
Fino a ieri il “massarismo” era un concetto vago, indefinibile, misterioso.
Sì, Andrea Massari è stato per dieci anni il sindaco di Fidenza e poi presidente della Provincia di Parma, l’ultima emanazione della scuola DS, col suo carattere e i suoi modi pratici, talvolta spicci, fin troppo spicci.
Come un lampo nel cielo, inaspettato, abbagliante, booooom…. alle elezioni regionali di novembre scorso il massarismo appare con il botto di 10.000 preferenze, sebbene nessuno fosse in grado di dare un volto a quella messe di voti, al di là di collocare 3.000 preferenze a Fidenza, 800 a Salso e 3.600 in città. Al più quel baleno fu identificato con una sigla: AM24 (leggi).
Ieri sera al Circolo Arci Argonne di Parma abbiamo assistito all’incarnazione del massarismo, che ha preso forma e riempito il giardino del circolo realizzando, in tempi lontani dalle elezioni, il secondo evento politico più partecipato degli ultimi anni a Parma. Il primato spetta a Pietro Vignali nell’ultima campagna elettorale delle regionali al Circolo di Lettura, con la sua sempre sorprendente e impareggiabile capacità di mettere a sedere in una sala persone mai viste in giro, che solo lui conosce, che solo lui seguono e seguiranno, sempre.
† Chiesa e omosessualità: è Paolo, e non Gesù, a dettare la linea (di Andrea Marsiletti)
Certo, la presenza all’Argonne del presidente De Pascale qualcuno avrà portato, ma è difficile stimare quanti se all’evento di Massari c’erano più persone che alla chiusura della campagna elettorale di De Pascale a Parma.
Chiamati a intervenire il sindaco di Parma Michele Guerra, il presidente della Provincia Alessandro Fadda e il sindaco di Fidenza Davide Malvisi, per due ore, al di là del loro volere, inconsapevoli tre re magi del massarismo. Molto qualificante la presenza dell’assessore regionale Massimo Fabi, l’uomo a cui De Pascale ha rifilato la polpetta più bollente (e avvelenata), ovvero la gestione della sanità della regione in tempi di tagli di risorse e di difficoltà delle famiglie. Non poteva fare scelta migliore.
Il massarismo si è manifestato nelle forme più variegate, con la faccia di amministratori di giunte di centrosinistra e di centrodestra, di frequentatori dei circoli Arci figli del popolo e di privilegiati nominati nelle società partecipate più importanti e meglio retribuite, dall’imprenditoria padronale alla piccola e grande cooperazione parmigiana, da simpatizzanti di centrodestra affascinati dalla sua concretezza a pezzi di apparato cammellato Pd di lungo corso, da rappresentanti delle associazioni economiche di categoria a rappresentanti di se stessi.
Tra le rovine e la resilienza: reportage di Francesca Riggillo dal campo profughi di Chatila in Libano. FOTO
In mezzo a queste 50 sfumature di massarismo, la luce più luminosa era quella della giovane reporter Francesca Riggillo reduce dal campo profughi di Chatila e dal cimitero dei martiri di Beirut in Libano, che scrive di pace, lotta, bombe, disperazione, speranze, mitra, sogni (leggi).
La candela che durante l’aperitivo oscurò il massarismo.
Andrea Marsiletti