
La stazione dei treni di Milano, Rho Fiera, ricorda l’anniversario della nascita di Kim Il Sung, il Grande Leader fondatore della Corea del Nord.
Kim Il Sung, padre di Kim Jong Il e quindi nonno di Kim Jong Un, è nato il 15 aprile 1912, ed è immortalato nella Costituzione coreana dalla sua morte come “presidente eterno” della nazione. Oggi riposa al Palazzo del Sole di Kumsusan, il luogo più sacro della Corea socialista.
Si ricorda che l’Italia, nel 2000, fu il primo Paese del G7 a stabilire relazioni diplomatiche con Pyongyang grazie al ministro degli Esteri Lamberto Dini.
La situazione si è complicata a seguito delle tensioni causate da alcuni test nucleari: il 1 ottobre 2017 l’allora ministro degli Esteri Angelino Alfano decise, per un eccesso di zelo o di piaggeria, di non riaccreditare il nuovo ambasciatore nordcoreano. Una scelta che rimane incomprensibile e comunque isolata a livello internazionale: oggi la Corea di Kim Jong Un ha rapporti diplomatici con tutti gli Stati del mondo, con l’eccezione della Spagna in Europa, degli USA (con i quali comunque il confronto è aperto, come dimostrato dallo storico summit ad Hanoi tra Kim Jong Un e Trump) e del Giappone (che nella sua storia, da ultimo durante la seconda guerra mondiale, invase più volte la Corea macchiandosi dei peggiori crimini).
Verrebbe da dire che nel periodo recente nessun leader mondiale ha tenuto rapporti internazionali della rilevanza di Kim Jong Un che in pochi mesi incontrò di persona Trump, il presidente della Russia Vladimir Putin, il presidente della Cina Xi Jinping e il presidente della Corea del Sud Moon Jae-in.
L’auspicio è che l’europeista Draghi normalizzi presto la relazione con la Corea popolare al livello degli altri Stati dell’Unione Europea, e che l’Italia possa tornare a svolgere quel ruolo di mediazione e di dialogo per la pace che ha sempre contraddistinto la politica estera del nostro Paese.
Andrea Marsiletti