INTERVISTA – Luca Sommi: “Non basta essere Capitale Italiana della Cultura per attrarre torpedoni di persone, come accadde per la mostra sul Correggio”

Andrea Coppola e Luca Sommi

Il secondo appuntamento con “Febbraio Italiano – Il giornalismo si racconta” ha visto la partecipazione di Luca Sommi, giornalista, scrittore, autore di programmi televisivi, docente universitario ed ex assessore alla Cultura del Comune di Parma.

Durante la conferenza Sommi ha raccontato come è nata la passione per il giornalismo, dopo la laurea in giurisprudenza passando dal precariato fra collaborazioni ufficiali e altre sotto pseudonimo con diverse testate cittadine.

Sommi, intervistato da Andrea Coppola, responsabile di Intesa San Martino, ha poi riportato al numerosissimo pubblico presente, del rapporto con Vittorio Sgarbi, nato per caso durante un’intervista su Parmigianino nel 2003 e dei molti retroscena dietro l’organizzazione della mostra sul Correggio nel 2008 “ineccepibile dal punto di vista scientifico”. In particolare Sommi ha ricordato la visita con Giorgio Napolitano, allora Presidente della Repubblica, sulla balconata allestita sotto la cupola del Duomo.

Non si è sottratto alle domande sull’esperienza da assessore alla Cultura nella giunta Vignali, in particolare il giornalista parmigiano si è soffermato su un piccolo rimpianto: non essere riuscito a fare in modo di ampliare l’orario di apertura della Camera di San Paolo “che non ha niente da invidiare alla Camera degli Sposi del Mantegna o alla Cappella degli Scrovegni di Giotto”. Durante la conferenza si è parlato molto anche di televisione: dai programmi con Michele Santoro, Andrea Scanzi e Peter Gomez, all’incontro con Adriano Celentano fino alla parentesi post sanremese con i postumi della lite tra Morgan e Bugo.

Lavori fra Milano e Roma, per La Nove-Discovery Italia e scrivi per il Fatto Quotidiano, che idea ti sei fatto della città oggi?

Purtroppo riesco a seguirla poco e non conosco più bene le dinamiche della città, però quest’anno sarà un anno bello, Parma sarà Capitale Italiana della Cultura.

Proprio alla luce del fatto che sei stato assessore alla Cultura che giudizio dai del programma di Parma 2020?

Io il programma non lo conosco nel dettaglio però mi sembra che manchi l’evento grosso, non credo che sia sufficiente essere Capitale Italiana della Cultura per attrarre torpedoni di persone, come accadde per la mostra sul Correggio. All’epoca Parma non era capitale della cultura nel nome, ma lo era nei fatti. In ogni caso è una cosa buona, ho visto che è venuto il Presidente della Repubblica, ho visto una città mobilitarsi. E quando una città si mobilita per la cultura è sempre bello.

E delle ultime elezioni regionali che cosa ne pensi? Sono andate come ti aspettavi?

Sì, credo di sì. Ero abbastanza convinto, verso la fine della campagna elettorale, che vincesse Bonaccini, mentre qualche settimana prima ero più portato a credere che vincesse Salvini. Penso, da un lato, che sia emerso l’orgoglio emiliano con la manifestazione delle Sardine e, dall’altro, che Salvini abbia totalmente sbagliato il candidato. Mettendo insieme le due cose… l’Emilia-Romagna è rimasta dove era.

Pregi e difetti del giornalismo di oggi?

Il difetto è che è molto assertivo e poco argomentativo perché la velocità ha avuto la meglio sulla profondità, questo è un po’ un problema della modernità. I giornali che fanno ancora inchieste – mi viene in mente l’Espresso – magari impegnano persone un mese su un argomento quando potrebbero produrre tutti i giorni delle cose. Però, in realtà, se il tema esce bene rimane vivo per moltissimo tempo. Credo quindi che il giornalismo debba tornare ad argomentare un po’ di più. Faccio un esempio: domenica abbiamo saputo chi ha vinto gli Oscar, sui giornali uscirà due giorni dopo rispetto ai siti che invece hanno dato subito la notizia, pensa che lasso di tempo enorme, io quindi dai giornali mi aspetto di conoscere tutti i dettagli!

Il ciclo di conferenze promosse da Intesa San Martino, in collaborazione con l’Università di Parma – corso di Giornalismo e la redazione di Parmateneo, proseguirà lunedì prossimo17 febbraio, sempre alla Biblioteca sociale “Roberta Venturini” alle 18. L’ospite sarà Michele Brambilla, direttore di QN (di cui fanno parte Il Giorno, La Nazione, Il Resto del Carlino), già direttore di Gazzetta di Parma.

Tatiana Cogo

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