partita di Champions. Ora la Juve dovrà dare quella continuità al torneo indipendentemente dal risultato finale. Lo scudetto è in mani altrui e sarebbe un delitto non provare ad approfittare di eventuali, e al momento inaspettati, cali dell’Inter ma la Juve dovrà usare queste giornate per capire dove si dovrà rafforzare e chi sarà confermato. Ci sono troppi giocatori che non hanno alcuna certezza di conferma e devono dimostrare di meritare la riconferma. Stesso discorso per Pirlo e la dirigenza, l’ultimo mese e mezzo sarà uno spartiacque che determinerà chi resta e chi va via. Ma sul tema calcio mercato ci sarà tempo più in là.
La classifica in alto si sgrana anche grazie alla vittoria del Napoli che affossa il Milan stanco delle fatiche europee. Giornata ottima per i partenopei che hanno iniziato a recuperare i pezzi grossi – Mertens e Osimhen in primis – mentre il Milan ha regalato sette titolari, Ibra compreso, alla partita. Troppi.
Nel lontano venerdì la Lazio batte in sofferenza il quasi spacciato Crotone mentre la Roma viene battuta dal Parma mandando un segnale di speranza ai ducali. Questa volta il 2 a 0 è stato difeso e portato a casa.
Ed eccole le zone calde del campionato. In testa: Inter 65, Milan 56, Juve 55, Atalanta 52, Napoli e Roma 50 Lazio 46.
Dietro dopo una terra di mezzo, un inutile campionato di squadre che non hanno più obiettivi, la coda vede il Crotone a 15, il Parma a 19, Torino 20, Cagliari 22, più staccate Benevento e Spezia le vere sorprese di questo pazzo campionato. (Juve e Napoli una partita in meno, Torino due partite in meno).
In attesa del prossimo turno accomodiamoci sul divano e gustiamoci l’Atalanta a Madrid che sarà accompagnata in ogni caso e con qualsiasi risultato con un grande applauso da tutti gli appassionati del pallone.
Alla prossima,
Gianni Bandiera