
Antonio Nouvenne, gastroenterologo del Centro di Medicina interna e lungodegenza critica del Maggiore di Parma, durante l’emergenza covid ha fatto parte del team del Padiglione Barbieri.
Oggi è candidato per il consiglio comunale nella lista civica “Michele Guerra sindaco”.
Lo abbiamo intervistato, in particolare sui temi della sanità e della salute.
Dalla cura dei malati Covid alla cura della città: perché ti sei candidato per la lista civica “Michele Guerra Sindaco”?
Bello questo parallelismo che può apparire paradossale ma ha un fondo di verità. Affrontare il Covid è stato affrontare qualcosa di ignoto e inesplorato. Quando non avevamo grandi armi ci siamo interrogati su che cosa potesse essere utile e la risposta è stata una: la cura e il prendersi cura per poter dare a tutti le stesse opportunità.
Ecco, credo che la sintesi sia questa: in una comunità, pur complessa e multiforme che sia, il “prendersi cura” e il “curare” sono la chiave per affrontare e risolvere i problemi. Elaborare strategie nuove, riflettere sul passato per costruire il futuro è quello che ho trovato nella lista Michele Guerra Sindaco dove ciascuna persona, indipendentemente dall’età e dal ruolo raggiunto, ha costruito qualcosa di unico, percepibile e utile nel proprio ambito di competenza.
Cosa pensi di portare della tua esperienza professionale in Consiglio Comunale?
I temi della Sanità sono molto complessi con spesso grandi difficoltà a declinare praticamente enunciati teorici di leggi e regolamenti sia nazionali che regionali. A Parma abbiamo costruito un sistema che in qualche modo è stato anticipatorio sulla normativa nazionale appena emanata (DM 71/2022), nel senso che l’integrazione Ospedale-Territorio prevista dalla legge è stata già attuata, in primis nell’ambito Covid: l’Ospedale e i suoi Specialisti vanno a casa del paziente e non viceversa. E’ evidente che questo è un modello sperimentale che va affinato e ampliato, ma è altrettanto evidente che l’esperienza pratica di averlo già attuato ci ha permesso di individuarne limiti e aree di miglioramento. E a me consente di aver una visione oggettiva contemporaneamente sia sulla medicina del territorio che sulla medicina ospedaliera. Questo può essere un contributo utile per lo sviluppo delle politiche sanitarie complessive del Comune al fine di aumentarne efficacia e rapidità di risposta.
Cosa può fare di più il Comune di Parma in tema di Sanità?
Il Sindaco è la prima Autorità Sanitaria del Territorio. Pur essendo vero che la stragrande maggioranza delle leggi che riguardano la Sanità vengono da Stato e Regione, il Comune ha ampie possibilità di intervento sia “indirette” in termini di moral suasion degli ambiti regionali e nazionali sia “dirette” nell’applicazione pratica delle normative che discendono dai livelli superiori. Tra l’altro l’utilizzo del termine Sanità è riduttivo e distorto in quanto si riferisce soprattutto all’aspetto tecnico-organizzativo.
Nel caso del Comune è più corretto parlare di Salute a sottolineare la missione di preservare uno stato di benessere fisico, mentale e sociale del Cittadino. In quest’ottica appaiono evidenti le possibilità che ha il Comune in termini di educazione, prevenzione, cura e servizi a favore di tutte le età della vita. Per esempio è possibile il miglioramento dell’inclusione e dello sviluppo delle abilità dell’infanzia e dell’età evolutiva (es. autismo, sindromi genetiche e cromosomiche), il miglioramento della presa in carico del soggetto anziano, molto anziano o disabile con un perfezionamento dell’organizzazione delle ASP (Aziende Servizi alla Persona) e delle strutture residenziali anche mediante una revisione degli accordi di fornitura a maggior tutela di ospiti e lavoratori. E ancora risulta fondamentale la presa in carico e la formazione dei caregiver e la co-progettazione con il Terzo Settore superando la semplice attività appaltante.
Sanità e Welfare: quale rapporto?
Qualcuno ha detto che il Welfare è stata la più grande conquista del ‘900. Io lo credo fermamente. Per questo il rapporto Welfare e Sanità (o meglio Salute) è e deve essere molto stretto. I due ambiti si intrecciano, non semplicemente si toccano. D’altra parte queste interconnessioni spesso pongono una grande sfida nella declinazione pratica delle azioni anche a causa di una incertezza normativa nazionale che troppo spesso confonde problematiche sociali, socio-sanitarie e puramente sanitarie. In ogni caso il Comune ha la possibilità di orientare la propria azione con progetti e attività specifiche nei due ambiti cioé (prevalentemente) sociali o (prevalentemente) sanitari. Le Case della Salute/di Comunità possono essere modelli vincenti per affrontare ambedue i versanti.
Un pronostico su queste elezioni comunali?
Un pronostico? Gli antichi dicevano “nomen, omen – un nome, un destino”…. e la nostra lista si chiama “Michele Guerra Sindaco”…
Andrea Marsiletti