Il lungo addio

SMA MODENA
lombatti_mar24

Shadow 2.0
Finalità del Progetto
Elenco dei
membri del Governo Ombra
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10/03/2009

Il presente intervento è a titolo personale e i suoi contenuti non impegnano in nessun modo il Governo Ombra del Comune e della Provincia di Parma Shadow 2.0.

“Si sono fatti fuori da soli”. Questo il commento più diffuso tra i cittadini di Fidenza. Rivolto senza nemmeno troppi rimpianti al PD o, meglio, agli attivisti dell’harakiri borghigiano.
Nei giorni seguenti la comica caporetto della linea Antonini e dei Fava-Bacchini-Tedeschi-Massari-Vanicelli suoi profeti (di sventura), dei 111 firmatari di un comitato-per-rimuovere-il-sindaco-che-c’era-e-che-poteva-tranquillamente-rivincere, di un direttivo dimezzato ma fiero nell’oltrepassare la soglia di non ritorno ecco l’ultima mossa di una dirigenza allo sbando: le dimissioni della segretaria del PD fidentino Bussandri. Incapace di trovare una soluzione politica alla guerra balcanica per la candidatura (dichiarata dal vicesindaco al proprio sindaco) e costretta da 5 mesi a svolgere un ruolo da notaio alle decisioni dei kamikaze del partito.
Dimissioni che seguono quelle del capogruppo in consiglio comunale Zalaffi, del membro della segreteria Ianelli, dell’autosospensione dal partito dell’ex segretario margheritino Fratta e soprattutto della pesante presa di distanza dal PD dell’assessore ex diessino Varani.
Una situazione così compromessa da impedire il rientro delle dimissioni da sindaco di Cerri e tale da dare il là al varo della sua lista personale spianando la strada, da qui a giugno, al Commissario del Prefetto.
Intere praterie regalate al centrodestra che, allo stato dei fatti, può anche evitarsi la campagna elettorale.
Con il resto della coalizione (Città Aperta, Sinistra per Fidenza) che stila stralci di programma in parte anche condivisibili ma che sta alla finestra, sconcertata. Filtrano ancora oggi nomi improponibili di candidati terzi (Bariggi, Tosi, Castellani) per raggiungere un’unità infranta sull’onda dei personalismi e delle ambizioni e una solidità elettorale persa nel momento in cui i grandi strateghi hanno deciso che Cerri non s’aveva più da confermare.
In cinque mesi questi fratelli-coltelli del PD non hanno nemmeno trovato un’occasione per spiegare alla città quali erano i propri programmi, soprattutto su quel PSC che da strumento urbanistico si è trasformato nel grande convitato di pietra di queste elezioni.
E allora con il PD fidentino ormai frantumato dalle fughe in avanti e dalle repentine ritirate (stile Cofferati a Bologna) resta solo da decidere, a mio avviso, quando commissariare in toto questo circolo locale, rivelatosi incapace di gestire alcunché, e decidere subito un candidato che possa unire veramente quel che resta del centrosinistra, liberarsi delle lobby degli affari e fare piazza pulita dalle liste e non – una volta per tutte – dei piccoli politicanti/astri di periferia. Ristabilire il primato dell’intelligenza rispetto al professionismo della politica.
Naturalmente se gli organismi regionali hanno ancora un minimo di buon senso e di controllo.