
27/05/2012
h.15.40
All’inizio di queste elezioni sembrava che tutto dovesse andare bene per la Gazzetta di Parma.
Dopo averla sostenuta per 14 anni, il giornale ha contribuito alla caduta dell’amministrazione civica-polista andando giù a ramazza, i suoi editori avevano, qualcuno dice determinato, io dico condizionato la scelta del candidato sindaco del centrosinistra e avevano supportato (qualcuno dice ispirato) pure la scesa in campo del suo sfidante, Ubaldi, così dal mettersi al riparo da ogni sorpresa e accontentare l’intera base associativa dell’Upi.
L’esito che pareva già scritto della competizione elettorale non richiedeva neppure un grande appoggio mediatico, al punto che la Gazzetta per mesi si è concessa il vezzo di pagine molto british, sì, certo, in favore di Bernazzoli e Ubaldi, ma tutto sommato senza particolari partigianerie.
Va bè, a posteriori, non posso nascondere che fanno fatto la figura dei cioccolatini pubblicando a 20 giorni dal voto un sondaggio commissionato ad un Istituto specializzato in ricerche alimentari che attribuiva al M5S un consenso del 3%… ma all’epoca anche quella fu una mossa azzeccata perche tagliò le gambe alla candidatura del terzo incomodo, Ghiretti, uscito completamente delegittimato da una previsione che lo umiliava al 4% (pure questa sbagliatissima).
Ma il voto del primo turno porta i grillini al ballottaggio e spariglia le carte. Il centrosinistra e la Gazzetta sono storditi e impreparati ad affrontare questo nuovo avversario che in confronto a loro sembra provenire da un altro pianeta.
Nell’ultima settimana Bernazzoli si ripiglia e comincia a pestarci duro, e altrettanto fa la Gazzetta con un’escalation di schieramento a favore del candidato del centrosinistra culminato nell’editoriale del giorno prima del voto del direttore Giuliano Molossi che agli elettori indecisi e a quelli decisivi che prima avevano votato i partiti di centro e di centrodestra la mette giù così: “Si può cambiare in due modi differenti: semplicemente voltando pagina o buttando tutto all’aria. La contesa di domani è fra il centrosinistra e la sinistra radicale. E’ fra l’usato sicuro e il salto nel buio. I parmigiani voteranno con la testa o con la pancia?”.
Un appello inascoltato quello di Molossi, e Pizzarotti stravince con il 60% dei voti.
Sia ben chiaro: è assolutamente legittimo (e per me apprezzabile) che un direttore e un giornale prendano posizione alla luce del sole. Ma è altrettanto legittimo constatare che il plateale dispiegamento di forze della Gazzetta non ha spostato un voto, uno che fosse uno, ammesso che non ne abbia fatti perdere a Bernazzoli o acquistare a Pizzarotti.
Per decenni, esercitando nei fatti un monopolio dell’informazione e millantando un’influenza che le attribuiva potere di vita o di morte sulla politica, erano i cosiddetti “poteri forti” della città a scegliere o, nella peggiore delle ipotesi, a concordare il sindaco di Parma. Addirittura erano loro a stabilire quando un’Amministrazione doveva cadere. La vittoria di Federico Pizzarotti ci fa entrare in un mondo nuovo nel quale, come è accaduto qualche giorno fa, i rappresentanti dell’Unione Industriali si sono andati a presentare al neo sindaco in occasione della Festa della Polizia considerato che fino ad allora non gli avevano mai parlato.
A pensarci bene a Parma non c’è stato solo lo scontro tra la vecchia e la nuova politica ma anche tra la vecchia e la nuova società, tra diverse modalità di rappresentanza degli interessi e di assumere le decisioni.
Ha vinto il MoVimento 5 Stelle che è nato, vive e fa politica sulla Rete, il cui ultimo problema era conoscere il gradimento degli industriali sul nome del proprio candidato e sui contenuti del programma, o se la Gazzetta riservava ai loro comunicati due colonne, una o un francobollo.
Se vogliamo uscire da Parma ed essere meno provinciali, dobbiamo dire che queste elezioni hanno certificato che la Rete ha superato la carta in termini di diffusione e di capacità di consenso. E’ sul web che si formano i legami, che maturano le idee, che si condivide il senso e l’impegno di sfida: la carta stampata prende atto di tutto ciò e a lei compete solo il ruolo di ratificare con 24 ore di ritardo ciò che avvenuto in Rete.
Mi rendo conto che taluni non si vogliano rassegnare e si sforzino di convincersi del permanere di una realtà che non c’è più, ma il sorpasso del web è un passaggio irreversibile perché, come diceva Albert Einstein, “la mente che si apre ad una nuova idea non torna mai alla dimensione precedente”. Questa è una regola che vale tanto per l’informazione quanto per la politica.
La prossima battaglia che attende la città sarà quella di spegnere l’inceneritore di Ugozzolo.
Da anni la Gazzetta è a favore dell’impianto, senza mai il minimo cedimento. Continuerà a rimanere schierata al fianco di Iren? Il sindaco Pizzarotti incrocia le dita e ci spera.