
02/03/2009
Caronna, cosa sta succedendo nel PD?
Sta succedendo che è in corso una discussione, com’è ovvio che sarebbe stato dopo il fatto traumatico delle dimissioni di Walter Veltroni al quale abbiamo risposto con l’elezione immediata di Franceschini.
Ma vedo anche una grande voglia di reagire, di combattere e di rispondere ai problemi delle persone.
Da dove deriva la crisi del Partito Democratico?
Deriva dal fatto che questo progetto, che a mio giudizio è una grande speranza per il Paese, deve riuscire ad avere il tempo per potersi affermare. Noi abbiamo sempre celebrato elezioni su elezioni, ma forse non abbiamo mai avuto il tempo necessario per costruirlo come si deve.
Credo che dovremmo prenderci il tempo di costruire un partito nella società, di avere gli strumenti per poterlo far funzionare e anche il tempo di correggere eventuali errori che abbiamo fatto in questa prima fase, attraverso una discussione congressuale che ci permetta di fare il punto per costruire una grande formazione che guardi al futuro del Paese e che sia un’alternativa credibile a questo centrodestra.
Di chi è la colpa della crisi che sta vivendo il PD?
Sarebbe molto ingeneroso dare tutta la responsabilità a Veltroni, il quale invece ha compiuto un gesto di generosità nei confronti del progetto del Partito Democratico. Io credo che uno dei grandi limiti sia stata una sorta di autoreferenzialità dei gruppi dirigenti che occorre superare, innanzitutto attraverso la discussione e il rinnovo degli organismi dirigenti facendo entrare forze nuove più legate ai problemi territoriali.
Nel concreto come farete per “fare entrare forze nuove più legate ai problemi territoriali”?
Attenzione comunque perchè nuove forze sono entrate già adesso a livello locale.
Detto questo, credo che il congresso debba essere un’occasione importante di discussione e di messa a punto del progetto futuro del Partito Democratico.
Secondo me ottobre sarà il momento giusto per fare questa discussione, libera da scadenze, da vincoli e da altro che non sia quello di mettere a punto il progetto per il Paese.
Dario Franceschini sarà un Segretario di transizione?
Francamente questo dibattito mediatico non lo ritengo particolarmente utile.
Quando sarà il momento penso che ci troveremo di fronte e diverse candidature che si dovranno confrontare su un tema forte quale è il come costruire nei fatti una grande formazione politica che diventi competitiva contro un centrodestra che in questo momento è molto forte.
Quindi, più che ai nomi, bisognerà guardare alla piattaforma politica e alle idee che verranno fuori. Dopodichè si sceglieranno anche i nomi.
Il PD di Fidenza si è spaccato e il sindaco Cerri si è dimesso e correrà alla guida di una sua lista civica. Il PD ha invece scelto di candidare Paolo Antonini. Quali conseguenze potrebbe avere questa rottura a livello regionale?
In Emilia Romagna, a parte questo caso, non ce ne sono stati altri particolari. Quindi nessuna ripercussione.
Effettivamente è un po’ anomale che un sindaco e un vicesindaco si sfidino in questo modo.
Bernazzoli secondo lei vincerà di sicuro le prossime provinciali di Parma?
Di sicuro non c’è mai nulla, ma Bernazzoli è un candidato forte che ha fatto molto bene in questi cinque anni e credo abbia tutte le condizioni per potere vincere per il bene di Parma.
Il centrosinistra guidato da Bernazzoli ha le capacità per fare il pieno dei voti del centrosinistra.
Parliamo di costi della politica. Come dovrebbero essere correttamente compensati gli amministratori?
Secondo me gli amministratori devono essere retribuiti in modo dignitoso, perché anche questa è una forma che garantisce l’autonomia di chi svolge quella funzione.
In occasione della campagna elettorale per le primarie, lei, da candidato alla segretaria regionale del PD, rivendicò con orgoglio di essere un politico di professione. Lo conferma?
Certo che lo confermo. Anche se non lo farò a vita.
Onestamente, c’è bisogno oggi di professionisti della politica?
So di andare contro corrente, perchè il professionista della politica viene considerato tendenzialmente in forma diciamo “dispregiativa”, ma per me non è così.
Per me il professionista della politica è una persona che destina una parte della sua vita a fare intensamente e con dedizione questo lavoro per la collettività. E’ un lavoro che assorbe moltissimo tempo, necessita di studio e necessita di esperienza perché i problemi sono molto complessi; in questi termini quindi è necessario del professionismo della politica e di conseguenza persone professioniste della politica.
Le faccio un esempio; se lei deve andare da un medico perché ha qualche malattia e le dicono: “questo è un medico con una grande professionalità che è da molti anni che svolge la professione, mentre quest’altro è uno che fino a ieri ha fatto l’elettrauto però vuole cimentarsi con la medicina” lei chi sceglie? Immagino che sceglierà quello che ha molta professionalità.
Sì, ma in politica?
In politica, analogamente, ci sono professionisti e nuovi arrivati.
Mi scusi, ma buona parte dell’elettorato del PD, specialmente i giovani, hanno evidenziato di essere stanchi di un certo professionismo della politica, con gente che siede sulle poltrone della politica da circa trent’anni.
Ah, ma quello è un altro paio di maniche…
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