
Al problema dell’ “immigrazione” così come oggi, ahimè, si sta sviluppando, sarà data risolutiva risposta solo attraverso una seria presa di coscienza della rilevanza che tale fenomeno assume.
Solo una responsabile presa d’atto delle implicazioni derivanti dal problema, potrà limitare gli incontrollati flussi che oggi trasferiscono disperazione e miseria ad un Paese (il nostro) che in questo momento non se la sta passando per niente bene.
E’ vero. Da che mondo è mondo l’uomo si sposta, da un luogo all’altro, in cerca di nuove opportunità e benessere ma ciò, normalmente, avviene nel rispetto di una cornice di legalità imposta anche da ragioni di sicurezza a tutela dei residenti.
Diciamo la verità: il numero di immigrati, per ovvie ragioni, non può essere infinito nel rispetto di coloro che già ci sono oltre che per i nostri connazionali.
La maggior parte dei “migranti” che oggi “si muovono” è, (stranamente), priva di documenti ma dispone però di risorse finanziare, con cui pagare gli “scafisti” per la traversata nel mediterraneo.
Ma chi sono questi “migranti”? Cosa sappiamo di loro se non riusciamo neppure a stabilire neanche il loro corretto nome? Sono tutti perseguitati politici e religiosi? Non ci sarà tra di loro anche chi scappa dalle proprie responsabilità?
Oggi il carico del riconoscimento e dell’accertamento dell’identità, nonchè dell’ospitalità, grava interamente sul nostro Paese o meglio su quei coraggiosi operatori che affrontano quotidianamente i rischi ed i pericoli che ne derivano, mentre troppi politici (e non solo) discutono a vanvera senza risolvere nulla.
Occorre quindi una politica tesa a scoraggiare coloro che raggiungono l’Italia rendendo loro chiaro che, sul suolo italiano, chi detta le regole sono le autorità italiane e che il riconoscimento e l’identificazione sono passaggi obbligatori a cui sottoporsi oltre ovviamente a rispettare tutte le leggi e gli ordinamenti.
In caso contrario si ritorna immediatamente da dove si è partiti. Ma purtroppo questo non avviene praticamente mai (in Italia)!
Questo non è razzismo è serietà. Penso che i corretti, onesti e fin troppo pazienti concittadini di Golese vogliano soprattutto questo.
Mario Bertoli
La Destra Parma