
12/11/2013
h.18.20
Mercoledì 13 novembre a Colorno alle ore 20.45 presso il ristorante Vecchio mulino (piazzale Vittorio Veneto) si terrà un incontro dal titolo “Un inceneritore, tante domande”.
Un incontro pubblico, aperto alla partecipazione della cittadinanza, su un tema molto delicato ed attuale, come quello del nuovo inceneritore di Parma. Un incontro voluto dai Soci della sezione colornese di Italia Nostra, che vedrà la partecipazione di tutte le Autorità Istituzionali coinvolte, dalla Provincia di Parma al Comune di Colorno, dall’ARPA all’AUSL all’Ordine dei Medici.
Qui di seguito l’elenco dei relatori:
Giancarlo Castellani, Assessore all’Ambiente, Provincia di Parma
Michela Canova, Sindaco del Comune di Colorno
Eriberto De Munari, Direttore di ARPA, Parma
Matteo Riccò, Componente dell’Ordine dei Medici di Parma
Gianluca Pirondi, Direttore Dipartimento Sanità Pubblica, AUSL Parma
Mirko Reggiani, Consigliere comunale, ex Vicesindaco di Colorno
L’incontro sarà coordinato da Alberto Padovani, Presidente di Italia Nostra, Sezione Colorno e Bassa est: “La serata sarà incentrata sui temi più attuali
relativi all’inceneritore di Parma: i rischi per la salute dei cittadini; i controlli effettivi e le garanzie di efficacia degli stessi. Sarà toccato il punto centrale del passaggio previsto da ambito di smaltimento provinciale a regionale (il che comporterebbe lo smaltimento di rifiuti provenienti da altre province), passaggio che vanificherebbe tutti gli accordi e le promesse rassicuranti in tal senso, fatte prima della costruzione dell’inceneritore. Sarà un incontro di grande interesse, con l’obiettivo di raccogliere informazioni vere, a beneficio di tutti, senza nascondere dubbi e domande sul tema, con una parte dedicata alle domande del pubblico. Ringrazio a nome dei Soci i Relatori e ringrazio l’Amministrazione per la concessione della Sala del Ristorante Vecchio Mulino. Invito tutti i cittadini colornesi e della bassa a partecipare”.
La Sezione colornese è da sempre, contraria a questo inceneritore per sovradimensionamento rispetto alla prospettiva prevista di una raccolta differenziata al 75%, e per collocazione in zona poco ventilata, già oberata dall’inquinamento industriale, nel cuore della tanto sbandierata food valley, a un chilometro da un’azienda leader nell’alimentare.