INTERVISTA al prefetto Garufi: “L’accoglienza è troppo sbilanciata sulla città. I sindaci della provincia facciano la loro parte”

SMA MODENA
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Lo aveva detto prima di Natale, durante lo scambio di auguri con i rappresentanti del territorio a Palazzo Rangoni: “il Cas di Martorano va superato” e il prefetto Antonio Luci Garufi lo ribadisce, ancora, in questi giorni. Giorni in cui gli uffici della Prefettura stanno preparando gli avvisi per le manifestazione di interesse per l’accoglienza di migranti e richiedenti asilo.

E, nuovamente, cerca la collaborazione dei sindaci del territorio, per evitare che i bandi non vadano deserti come accaduto l’anno scorso.

Alla scorsa settimana sono 801 le persone accolte nella nostra provincia ed è la città ad ospitarne il numero maggiore. Tra questi ci sono anche 14 minori non accompagnati – “che è un tema importante all’interno di una materia già molto complessa – dice Garufi”. Precisamente 120 sono nel comune di Salsomaggiore (negli alberghi di Tabiano), 29 nel comune di Sorbolo, 24 a Varano (ospitati dalla Caritas), 23 a Torrile, 20 a Colorno, 20 a Traversetolo e 19 a Fontanellato. Tutti gli altri, cioè oltre i due terzi, sono ospitati nel capoluogo.

“C’è un netto sbilanciamento, certamente non c’è un’accoglienza diffusa nella provincia – dice Garufi che aggiunge – sono molto preoccupato per il futuro. Gli strumenti che possiamo attivare per l’accoglienza sono quelli che sono, cioè il riscorso al mercato, al libero offerente, a che si dichiara disponibile ad offrire determinati servizi. A giorni pubblicheremo, un’altra volta, l’avviso per le manifestazioi d’interesse per provare ad ampliare la rete dei Cas, i centri accoglienza straordinaria, siamo in attesa del un nuovo capitolato dal Ministero. Ai Comuni non chiedo di accollarsi direttamente l’accoglienza, perché non è loro compito, ma di farsi interpreti delle esigenze del territorio, perché le persone arrivano. Chiedo ai sindaci di favorire, convincere, esortare i loro interlocutori per trovare insieme delle soluzioni. È noto che lo scorso anno ho fatto almeno una decina di incontri con i sindaci, a prescindere poi dalle tutte interlocuzioni dirette. Non dico che i comuni debbano mettere a disposizione strutture pubbliche perché è chiaro che se ci sono hanno altre destinazioni d’uso e, se non sono utilizzate, spesso significa che non sono in buone condizione. Ogni tanto sento parlare di requisizione, mi si porti qualche esempio recente, nella realtà non viene mai fatta”.

Quindi se non cambia qualcosa già in primavere il territorio sarà ancora in difficoltà?

È lo stato dei fatti: le persone continueranno ad arrivare. Faremo gli avvisi, appena arriverà il capitolato, anche perché gli appalti sono in scadenza. E spero in una rinnovata collaborazione e in un possibile ampliamento. So che il tema è spinoso, ma sono convinto che facendo quadrato le soluzioni si potrebbero trovare.

Martorano rimarrà dunque aperto?

Il centro di accoglienza straordinario provvisorio di Martorano, è nato da una esigenza imperiosa a cui comunque noi dovevamo fare fronte. A Martorano sono ospitate 110 persone, numero relativamente sostenibile. E Io ribadisco: non è la soluzione e non sono contento di questo, così come non lo sono gli stessi operatori. Però è una risposta a fronte di una necessità.

Confidavo che l’inverno portasse a un rallentamento maggiore negli arrivi di quanto non si sia verificato. Oltre a questo, non c’è stato quel turnover che avrebbe consentito alla struttura di alleggerirsi.

Qual è la causa? Un tempo si sosteneva che l’obiettivo per i migranti non fosse rimanere in Italia, cosa è cambiato?

La maggior parte delle persone è arrivata da meno di un anno e sono quindi in fase di assestamento, molti devono ancora essere ascoltati dalla commissione asilo, altri devono essere foto-segnalati. Gli uffici della Questura sono ingolfati dalla gran massa degli arrivi della primavera scorsa ovvero più di 1100 persone. In ogni caso, chi ha volontà di andare lo fa in tempi rapidi; chi non ha progetti di vita alternativi rimane.

Sul fronte della sicurezza, la valutazione di Garufi, così come annunciato a dicembre, rimane positiva. “Le festività sono trascorse senza particolari eventi critici. A meno che per eventi critici non si intendano le spaccate delle macchine. Mi rendo conto che sono molto fastidiose, però purtroppo sono impossibili da prevedere, dato che sono eventi frammentati, rapidi e possono accadere ovunque.

Leggo sulla stampa qualche commento di chi dice che non si fa niente. Non è vero, è una costante lotta, queste affermazioni sono offensive per le forze dell’ordine che fanno il massimo possibile. Devo dire – prosegue Garufi – che c’è un’ottima sinergia fra Polizia e Carabinieri, il coordinamento operativo e le attività investigative sono concertate. L’attività di prevenzione e di repressione è costante.

Bisogna rendersene conto che questa è una città di 200 mila abitanti, con delle evoluzioni tipiche delle città medio grandi, ci sono complessità sociali che si stanno acuendo. E ha delle caratteristiche che la rendono, molto attrattiva, perché è ricca. Parma è cresciuta di 25mila abitanti in dieci – quindici anni. L’errore è pensare che certi eventi accadano solo qui”.

Tornando ai numeri, nel 2023 i delitti commessi in provincia sono stati 19.493, l’anno precedente furono 19.049, 444 in meno. L’aumento è dovuto principalmente ai furti che sono stati quest’anno 9.121 e sono tornati al livello pre-covid. Tra questi sono cresciuti soprattutto i furti con destrezza, in particolare i borseggi e i furti in auto in sosta, mentre sono stazionari i furti in abitazione e il taccheggio.

“Non ci sono ricette miracolose cerchiamo di fare tutto con grande dedizione e tenacia, mi inquieta chi fa passare il messaggio che non si fa molto o che non c’è raccordo, bisogna rendersi conto di che cosa abbiamo di fronte. Il Comune su nostra sollecitazione sta continuamente potenziando gli impianti di videosorveglianza e stiamo aspettando l’arrivo dell’Esercito per il progetto strade sicure. Ho chiesto in particolare che, con un contingente adeguato, sia presidiata la zona della stazione, di piazzale della Pace e delle strade adiacenti”.

Le lesioni dolose, le percosse e le minacce sono diminuite nel 2023 rispetto all’anno precedente, le violenze sessuali rimangono pressoché invariate (54 nel 2023; 63 nel 2022), ma, nota positiva, negli ultimi mesi – fa sapere il prefetto – si sono moltiplicate le denunce per maltrattamenti in famiglia, “probabilmente come conseguenza del caso Cecchettin e dell’approvazione della nuova legge”.

Tatiana Cogo