Federico Casanova è “il giornalista del momento” a Parma.
Lo è nel “bene” e nel “male”… nel “bene” perchè sta organizzando al Cubo incontri pubblici molto partecipati, nel “male” perchè, purtroppo per lui (ma di certo se ne sarà fatto una ragione) nelle ultime settimane si è attirato non pochi strali per aver invitato a Parma una figura così divisiva come quella del Generale Vannacci (leggi).
Lo abbiamo intervistato.
Qualche giorno fa hai organizzato un incontro pubblico con il Generale Vannacci. Com’è nata questa idea?
Sono anni che collaboro con lo staff del Cubo, organizzando eventi e conferenze aperte alla cittadinanza con ospiti locali e nazionali. Fin dallo scorso agosto, pianificando le attività per l’autunno, abbiamo pensato di invitare Roberto Vannacci per la presentazione del suo libro. Un caso letterario davvero unico, con centinaia di migliaia di copie vendute, in un periodo storico in cui il 30% dei libri pubblicati ogni anno in Italia non vende neanche una copia. Sapevo che avrebbe potuto destare interesse e così è stato, vista la grandissima partecipazione che abbiamo avuto in quella serata.
La presenza di Vannacci a Parma è stata pubblicamente contestata da varie associazioni e gruppi per le sue frasi “contro” gli omosessuali. Cosa ti senti di rispondere loro?
Nei giorni scorsi ho ricevuto messaggi con offese e minacce, sia in privato che sui social network. La stessa cosa è successa ad altre persone che hanno partecipato all’organizzazione dell’evento. Gesti intollerabili, di cui i responsabili risponderanno nelle sedi opportune. Per quanto riguarda le proteste delle associazioni, le comprendo e credo che ognuno abbia tutto il diritto di manifestare il proprio dissenso nelle forme previste dalla legge. Dispiace vedere come sia stata presa di mira una struttura – il Cubo – in cui il dialogo e il confronto tra le idee non sono mai mancati. A chi protesta dico: venite al Cubo, qui tutti possono parlare e nessuno viene messo a tacere.
Credi ci sia però un limite alla libertà di opinione sui media?
Credo che dare voce a tutte le idee, soprattutto se diverse dalle proprie, sia sempre un valore aggiunto, anche quando le argomentazioni e i modi utilizzati possono risultare inappropriati. Nel caso specifico, penso che Roberto Vannacci dica cose in cui si identifica una fetta molto importante dell’opinione pubblica italiana. Si può essere più o meno d’accordo con le sue tesi, ma non c’era motivo per non invitarlo. Chi fa il nostro mestiere, caro direttore, ha il dovere di mettere tutte le carte sul tavolo, senza alcuna preclusione. Solo così lettori e spettatori possono avere gli strumenti per farsi un’idea sulla società di oggi. Chi sventola una presunta superiorità morale non contribuisce alla crescita del dibattito pubblico.
Quali sono i prossimi passi di Antigone?
Da quando è iniziata, la rassegna Antigone ha visto la partecipazione di alcuni grandi ospiti come Alfonso Pecoraro Scanio e Piercamillo Davigo. Due personaggi agli antipodi rispetto a Roberto Vannacci, a conferma di come il Cubo sia un luogo di discussione e dibattito aperto a tutti. Prossimamente ospiterò tre personaggi del calibro di Irene Pivetti (11 ottobre), Gaia Tortora (18 ottobre) e Massimo Recalcati (22 ottobre), a cui se ne aggiungeranno molti altri fino a Natale. Invito i tuoi lettori a rimanere aggiornati sulle mie pagine social e su quelle del Cubo.
† Terra Santa 9 – Nei Vangeli portò la croce di Gesù, per gli gnostici morì in croce al suo posto. Simone di Cirene entra nella Storia (di Andrea Marsiletti)
Tu che hai un occhio anche fuori dalla nostra realtà, che giudizio dai del livello dell’informazione a Parma e quale futuro vedi?
In un mondo in cui proliferano fake news e disinformazione, i media svolgono un ruolo fondamentale nel dare ai cittadini la possibilità di conoscere fatti e notizie reali. I quotidiani, le televisioni, le testate online, le società di produzione: tutti devono concorrere per questo obiettivo comune. Poi, come in tutti i contesti locali e nazionali, anche a Parma c’è chi lo fa in maniera più tendenziosa e chi invece cerca di rimanere più imparziale ed equidistante. L’importante è fornire ai cittadini le conoscenze adeguate per analizzare la verità, aldilà delle singole opinioni. Per quanto riguarda il futuro del nostro settore, stiamo celebrando il funerale della carta stampata, destinata a scomparire. Ma anche la televisione – ambiente che conosco bene – non gode di buona salute. Il mondo di oggi viaggia su altri canali, quelli telematici: chi non riuscirà ad adeguarsi, ahimè, rimarrà indietro.
Andrea Marsiletti