“La base del PD è a disagio davanti a certi dirigenti”

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30/01/2011
h.18.10

A sinistra (ovvero PD, Sel, Federazione della Sinistra, Idv) chi perde dopo il risultato del referendum di Mirafiori che ha visto la vittoria (pur contenuta) del sì all’accordo proposto da Marchionne?
Ci perde soprattutto il lavoro, tutto. Credo sia irrilevante se una forza politica esce “sconfitta” in questa brutta vicenda, in quanto l’accordo in sè, ed il relativo referendum, sono una sconfitta del lavoro.
Oggi il mondo del lavoro è più debole ed i lavoratori sono divisi. Fiat ha innescato un grave precedente e l’ha fatto con l’arma del ricatto ed è stato grave che il Governo non intervenisse per bloccare quell’accordo ed avviare un tavolo di confronto tra parti sociali e Fiat, al fine di ricercare una sintesi che non escludesse nessuno e salvaguardasse l’istituto del contratto collettivo, che oggi con quell’accordo è messo in discussione.
Il Governo, invece, preferisce occuparsi degli affari del Presidente del Consiglio ed ha prestato più attenzione alla sentenza della consulta sul legittimo impedimento o a difendere Berlusconi dalle accuse che gli sono state rivolte sul caso Ruby. Il Governo non decide e la responsabilità viene girata a lavoratori con molte ore di cassa integrazione sulle spalle e con la minaccia che se votavano per il no perdevano il proprio posto di lavoro.
Con il ricatto e l’arroganza è facile ottenere i risultati e poi compiacersene in pubblico.

Il tuo futuro politico lo vedi vicino a Vendola?… anche se qualcuno ti dà in avvicinamento al Pd?
Il mio futuro politico è laddove sono le masse, dove ci sono persone insofferenti verso questo quadro politico e hanno bisogno di una politica altra. La gente è stanca dell’inefficacia e della politica da titoli sui giornali. Oggi abbiamo tutti la responsabilità di impegnarci affinché si creino condizioni nuove nel nostro Paese.
Primo: bisogna incalzare Berlusconi e le sue politiche, ovunque queste vengano praticate, favorendo e, se possibile, accelerando il processo di caduta del Governo
Secondo: se vi sono le condizioni, varare una nuova legge elettorale senza bizzarri premi di maggioranza e con la possibilità di indicazione delle preferenze per i propri rappresentanti e permettere di avere una competizione elettorale che non sia “drogata” da una legge definita una porcata dallo stesso che l’ha scritta.
Terzo: vincere le elezioni con una coalizione per il progresso che ponga al centro alcuni temi centrali per il Paese: lavoro, scuola pubblica, ricerca scientifica, conflitto di interessi, questione morale e laicità dello stato. Questo in quadro di rigore ed austerità istituzionale e di rispetto della carta costituzionale.
Per fare questo i conti con il PD si devono fare, altrimenti restano solo esercizi di stile.
La base elettorale del PD è in gran parte costituita dagli strati popolari della società; siamo ancora di fronte ad un partito di massa, come si diceva una volta. Credo anche che la base del PD sia fortemente a disagio rispetto a certe proposte avanzate dai propri dirigenti ed un’iniezione di “laburismo” al suo interno non faccia male, anzi, possa permettergli di recuperare consenso e porsi come riferimento per una coalizione anche composita.
Per questo io scelgo di stare dove c’è la gente, il famoso popolo della sinistra.

Che idea ti sei fatto della Federazione della Sinistra (Prc+Pdci)? Pensi questo nuovo soggetto politico possa avere un futuro?
Quando fui iscritto al PRC auspicavo una riunificazione nello spirito originario di Rifondazione, che stava scritto nel documento dell’ultimo congresso del PCI a firma Cossutta e Ingrao, Rifondazione comunista appunto. Citando Cossutta, credo che nel PRC sia avvenuta una mutazione genetica che ne abbia snaturato il suo originario spirito portando quel partito in una posizione isolazionista e di mera testimonianza.
La Federazione pone anche posizioni condivisibili ma si traducono solo in una discussione interna, tra loro. Onanisti della politica. (nota della Redazione: Onanismo è un termine che fu coniato nel Settecento per indicare la pratica di impedire la generazione della prole mediante l’uso del coito interrotto utilizzando il nome del personaggio biblico Onan, che aveva l’abitudine di disperdere il seme, come avviene appunto tramite la masturbazione).
Il PdCI, che poteva essere il partito più ancorato ad una idea più vicina alla cultura del vecchio PCI, lo vedo troppo alla rincorsa del PRC pertanto da una mutazione genetica a un organismo diventato transgenico.

Ultimamente sei molto impegnato contro la centrale a biomasse di Trecasali. Perchè?
Sono impegnato a quello che mi succede attorno. Sono attento al territorio e alla violenza lenta e continua che la bassa in generale sta vivendo. Si pensi che a Trecasali si ha una qualità dell’aria che è paragonabile a quella di via Montebello a Parma, come è possibile in una situazione così compromessa continuare anche solo a discutere di insediamenti che abbiano impatto ulteriore sulla qualità di vita del nostro territorio?
Vedi, un gruppo di persone ha costituito un comitato di tutela del territorio e stiamo affrontando la discussione in termini non pregiudiziali, ma di merito. Sono proprio gli studi e le tavole preparatorie del nuovo Piano Strutturale comunale di Trecasali che suggeriscono una posizione di contrarietà all’insediamento di una centrale a biomassa da 60 Mw termici. Con una base analitica di quel tipo ci si aspetterebbero conclusioni immediate, invece si innesca l’elemento del ricatto, come alla Mirafioni. O autorizzate la centrale o chiudiamo lo zuccherificio con le relative ricadute sociali, Marchionne fa proseliti.
In questo contesto è importante la partecipazione popolare e la maggiore condivisione delle scelte, per questo crediamo nel ruolo del comitato e nella possibilità che sia di forte aiuto anche alla Amministrazione comunale, che vedo in difficoltà.
Bisogna sostenere l’Amministrazione nella scelta migliore per la collettività di Trecasali, per tutto il paese, non di una sua parte.

Elezioni comunali di S. Secondo della primavera 2011. Tu sarai in campo, in una qualche forma?
San Secondo ha attraversato un periodo di commissariamento, che come è logico che sia, ha di fatto immobilizzato l’attività del Comune. Auspico che emerga un chiaro quadro politico e che si dia un’amministrazione politica per San Secondo; ciò non serve solo ai sansecondini ma a tutti i territori del comprensorio che gravitano su San Secondo.
Nessuna candidatura, se è questo che vuoi chiedermi. Darei volentieri un contributo politico in termine di idee, qualora mi venisse chiesto.
Se emergerà un progetto politico per me convincente sarò volentieri in campo anche per dare una mano con la campagna elettorale… ripeto, sempre che questo sia gradito e mi si chieda. Non voglio assolutamente ingerire nei delicati equilibri di San Secondo.
I sansecondini meritano un sindaco di spessore che sappia raccogliere attorno ad suo progetto politico idee e forze nuove.

Pensi sia possibile ricostruire l’unità del centrosinistra dopo che la sua spaccatura ha portato alla sfiducia dell’ex sindaco Bernardini?
Credo che per vincere sia fondamentale ricomporre la frattura; e la responsabilità appartiene a tutti, anche a coloro che hanno la percezione di aver subito la rottura. Non possono esserci alibi, troppo facile.
A San Secondo non esistono vittime e carnefici, ci sono stati errori e, si sa, la ragione sta sempre nel mezzo, è un detto popolare e spesso ci azzecca. Se non si pratica ciò il rischio di dare in mano alla destra il paese è molto alto.
Giuseppe di Vittorio insegnò che è proprio nei momenti di massima divisione che bisogna ricercare l’unità e spero che le vicende dei paesi confinanti ci consegnino un bagaglio di esperienza che ci induca a tentare un passaggio unitario, che sono consapevole essere difficile.
Più che fare unità sulle liste si potrebbe cominciare ad essere unitari con l’azione su alcune questione di interesse complessivo per il paese di San Secondo, penso al ritombamento delle cave di argilla, ad esempio. Quello potrebbe essere un terreno di confronto unitario che può essere di tentativo anche in vista delle elezioni.
Poi si sa: l’unità non è un obbligo di legge, un qualcosa che debba essere praticato a tutti i costi. Si tenta. Se poi non sortisce effetti ognuno vada per la sua strada e “buonanotte al secchio”. Almeno si potrà dire alla gente che si è fatto di tutto per presentarsi insieme. 

                                                                                 Andrea Marsiletti


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