
Le elezioni provinciali di fine settembre e le elezioni regionali di novembre si avvicinano.
Caterina Bonetti, assessora ai servizi educativi e alla transizione digitale del Comune di Parma, è una degli esponenti di punta del Pd di Parma. “Area Schlein”, se vogliamo inquadrarla ancora di più.
L’abbiamo intervistata.
Dopo un iter faticoso il Pd è arrivato a indicare Alessandro Fadda (sindaco di Torrile) come candidato alla presidenza della Provincia (LEGGI). Tu e un’ampia parte del partito preferivate un’altra opzione (Daniele Friggeri, sindaco di Montechiarugolo). Adesso siete compatti? Fadda può dormire sogni tranquilli?
Ultimamente è passato il messaggio che etichetta come negative le discussioni politiche, anche complesse. Io penso che la politica sia fatta di questa fatica della discussione, che può portare a maggior condivisione, se ben condotta. La direzione provinciale ha espresso un voto, che doveva essere riportato – diversamente da come è stato e su questo ho espresso una posizione molto critica – in modo corretto, ovvero come linea del partito.
Poi ci sono differenze è vero, ma è proprio la figura di Daniele Friggeri, candidato vice presidente in pectore, che dovrà essere garanzia di unità.
Nicola Cesari, tre mesi fa candidato del centrosinistra a Sorbolo Mezzani ed ex segretario provinciale del Pd di Parma (poi dirigente di Italia Viva), ha deciso di candidarsi contro Fadda. Che lettura politica dai?
La scelta di Cesari mi ha stupita sinceramente. Quantomeno perché alle recenti elezioni amministrative è stato sostenuto dal PD. Che avesse una particolare attenzione sui temi di rete in provincia lo dimostra la costante attività svolta in questi anni, in diversi settori, in sinergia con altri territori. Quindi non entro nel merito delle sue scelte personali.
La scelta di schierarsi contro un sindaco PD, partito che come dicevo lo ha sostenuto alle amministrative, non penso però sia positiva. D’altra parte è anche vero (purtroppo mi viene da dire) che viviamo in un contesto di fluidità politica estrema…
Il prossimo step, sempre più vicino, è quello delle elezioni regionali in Emilia Romagna di novembre 2024. Negli ambienti della politica gira voce che la segretaria nazionale Elly Schlein in persona ti abbia chiesto di candidarti… sarai in lista?
Gira voce, ma non è arrivata da queste parti…
Al di là della battuta non ho avuto contatti con la segreteria in questo senso, ma da sempre sostengo – per tornare al tema della linearità di cui sopra – che i mandati amministrativi vadano onorati. Se gli elettori ti hanno votata per un incarico sarebbe bene portarlo a termine, ovviamente salvo situazioni di particolare necessità, che onestamente qui non vedo.
Abbiamo delle figure interessanti dal punto di vista del potenziale politico sul nostro territorio.
Un partito deve avere anche il coraggio di dare spazio alle sue risorse interne, senza ricorrere sempre a scelte ritenute più “sicure”. Altrimenti non si va avanti. Credo che i cittadini apprezzino anche un certo coraggio in questo senso.
Elezioni provinciali Fadda-Cesari: tre scenari, uno “no surprises”, uno splatter, uno eccessivo anche per i serial killer del Pd (di Andrea Marsiletti)
Cosa ti ha fin qui più convinto di Schlein, che hai sostenuto fin dall’inizio?
Sicuramente il fatto che abbia messo il lavoro al centro del suo percorso come segretaria. In Italia abbiamo un immenso problema in questo senso, con redditi bassi, occupazione di scarsa qualità, contratti che non vedono un adeguamento salariale da anni, nuove professioni (ormai nemmeno più così nuove) prive delle più elementari tutele.
Il centro destra tende a dare risposta al problema della povertà con bonus e sovvenzioni che hanno sempre un margine di insicurezza e discrezionalità alto. Il pensiero della segretaria invece è per un cambiamento strutturale: non bonus, ma migliore occupazione e giustamente retribuita. l’Italia non può continuare a essere il fanalino di coda in Europa su questo.
Chiudendo sul Comune di Parma, quale credi siano stati, finora, i tre risultati amministrativi più importanti raggiunti, escludendo, per imparzialità :-), quelli del tuo assessorato?
Mi fai fare una scelta complicata perché i progetti sono tanti…
Sicuramente partirei dal tema delle assunzioni, proprio perché credo che per un vero cambiamento o si parte dal lavoro o ogni soluzione è provvisoria. Il piano assunzionale e delle stabilizzazioni dell’Ente ha rilanciato in modo importante l’investimento nel valore umano del Comune quindi anche nella qualità dei servizi e nella riorganizzazione interna. Penso alla polizia locale, alla componente amministrativa dei diversi settori e soprattutto a maestre ed educatrici.
A seguire metterei i progetti di cultura diffusa. Parma si sta distinguendo a livello regionale e nazionale per una proposta di eventi culturali di alto livello, anche con importanti riconoscimenti, ma la cosa credo ancora più interessante sia la capillarità della proposta per i cittadini, diffusa in tutti gli spazi, non solo quelli tradizionalmente deputati, e in larga parte gratuita. Poi direi, in senso generale, i percorsi di sostegno alle persone a basso reddito o in difficoltà.
Dal progetto “fa la casa giusta” ai nuovi servizi di prossimità. Parma è ancora una città benestante secondo le statistiche, ma bisogna sempre tener presente che queste ultime sono fatte da “medie” fra redditi alti e bassi. Purtroppo sono sempre di più le persone che vivono a ridosso della soglia di povertà e quelle che in questa soglia sono già incluse.
Non si può puntare alle eccellenze lasciando qualcuno indietro e in questo senso l’investimento nel servizi di welfare è essenziale. Anche perché su questo, a livello nazionale, i problemi non mancano…
Andrea Marsiletti