Il 1 maggio visto dalla Cgil

SMA MODENA
lombatti_mar24

01/05/2012
h.10.30

Si è tenuta questa mattina la manifestazione organizzata dai sindacati Cgil, Cisl e Uil in occasione della Festa del 1 magigo. 
Il corteo è partito alle 10 in piazzale Santa Croce. Dopo aver reso omaggio al monumento al partigiano e alla lapide ai caduti, si è tenuto il comizio in piazza Garibaldi che ha visto come relatori Giorgio Santini, segretario generale aggiunto della Cisl nazionale, e Francesca Balestrieri, segretaria generale della Filcams Cgil di Parma.
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Festeggiare il 1 maggio è l’occasione per sottolineare la centralità della condizione lavorativa nella vita civile dell’Italia; significa riprendere il filo che lega il valore del lavoro con l’idea di democrazia che ci consegna la nostra Carta Costituzionale, la democrazia della partecipazione, dei diritti e doveri, dell’uguaglianza e della libertà.
Ma nel nuovo capitalismo finanziario nel quale si colloca la crisi economica si sono determinate pericolose fratture sociali e il lavoro non è più strumento della cittadinanza, ma al contrario diventa fonte di incertezza, di ansia, di impossibilità a programmarsi la vita.
Ed è la stessa ansia che stanno vivendo in questi giorni le lavoratrici e i lavoratori di Intercast, di Tas , di Faram,di Artegrafica Silva, del trasporto pazienti in Ospedale, della Fincuoghi, di Baia di Luna, e di tante altre aziende meno visibili ma nelle quali la crisi sta distruggendo il lavoro e il futuro di questi lavoratori.
Si perde il lavoro mentre le lavoratrici e i lavoratori italiani vivono la condizione di essere i più tassati di Europa e coloro che percepiscono gli stipendi più bassi con un costo della vita che aumenta sempre più .
Si perde lavoro, reddito e futuro mentre l’attuale governo persegue l’obbiettivo di sanare i conti e debiti dell’Italia, riducendo i diritti, le tutele dei lavoratori senza sanare il grave problema della precarietà che affligge i giovani.
Non se ne può più di sopportare le conseguenze del disastro economico, sociale e morale del paese causato non solo dalla crisi mondiale,ma da una politica incapace, senza etica e dedita agli affari di pochi.
E dalla politica sembrano scomparse le richieste avanzate dalle donne : lavoro, sostegno alla maternità, un welfare a loro misura.
Ma anche rispetto e dignità delle donne sono stati fortemente calpestati da una cultura che annulla di colpo le esperienze , le battaglie e le conquiste del recente passato e riporta uno sguardo sulle donne arretrato e violento.
Le donne sono scomparse dalle politiche del governo precedente e da quello attuale se non per confermare il ruolo di ammortizzatore sociale nella crisi , mentre tanti sostengono che una maggiore occupazione femminile possa essere un volano importante per la crescita .
Ed è altrettanto grave che le donne vengano ancora considerate oggetti di proprietà di mariti, compagni, ex fidanzati, padri e fratelli che possono decidere della loro vita fino a troncarla .
Occorre una vera rivoluzione culturale per ribaltare questa violenza assurda verso le donne, a partire da una assunzione di responsabilità degli uomini, da un diverso rapporto tra generi e da politiche che sostengano il lavoro e la vita sociale.
Un 1 maggio che per la Cgil significa un rinnovato impegno a sostenere quella rivoluzione democratica che faccia uscire il paese dalle secche della mancanza di crescita ma con la forza della giustizia sociale, dell’equità e dell’uguaglianza.

Patrizia Maestri
segretaria provinciale CGIL Parma

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