
Il green pass obbligatorio per accedere a diversi spazi al chiuso compresi bar e ristoranti e la prospettiva di estensione a mezzi di trasporto e scuole ha fatto lievitare, anche nella nostra provincia, le prenotazioni per le nuove inoculazioni. Tanto è vero che le autorità sanitarie stanno aumentando gli hub in cui sono possibili le inoculazioni e da lunedì 9 agosto prenderà il via l’offerta quotidiana “last minute”, la nuova modalità di adesione alla campagna vaccinale contro il coronavirus che l’Ausl mette a disposizione dei cittadini, per ottenere la somministrazione della prima dose entro 24 ore dalla richiesta.
Per fare il punto, alla soglia delle vacanze agostane, abbiamo intervistato Romana Bacchi, sub commissaria sanitaria Ausl di Parma.
Come sta andando la campagna vaccinale?
La campagna vaccinale sta procedendo in analogia ai trend regionali, riscontriamo ottime coperture sulle popolazioni anziane, non è invece ancora ottimale sulle fasce più giovani o dell’età produttiva.
Se parliamo del totale dei residenti per popolazione vaccinabile, cioè oltre i 12 anni, parliamo di quasi 407 mila cittadini per Parma e siamo a una prima dose somministrata del 66,2%. Non è un dato ottimale puntiamo ad innalzare questo indicatore. Il 57% ha terminato il ciclo vaccinale.
Complessivamente invece, il tasso di adesione, ovvero la prima dose più i prenotati, è a un livello del 76,1% che se comprendiamo anche i non residenti, arriva all’80,3%. A Parma ne abbiamo vaccinato tantissimi, per esempio per motivi di lavoro o, rispetto ad altre città emiliano-romagnole, per la cospicua presenza di studenti universitari.
L’esigenza di ottenere il green pass ha portato ad aumenti delle prenotazioni?
Sì assolutamente, tanto che dobbiamo aprire degli slot vaccinali; abbiamo avuto una forte ripresa della prenotazione e ci aspettiamo che per le fasce adolescenziale ed in età scolare, ci sia un incremento delle prenotazioni per l’inizio dell’attività scolastica. L’incremento delle prenotazioni è di +8.424; in particolare, nella fascia d’età 12-15 anni, abbiamo l’incremento più significativo (+6,58% e in termini assoluti + 1.109 nuove prenotazioni ndr).
Intanto l’età media dei contagiati si è notevolmente abbassata; in Emilia-Romagna e oggi è di 34,2 anni e, osservando nel dettaglio i dati dall’inizio della campagna vaccinale al 5 agosto, il totale delle vaccinazioni effettuate a Parma e provincia è di 527.951, di cui 284.081 (prima dose) e 243.870 (seconde dosi e monodose). Se andiamo a studiare il dato diviso per fasce di età vediamo che ci sono, in effetti, grandi differenze. La popolazione anziana è decisamente più coperta: Si va dal 97,2% degli ultraottantenni all’89,7% dei settantenni, all’85,7% dei sessantenni. Ancora sopra l’80 (80,65) è la percentuale dei vaccinati fra i cinquantenni per poi scendere al 71,1% nella fascia 40-49, al 63,3% in quella 30-39, al 65.3% dei ventenni. Per quanto riguarda le fasce più giovani della popolazione la copertura è del 68.8% tra i 16 e i 19 anni e del 43,9% tra i 12-15.
“Stiamo continuando tutte le azioni per aumentare l’adesione e portare la popolazione a indici di copertura decisamente più elevati che possano permettere di ridurre in modo molto significativo la circolazione del virus, che comunque continuerà. Ma se ci sarà immunità delle comunità il beneficio sarà grande: la riduzione delle varianti, il vero problema riscontrato in questi mesi – spiega Bacchi. Non dimentichiamoci comunque di un’espressione di patologia decisamente inferiore o inesistente nei vaccinati. Ormai questo è un dato certo, in particolare sulla doppia dose e anche a distanza di tempo. Proprio per proteggere le persone più fragili, quelle con il sistema immunitario debole, abbiamo bisogno di limitare il più possibile la circolazione del virus. E ciò può essere raggiunto solo con la vaccinazione del maggior numero possibile di persone”.
Per chi è stato vaccinato a inizio anno sta per scadere la copertura vaccinale, ci sarà una terza dose?
Se ne sta parlando, ci verrà a breve data indicazione. Era anche stato prospettato di associarla alla campagna di vaccinazione antiinfluenzale. In ogni caso dobbiamo continuare a utilizzare tutte le precauzioni: distanza, lavaggio delle mani e mascherina, indipendentemente da ciò che dice la norma, perché siamo ancora a rischio, non siamo fuori dalla pandemia.
A Parma è stato riscontrato il fenomeno del personale della sanità no vax. L’Ausl ha lavorato sugli elenchi, forniti in due momenti diversi dalla Regione Emilia-Romagna, di professionisti sanitari di tutta la provincia, del pubblico e del privato che non risultavano vaccinati, un totale di circa 2.600 persone. Lo stato di avanzamento della procedure non è dunque omogenea per tutti i professionisti coinvolti. Di questi, il 55% è poi risultato da una prima disamina essere in regola con la vaccinazione (ciclo vaccinale concluso o in corso). Gli altri professionisti sono stati destinatari di comunicazioni ad hoc come prevede la normativa; una prima comunicazione con l’invito a ritornare il certificato di avvenuta vaccinazione o giustificata motivazione della mancata somministrazione di vaccino, la seconda con l’invito a vaccinarsi e a darne comunicazione all’Azienda stessa.
Al 2 agosto scorso, 158 professionisti sono oggetto di valutazione dell’apposito collegio di esperti composto da 3 professionisti dell’Ausl, un medico igienista, un medico del lavoro, un medico legale.
Dall’esito della attività del collegio di esperti è emerso che a 32 persone è stata riconosciuta la deroga dall’obbligo vaccinale (quasi tutti per gravidanza e puerperio); 14 persone si sono sottoposte alla vaccinazione. Per 74 casi la disamina è in corso e ci sono 21 casi sono ancora da valutare.
Per 3 professionisti è stato emesso l’accertamento. Si tratta di 1 libero professionista e 2 dipendenti di Ausl. Per questi ultimi è in corso di perfezionamento l’atto di sospensione dal servizio, senza retribuzione fino al 31 dicembre, a meno che i dipendenti non decidano di sottoporsi alla vaccinazione. Per ulteriori 14 persone l’accertamento sta per essere inviato.
“Stiamo parlando di medici, infermieri, oss, farmacisti e psicologi – spiega Bacchi-. Le persone che volontariamente decidono di non vaccinarsi pur avendo le condizioni sanitarie che lo permetterebbero sono veramente poche. Tra i 2400 operatori Ausl, il 94,1% risulta vaccinato e il dato non comprende chi ha la deroga per motivi di salute.
La risposta del personale sanitario pubblico e privato di Parma e provincia alla campagna vaccinale è stata massiccia; la significativa adesione di questa categoria di lavoratori è ulteriore conferma della loro professionalità, responsabilità e dedizione profuse nell’esercizio dell’attività assistenziale e di cura. Come si evince dai dati presentati, anche se il procedimento di applicazione della legge 76 del 2021 è ancora in corso, è evidente come gli interessati dal provvedimento conclusivo dell’iter normativo siano un numero esiguo di persone. A loro e a tutti i cittadini che ancora non lo hanno fatto, desidero rinnovare l’invito a prenotare l’appuntamento per la somministrazione, ora che i contagi colpiscono proprio le persone non vaccinate, a dimostrazione dell’efficacia del vaccino -conclude Bacchi –”.
Tatiana Cogo