Nei giorni scorsi, i Carabinieri del Comando Provinciale di Parma, su disposizione della locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo nei confronti di un 31enne nigeriano.
Le investigazioni sono partite ad agosto 2022 quando i militari, impegnati in un servizio preventivo nella zona di San Leonardo, hanno osservato il 31enne mentre cedeva dello stupefacente ad un giovane e poi recarsi presso un altro soggetto, verisimilmente un cliente che gli aveva dato appuntamento telefonico.
Dopo pochi giorni la Polizia giudiziaria decideva di fermare coloro che apparivano acquirenti per avere la conferma dell’illecita attività.
Tutte le persone controllate dichiaravano di rifornirsi dalla persona oggetto di osservazione, evidenziando che, per contattarlo, a richiesta del predetto, avevano installato sullo smartphone l’applicazione “Signal”, che consente di cancellare automaticamente dopo pochi minuti i messaggi scambiati. Tale accorgimento era stato loro chiesto in quanto il predetto non gradiva le comunicazioni su altre applicazioni, facilmente intercettabili.
Allo stato delle investigazioni – e salvo diverse interpretazioni che dovessero emergere all’esito della prospettazione di una diversa tesi difensiva – sembra emergere un organizzato e redditizio spaccio di cocaina e crack, gestito dall’indagato, a partire quanto meno da ottobre 2020.
A tale attività l’indagato sembrerebbe essersi dedicato con assiduità pressoché quotidiana, tanto da perfezionare, secondo un calcolo approssimativo per difetto, almeno 1300 cessioni, per un guadagno illecito stimato in circa 65 mila euro, in un arco temporale di poco più di due anni.
A seguito dei contributi dichiarativi di oltre una decina di persone e del riconoscimento fotografico dell’uomo, aderendo alla prospettazione della Procura, il GIP ha emesso la misura cautelare, ritenendo l’insussistenza della diminuente del V comma dell’art. 73 DPR 309/90, essendo emerso che, se da un lato le cessioni singole erano sempre riferite a quantitativi modesti di droga, dall’altro si sarebbe trattato di un complesso articolato di cessioni durate nel tempo con modalità e tecnica costante, così da rendere certamente più grave la complessiva condotta ipotizzata a carico dell’indagato.
L’arrestato è stato associato alla Casa Circondariale di Parma.
All’indagato sono stati sequestrati conti correnti e 1500 euro in contanti.
Il Procuratore della Repubblica dott. Alfonso D’Avino