
03/11/2011
h.18.20
E’ la seconda volta che mi occupo delle alterazioni al monumento a G. Garibaldi. La prima perché la base piramidale, in granito e segnata dalle ferite degli eventi bellici, era stata improvvisamente “smaltata”.
Recentemente il monumento è stato completamente restaurato, purtroppo prolungando in altezza ognuno dei tre gradini basamentali con una lastra bronzea di trenta centimetri e formando fioriere.
Per le vie brevi ho saputo della mancanza del necessario assenso dei competenti Uffici del Ministero dei Beni Culturali.
Oltretutto tali lastre alterano le proporzioni basamentali e prospettiche del monumento, creando un antiestetico zoccolo metallico; appesantendo, anche per il colore del materiale, la base. Impediscono di avvicinarsi alle tre formelle bronzee laterali che, per le loro ridotte dimensioni, ed il loro minuto disegno, non possono che essere ammirate da breve distanza. E l’intero complesso statuario appare goffo e meno slanciato.
Alterare i monumenti “storici” è vizio cittadino. Lo si è fatto per il “monumento al Partigiano”, circondandolo con un panchinamento del tutto avulso dal contesto progettuale già realizzato e vincitore di concorso. Ed il Comune è stato condannato, giudizialmente, a corrispondere un risarcimento alla vedova di un coautore: l’arch. Lusignoli.
Altro grave sfregio è stato inferto al monumento a Bottego durante tutte le fasi progettuali della Stazione. Prima prevedendo di collocarlo sul retro della Stazione; successivamente ipotizzandolo in una sorta di aiuola spartitraffico; infine si è deciso di spostarlo, pur mantenendolo nella parte residua della attuale piazza, all’interno delle due strade ormai scavate che passano al di sotto della Stazione. Oltretutto si ruoterà la collocazione, voluta dall’Autore, della statua di Bottego.
Ritengo che i monumenti, accuratamente studiati dall’Autore che a volte – come ha fatto lo Ximenes rispetto al monumento a Bottego – progettano addirittura la sistemazione della piazza destinata ad accoglierli, non possono essere né spostati né alterati. Il farlo rappresenta uno sfregio culturale, oltraggioso oltre che per l’Autore, per la memoria stessa che i monumenti vogliono tramandare e che si concretizza con la loro realizzazione..
Per il monumento a Giuseppe Garibaldi si può rimediare facilmente. Ho interessato le Soprintendenze; in una con l’opinione pubblica, informo il Commissario.
Arrigo Allegri